Fino al 16 dicembre, l'iconica architettura progettata da Mies van der Rohe e Lilly Reich ospita l'installazione "Never Demolish". L'opera, che celebra l'intervento vincitore dell'EU Mies Award 2019, offrirà ai visitatori un'occasione di riflessione sui temi dell'abitare, a partire dalle peculiarità domestiche dei grandi condomini degli anni Sessanta e Settanta.

Non c'è alcun intento dissacratorio alla base dell'installazione Never Demolish, allestita da Ilka e Andreas Ruby (Ruby Press) nel Padiglione di Barcellona progettato da Mies van der Rohe e Lilly Reich nel 1929. Dopo la precedente tappa al Gellerup Museum di Brabrand, in Danimarca, l'intervento proposto fino al 16 dicembre prossimo nell'iconica architettura è infatti finalizzato a stimolare un'indagine sul tema dell'abitare contemporaneo e sulle potenzialità delle opere di risanamento edilizio. A ispirare dichiaratamente l'opera è il progetto valso a Lacaton & Vassal architectes, Frédéric Druot Architecture e Christophe Hutin Architecture il successo all'edizione 2019 dell'EU Mies Award: la ristrutturazione delle 530 unità del complesso abitativo nel Grand Parc di Bordeaux. UNA RIFLESSIONE SULL'ABITARE DOMESTICO Ilka e Andreas Ruby non hanno solo adottato il "principio chiave" dell'intervento francese, che incoraggia a lavorare per assicurare una "seconda vita" ai grandi condomini del secondo dopoguerra anziché demolirli, come denominazione della loro installazione. Nel Padiglione hanno inserito immagini di grande formato che documentano la straordinaria rinascita della struttura di Bordeaux, i cui spazi interni ed esterni vengono evocati con arredi, piante e oggetti di uso comune. Posizionati a ridosso delle preziose pareti in marmo del Padiglione miesiano, sedute, armadi, tende, lampade, elettrodomestici e altri elementi ancora divengono presenze funzionali al racconto dei curatori. Il due riconosce nel pluripremiato intervento di Bordeaux un modello esemplare per la riabilitazione sociale e fisica di tanti blocchi abitativi lasciati in eredità, non solo in Europa, dal Movimento Moderno (e dalle sue declinazioni successive). Un patrimonio edilizio, in larga parte risalente agli anni Sessanta e Settanta, composto da complessi di grandi dimensioni con cui si puntava a soddisfare il fabbisogno abitativo del secondo dopoguerra. Considerati "ideologicamente superati", oltre che in parte obsoleti a livello prestazionale, potrebbero avviarsi verso un destino di demolizione. Come testimonia invece il caso francese, grazie a un programma di azioni precise, messe a punto anche con il coinvolgimento dei residenti, è possibile allungarne l'esistenza, incidendo in modo diretto sulla qualità della vita di chi li abita da anni.TUTTE LE INSTALLAZIONI DEL PADIGLIONE DI BARCELLONA All'evento di inaugurazione di Never Demolish hanno preso parte anche gli architetti francesi Anne Lacaton e Jean-Philippe Vassal, insigniti pochi mesi fa del prestigioso Pritzker Architecture Prize. Con il suo invito a ragionare sui luoghi in cui viviamo e sui miglioramenti, anche minimi, che potremmo apportare per migliorarli, la nuova installazione si inserisce nel filone dei progetti temporanei promossi nella storica cornice del Padiglione di Barcellona. Negli ultimi anni, infatti, molte sono state le occasioni di dialogo fra architettura, arte contemporanea, musica e altre discipline ospitate in questa sede: da No Fear of Glass della designer olandese Sabine Marcelis al giardino giapponese Fifteen stones (Ryōan-ji) proposto dall'artista statunitense Spencer Finch, senza dimenticare l'esperimento sonoro It Begins With One Word. Choose Your Own dell'autrice polacca Katarzyna Krakowiak e lo "psichedelico" Geometry of Light. [Immagine in apertura: Never Demolish © Anna Mas]
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