Per la prima volta dal 1942, un'esposizione mette a confronto due artisti apparentemente distanti eppure estremamente affini: Paul Klee e Alexander Calder. Sono oltre 40 le opere in mostra alla Di Donna Galleries di New York, che portano l’osservatore alla scoperta delle invisibili “realtà latenti” indagate dai due maestri del Novecento.


Cosa hanno in comune Paul Klee e Alexander Calder? Il primo è un pittore tedesco ed esponente dell’astrattismo europeo dai tratti espressionisti; mentre il secondo è uno scultore statunitense, celeberrimo inventore dell’arte cinetica. Entrambi maestri assoluti del Novecento, seppur apparentemente distanti dal punto di vista formale e geografico, i due artisti sono uniti dalla fascinazione per le forze invisibili dell’universo, indagate attraverso la lente della metafisica. Al loro incontro è dedicata la mostra Enchanted Reverie: Klee and Calder, che la Di Donna Galleries di New York si prepara a ospitare dal 18 aprile all’8 giugno.LA MOSTRA SU PAUL KLEE E ALEXANDER CALDER Sono oltre 40 le opere che compongono la retrospettiva, tra dipinti, sculture e lavori su carta. Resa possibile dalla collaborazione con la Calder Foundation e dai prestiti internazionali provenienti da istituzioni del calibro di Fondation Beyeler, Metropolitan Museum of Art e Art Institute of Chicago, la mostra costituisce il primo incontro tra le opere di Klee e Calder dal lontano 1942. L’intento del progetto espositivo è evidenziare, attraverso questa particolare giustapposizione, il rispettivo interesse di questi illustri maestri del secolo scorso nei confronti delle forme naturali e delle energie cinetiche, facendo luce sul mondo onirico, spirituale e sconosciuto da cui sono tratte. LE "REALTÀ LATENTI” DI PAUL KLEE E ALEXANDER CALDER Lo stesso Calder, di vent’anni più giovane di Klee, prese quest’ultimo come punto di riferimento, vedendo in lui un maestro moderno in grado di rendere visibile l’energia dell’universo con leggerezza e semplicità, attraverso colori, forme e ritmi vivaci."Prima rappresentavamo le cose che erano visibili sulla terra”, scrisse Klee nel 1920, “ora riveliamo la realtà che sta dietro le cose visibili, esprimendo così la convinzione che il mondo visibile è semplicemente un caso isolato in relazione all'universo e che ci sono molte altre realtà latenti". In modo affine, le sculture “non-oggettive” di Calder materializzano queste forze invisibili attraverso il movimento, scaturito dagli effetti atmosferici dello spazio circostante.[Immagine in apertura: Paul Klee, Sonnenuntergang (Tramonto), 1930. Olio su tela, 46,1 ×70,5 cm (18,5 x 27,5 pollici). The Art Institute of Chicago, Gift of Mary e Leigh Block, 1981. Foto: The Art Institute of Chicago / Art Resource, NY © 2024 Artists Rights Society (ARS) New York /VG Bik-Kunst, Benn]
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