Il MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli ospita una grande esposizione dedicata alla straordinaria cultura bizantina e alla sua importanza nel contesto del Mediterraneo.

Fino al prossimo 13 febbraio il MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli ospita una grande mostra dedicata a coloro che abitarono le terre dell'Impero Romano d'Oriente. Si intitola Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario, ed è curata da Federico Marazzi dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. LA MOSTRA SUI BIZANTINI A NAPOLI Anche se Napoli fu una città bizantina per cinque secoli, all'indomani della conquista da parte dell'esercito di Belisario nel 536 d.C., sono apparentemente poche le tracce rimaste nel capoluogo partenopeo di questa gloriosa epoca. Eppure, scavando, si può ricostruire un passato ormai dimenticato: alcuni reperti inediti in mostra sono stati rinvenuti proprio realizzando scavi per la metropolitana di Napoli e per quella di Salonicco, in Grecia. In effetti l'esposizione non si limita alla sola città campana, e indaga approfonditamente l'intera area d'influenza greca e gran parte dell'Italia meridionale. Le opere in mostra sono oltre quattrocento: si tratta di tesori inclusi nelle collezioni del MANN, e reperti provenienti da cinquantacinque istituzioni museali nazionali e non solo. IL PERCORSO ESPOSITIVO Il percorso espositivo si dipana in quindici sezioni che affrontano l'evoluzione storica successiva alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente. La mostra si apre nel solenne ambiente dell'atrio del museo, dove troviamo un capitello del VII secolo in marmo giunto da Costantinopoli e solitamente esposto al Museo archeologico Paolo Orsi di Siracusa: la decorazione con il chrismón denuncia l'avvenuto cambiamento di paradigma. L'esposizione continua poi nel grandioso salone della Meridiana, l'ambiente principale del museo, dove troviamo il grande mosaico pavimentale proveniente dal sito archeologico dell’antica colonia di Minturnae. Incredibile il disco onorario in arrivo dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze, concesso dall'imperatrice Galla Placidia al generale Flavius Ardabur Aspar, così come stupefacente è anche l'elmo ostrogoto del Museo dell'Abruzzo bizantino.  In epoca bizantina la cultura militare andava spesso di pari passo con quella religiosa: prova ne è il Santo militare in prestito dal Museo della Cultura bizantina di Salonicco. Sono inoltre presenti oggetti d'arte, a testimonianza di un gusto decorativo raffinatissimo, come il Cammeo in diaspro rosso con San Demetrio della collezione Farnese e alcune gemme a soggetto cristiano prodotte a Venezia nel XIII secolo, custodite negli immensi depositi del MANN. UNA CITTÀ AL CENTRO DEL MEDITERRANEO La mostra è stata fortemente voluta da Paolo Giulierini, il direttore dell'istituzione, che ha affermato: “Esiste una Campania archeologica dopo la caduta di Roma, e raccontare in una grande mostra i mille anni di questo impero è per il MANN una nuova tappa del percorso partito dai Longobardi verso una più completa identità del nostro stesso museo. Napoli bizantina è un tema cruciale e per molti sarà una sorpresa alla scoperta di un intreccio di destini tra la città e l’Impero, dopo la sottomissione a Roma, durato per sei secoli. E anche quando il dominio bizantino di Napoli evaporò, questo legame con l’Impero non fu mai rinnegato e si trasformò in volano per tenere vivi i contatti con il Mediterraneo, la tensione verso altri mondi. Il MANN è quindi il luogo ideale in Italia per raccontare questa storia”. [Immagine in apertura: Bracciale a fascia. IX - X secolo, oro e vetro, smalto cloisonné (Provenienza: Salonicco, scavo a Dodekanisou Street). Salonicco, Museo della Cultura Bizantina]
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