Spunta una nuova interpretazione della funzione di Stonehenge, il misterioso monumento preistorico situato nella piana di Salisbury, in Inghilterra. Recenti scoperte hanno infatti rivelato che alla base della costruzione del sito ci fosse una società con spiccate capacità di cooperazione, e che lo stesso "cerchio di pietre" avesse un significato politico e sociale, più che religioso.

Da secoli Stonehenge affascina e intriga chiunque si trovi a contemplare il suo profilo maestoso sulla piana di Salisbury, in Inghilterra. Monumento imponente e avvolto dal mistero, eretto tra il 3100 a.C. e il 1600 a.C., è stato spesso interpretato come tempio religioso, osservatorio astronomico e persino luogo di guarigione. Ma una nuova teoria emerge, cambiando il modo in cui guardiamo al passato: il sito inglese non sarebbe stato solo un semplice luogo sacro, ma un simbolo di unione politica e sociale, un sigillo eterno di alleanza tra le antiche comunità britanniche.UNA NUOVA INTERPRETAZIONE PER STONEHENGEQuesta nuova interpretazione, frutto di ricerche archeologiche e analisi geologiche portate avanti da un gruppo di studiosi della UCL – University College London e dell’Università di Aberystwyth, si lega, a sua volta, a un’ulteriore scoperta che ha visto protagonista il sito soltanto pochi mesi fa: da uno studio condotto dal geologo gallese Anthony Clarke, infatti, è emerso che la pietra d'altare di Stonehenge, pesante più di 6 tonnellate, non proviene dal Galles, come si è sempre pensato, ma dal nord della Scozia. I dubbi intorno alla modalità attraverso cui un masso così pesante sia stato trasportato, in epoca preistorica, a circa 750 chilometri di distanza, aprono a nuovi interrogativi sull’intera organizzazione sociale neolitica britannica. Tutto ciò spinge gli scienziati a pensare che alla base della costruzione del sito ci fosse una cooperazione su scala territoriale estesa, al fine di attuare un’impresa che richiedeva non solo forza fisica, ma anche una visione condivisa.STONEHENGE COME SIMBOLO DI COLLABORAZIONE TRA I POPOLIDa qui, l'ulteriore conclusione del professor Mike Parker Pearson dell’Institute of Archaeology dell’UCL: la provenienza delle pietre da diversi territori testimonierebbe che Stonehenge fu eretto non solo come spazio sacro, ma anche come "manifesto politico", un simbolo tangibile dell’unità fra tribù e popoli.Questa ipotesi suggerisce quindi che dietro la costruzione del monumento vi fosse una società straordinariamente strutturata, capace di cooperare, pianificare e condividere risorse su larga scala. Tale interpretazione ci offre, in conclusione, una prospettiva che va oltre il mistero tecnico della costruzione, invitando a credere che le pietre non sono siano massi, ma testimoni silenziosi di un’epoca in cui le comunità decisero di superare le divisioni e celebrare la loro identità comune.[Immagine in apertura: foto di Jacob Amson su Unsplash]
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