Inaugurata lo scorso 17 dicembre, “Dopo il botto” è la nuova mostra di Zerocalcare a Milano. Ospitata dalla Fabbrica del Vapore, la rassegna presenta centinaia di tavole, disegni e installazioni dell'autore: un racconto visivo sul nostro mondo all'indomani della pandemia.

Dalle fanzine alle locandine disegnate per i centri sociali, dal primo fumetto di successo (La Profezia dell'Armadillo del 2011) alla già leggendaria serie tv, che ne ha esteso la popolarità ben oltre i confini della nona arte. Zerocalcare rappresenta un caso unico nel sistema dell'editoria, non soltanto italiana. La mostra recentemente inaugurata a Milano ne è la prova, conducendo i visitatori nel mondo e nella poetica lucida e divertita dell'artista romano. LA GRANDE MOSTRA DI ZEROCALCARE Nato ad Arezzo nel 1983 (ma cresciuto nella Capitale e a essa inequivocabilmente associato, al punto da diventarne uno dei simboli contemporanei), Michele Rech – questo il vero nome dell'autore – descrive all'interno della rassegna meneghina il mondo dopo la pandemia. “Il meteorite non sta cadendo. È caduto”, dice. “Il Covid ci ha dato la possibilità di ripensare la società, di tirare fuori uno spirito diverso, più attento agli altri e alla collettività, ma non è accaduto”.  Proprio la metafora del meteorite è alla base del titolo e fa da pretesto narrativo all'interno del percorso di visita. Ospitata fino al 23 aprile negli ambienti della Fabbrica del Vapore, Dopo il botto è il racconto – ironico e spietato – della società nel periodo successivo alla crisi sanitaria mondiale. IL MONDO DI ZEROCALCARE A MILANO Ad accogliere il pubblico è una grande scenografia che raffigura una città immaginifica e post apocalittica. Dalle facciate degli edifici, che portano i segni di un cataclisma planetario, si intravedono i volti e gli occhi di chi cerca vie di fuga dalla devastazione. Si snodano a partire da questo scenario oltre cinquecento fumetti, tavole e disegni originali giocati sul sottilissimo confine tra autobiografico e collettivo.  I temi affrontati dalla rassegna (curata da Giulia Ferracci) sono quelli che abbiamo imparato ad apprezzare sulle pagine dei fumetti dell'autore: dalle forme di resistenza del popolo curdo alle battaglie per i diritti delle donne, dai lavoratori che protestano per condizioni più dignitose alle grandi e piccole forme di lotta quotidiana che accomunano ognuno di noi. Chiudono il percorso i Santi protettori, ritratti su tela che rappresentano i tipici personaggi del repertorio di Zerocalcare: dalla mamma Lady Cocca al cantante dei Nirvana, Kurt Cobain, dall'amico Cinghiale all’anarchico italiano Gaetano Bresci. FUMETTO E CRITICA SOCIALE "Il talento critico e artistico di Zerocalcare si esprime con il linguaggio immediato e diretto del fumetto e del cartone animato, che sono una vera e propria arte in grado di rappresentare un affresco estremamente efficace della società contemporanea”, ha dichiarato l'assessore alla Cultura di Milano, Tommaso Sacchi. “Zerocalcare ha infatti dato vita a un eroe quotidiano, vittima delle relazioni sempre più difficili che legano il singolo alle dinamiche collettive della società. Un eroe nel quale si riconoscono giovani e meno giovani, e in particolare tutti coloro che, di fronte a una realtà a volte drammatica, a volte difficile, a volte solamente assurda, attivano la loro capacità di resistenza umana e civile grazie all'intelligenza e all'ironia. Questa mostra è per loro”. [Immagine in apertura: Zerocalcare. Cover La profezia dell'armadillo. Artist Edition, 2017. Libro ed. Bao Publishing, Milano. Courtesy Zerocalcare]
PUBBLICITÀ