La fotografia di Vivian Maier sbarca a Siena
FOTOGRAFIA
Il complesso monumentale di Santa Maria della Scala apre le porte agli scatti di Vivian Maier, la fotografa che diede un nuovo significato al concetto di autoritratto.
Fino al 16 marzo 2023, il complesso di Santa Maria della
Scala a Siena farà da cornice alla mostra dedicata a una delle fotografe più
singolari del Novecento e intitolata Vivian Maier. The Self-Portrait and its
Double. L'artista in realtà si era dedicata a tutt'altro nel corso della
sua esistenza: sin dagli anni Cinquanta e per oltre quarant'anni infatti si guadagnò
da vivere come bambinaia. Nel 2007, durante un'asta, John Maloof entrò in
possesso di una scatola contenente un vero e proprio tesoro sino ad
allora sconosciuto: 120mila negativi fotografici, pellicole super 8 e 16
millimetri, registrazioni e rullini non sviluppati utilizzati dalla Maier.
LA FOTOGRAFIA DI VIVIAN MAIER A SIENA
La mostra a Siena riunisce 93 autoritratti realizzati dalla
Maier che evidenziano in maniera esemplare il suo stile discreto e delicatamente
autobiografico. La fotografa infatti non amava guardare direttamente verso
l'obiettivo: preferiva uno sfuggente sguardo laterale, che divenne un vero e
proprio marchio di fabbrica. I riflessi insoliti e le immagini specchiate erano
facili da ottenere nelle città statunitensi che proprio allora, nel Dopoguerra,
stavano vivendo un autentico boom architettonico: New York e Chicago, metropoli in cui la fotografa visse e lavorò, erano simili a foreste di vetro e acciaio e le consentivano una
sperimentazione visiva costante. Le macchine fotografiche da lei
utilizzate, una Rolleiflex e una Leica, erano particolarmente idonee per la
fotografia urbana: per questo alcuni ritengono che Vivian Meier sia stata
un'anticipatrice della street photography.
Il suo lavoro, però, non
venne divulgato se non in epoca recente. Anne
Morin, curatrice della mostra insieme a Loredana De Pace, nella presentazione
della rassegna scrive: “La scoperta tardiva del lavoro di Vivian Maier, che
avrebbe potuto facilmente scomparire o addirittura essere distrutto, è stata
quasi una contraddizione. Ha comportato un completo capovolgimento del suo
destino, perché grazie a quel ritrovamento, una 'semplice' Vivian Maier, la
tata, è riuscita a diventare, postuma, Vivian Maier la fotografa”.
LA MOSTRA AL SANTA MARIA DELLA SCALA
Anne Morin afferma inoltre che: “una fotografia, come
diceva Edouard Boubat, è ‘qualcosa strappato alla vita’, nel caso di Vivian
Maier, i suoi numerosissimi autoritratti costituiscono una configurazione della
sua identità, un’identità che ora ha preso il suo posto in un perpetuo
presente, costantemente ripetuto e sotto il sigillo della Storia”.
L'esposizione sarà allestita nei locali dei Magazzini della Corticella di Santa
Maria della Scala e risulterà suddivisa in tre sezioni: L'Ombra, che
indaga il tema dell'autorappresentazione, Il Riflesso, in cui si
mostrano gli arguti espedienti utilizzati dalla fotografa per cogliere se
stessa all'interno dei contesti cittadini più disparati, e l'ultima parte, Lo
Specchio, dedicata a un elemento che ricorre nelle immagini della Maier.[Immagine in apertura: Vivian Maier, Self-Portrait, New York, 1953 © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY]