Il nuovo allestimento al Museo Egizio di Torino si suddivide in tre sezioni dedicate a diversi materiali utilizzati nell’antichità: legni e pigmenti, ceramica e pietra. Così facendo, il museo abbraccia un “cambio di passo ontologico”, incentrato sulla storia produttiva, sulle tecniche e sugli utilizzi dei manufatti.

Legni, pigmenti, vasi in ceramica e oggetti in pietra: il Museo Egizio di Torino si rinnova con un inedito allestimento permanente che, con il titolo Materia. Forma del tempo, accende i riflettori sui materiali impiegati nell'antichità. Con uno sguardo tanto storico quanto scientifico e contemporaneo, ogni manufatto del passato – dall’Epoca Predinastica a quella Bizantina – viene osservato dal punto di vista della sua storia produttiva, indagando i materiali di cui è composto, le tecniche utilizzate per realizzarlo e i suoi impieghi nel corso del tempo.IL FOCUS SULLA MATERIA AL MUSEO EGIZIO DI TORINOCurata da nove egittologi del museo – Johannes Auenmüller, Divina Centore, Federica Facchetti, Enrico Ferraris, Alessandro Girardi, Eleonora Mander, Tommaso Montonati, Cinzia Soddu, Federica Ugliano –, la nuova esposizione restituisce al pubblico circa 6mila reperti provenienti dai depositi dell'istituzione, distribuiti in 700 metri quadrati. “L’allestimento”, spiegano la presidente del Museo Egizio, Evelina Christillin, e il direttore Christian Greco, “rappresenta un cambio di passo ontologico del museo: amplia, infatti, la prospettiva museologica della nostra istituzione da puramente egittologica ad una archeologica contemporanea”. Ed è con questa intenzione che il progetto punta tutto sulla materialità degli oggetti, sulla loro funzione e provenienza. “La nuova visione espositiva è il risultato di un decennio di ricerche e riflessioni da parte di tutta la squadra del Museo Egizio oltre che, come nel caso di 'Materia', dell’importante connubio tra archeologia, metodologie e indagini di ricerca digitale”, concludono Christillin e Greco.IL NUOVO ALLESTIMENTO DEL MUSEO EGIZIO DI TORINOIl nuovo percorso espositivo permanente si articola in tre sezioni: la prima riunisce i legni e i pigmenti, ordinati in due grandi librerie che ne raccolgono ciascuna quaranta varietà diverse. Come sceglievano i colori gli antichi egizi? In che modo li realizzavano? E come individuavano le tipologie lignee più adatte alla produzione artigiana? Queste domande vengono svelate grazie a un viaggio dettagliato, reso in versione immersiva da proiezioni e videomapping. La seconda sala, dedicata alla ceramica, riunisce ben 5mila vasi, organizzati come in una biblioteca all’interno di grandi vetrine su due piani. Infine, la terza parte si concentra sull’impiego della pietra, attraverso una selezione di statue, stele, frammenti di soffitti e vasi lapidei.[Immagine in apertura: courtesy Museo Egizio]
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