In vista dell’inaugurazione ad aprile della 60esima Biennale Arte di Venezia, il curatore Luca Cerizza e l’artista Massimo Bartolini hanno presentato al Ministero della Cultura a Roma il progetto del Padiglione Italia: un’opera ideata per evidenziare l’importanza dell’ascolto come strumento essenziale per il “superamento della dialettica”.

Si intitolerà Due qui / To Hear il progetto che animerà il Padiglione Italia alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Curata da Luca Cerizza e realizzata da Massimo Bartolini, l’installazione sarà visitabile presso le Tese del Giardino delle Vergini a partire dal 19 e 20 aprile fino al 28 novembre 2024.In sintonia con il tema di questa Biennale, Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, scelto dal curatore Adriano Pedrosa, l’opera di Bartolini porrà il tema dell’ascolto di sé e dell’altro al centro della propria riflessione, accogliendo i visitatori in uno spazio ideato per conoscere e creare relazioni.MASSIMO BARTOLINI ALLA BIENNALE ARTE 2024Partendo dall’assonanza del gioco di parole che scaturisce dalla traduzione volutamente errata dell’italiano “due qui” con l’inglese “to hear” (ascoltare), Bartolini ha ideato un progetto che vuole evidenziare il carattere attivo dell’ascolto. All’interno del Padiglione sarà presente un’unica opera visiva, la statuetta di un Bodhisattva, simbolo dell’iconografia buddista che rappresenta per l’artista l’importanza dell’inazione, dell’ascolto, del pensiero. Riempiendo poi lo spazio del Padiglione con i contributi sonori offerti da artisti e musicisti sperimentali e certificando il proprio “impegno per la massima astrazione”, Bartolini sostiene di voler accompagnare i visitatori verso il “superamento della dialettica attraverso l’ascolto”, un obiettivo da conquistare anche grazie al ricorso a “una piccola goccia di meraviglia”.IL RUOLO DELL’ASCOLTO NELL’OPERA DI BARTOLINIContraddistinta da quel “forte carattere esperienziale” che segna il lavoro dell’artista toscano fin dagli esordi, come ricorda il curatore Luca Cerizza, l’opera di Bartolini sfrutterà in modo plastico l’ambiente del Padiglione Italia, e sarà accessibile tanto dalla Tesa quanto dal Giardino. Non saranno presenti display né aggiunte strutturali visive: la suddivisione stessa dello spazio sarà dunque funzionale alla scoperta visiva e, soprattutto, uditiva di tre diversi momenti, tutti centrati sull’importanza dell’ascolto fisico e metaforico di se stessi e dell’altro, anche grazie ai contributi realizzati da musicisti e autori provenienti da diverse parti del mondo, in una sorta di jam session artistica. Il percorso non lineare spingerà i visitatori verso un ideale punto di equilibrio, da ritrovare nel continuo movimento di un’opera che il suo autore immagina esperita “collettivamente ma singolarmente, uno alla volta”.[Immagine in apertura: Padiglione Centrale, Giardini. Photo by Francesco Galli]
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