Quest'anno è la fotografia la vera protagonista dell’estate di Riccione, grazie alla mostra dedicata all'esponente di spicco della street photography Vivian Maier. Attraverso 92 scatti, la rassegna indaga il filone del ritratto nella sua produzione: dagli albori fino alla fine degli anni Novanta.

Nata a New York il 1º febbraio 1926, Vivian Maier ha vissuto nell’anonimato per gran parte della sua vita, coltivando la sua passione per la fotografia mentre lavorava come governante e bambinaia. La sua opera viene riscoperta soltanto nel 2007, quando l'agente immobiliare John Maloof acquista per caso dei bauli contenenti tutta la sua produzione: oltre centoventimila negativi, filmati in Super 8mm e 16mm, diverse registrazioni audio, fotografie stampate e centinaia di rullini non sviluppati. L’artista è oggi considerata una delle più grandi, sensibili e poetiche fotografe della storia: a lei è dedicata la mostra Vivian Maier. Il ritratto e il suo doppio, visitabile fino al 3 novembre negli spazi di Villa Mussolini a Riccione.LA MOSTRA DEDICATA A VIVIAN MAIER A RICCIONEA cura di Anne Morin e Alberto Rossetti, la rassegna riunisce novantadue scatti realizzati con fotocamere Rolleiflex e Leica, e alcuni video girati in Super 8 per le strade di New York e di Chicago. Scene di strada, ritratti di sconosciuti, il mondo dei bambini: Vivian Maier sperimenta diversi generi, anticipando le correnti fotografiche più centrali del primo Novecento. Tra queste spicca l’autoritratto, che diventa uno strumento di indagine e affermazione della propria identità, assumendo ancora più valore nella condizione di invisibilità che ha caratterizzato l’esistenza dell’autrice. “Vivian Maier ha trascorso tutta la vita nel più totale anonimato”, dichiara Sandra Villa, vicesindaca e assessora alla Cultura del Comune di Riccione, “in cui ha colto e fissato col suo obiettivo scene e personaggi di vita comune nelle strade di New York e Chicago. In questo anonimato ha coltivato il suo talento, ha saputo cogliere l’essenza della vita comune in cui ha voluto rappresentare anche se stessa, in maniera così straordinaria e moderna, e affermare la propria esistenza”.IL RITRATTO NELLA POETICA DI VIVIAN MAIERLa mostra ripercorre il filone del ritratto nella produzione di Vivian Maier a partire dai suoi primi lavori fino ad arrivare alla fine del Novecento. Articolato in tre sezioni, il percorso espositivo individua altrettante categorie chiave attraverso le quali suddividere le ricerche estetiche della fotografa: prima fra tutte l’ombra, che compare spesso nei suoi scatti come una “copia” ulteriore di se stessa, un livello zero di auto-rappresentazione che però ne cela l’identità, rivelando solo la silhouette. C’è poi il capitolo dedicato al riflesso, in cui l'identità inizia a disvelarsi gradualmente e in modo sfocato, sospesa tra il visibile e l’invisibile. Infine, con lo specchio, l’auto-rappresentazione si manifesta in modo completo, anche attraverso lo sguardo della fotografa.[Immagine in apertura: Self – portrait, 1959 © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY]
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