Il nuovo libro di Maria Letizia Cerica, dal titolo “The Beautiful Prince”, racconta la storia del genio di Minneapolis attraverso l’analisi delle sue interviste. Una lunga e intrigante serie di confessioni, rilasciate dalla fine degli anni Settanta al primo decennio del Duemila.

Scomparso il 21 aprile 2016 all’età di 57 anni, e celebrato a partire da quella data con numerose pubblicazioni biografiche e uscite discografiche inedite, Prince torna sugli scaffali delle librerie con un nuovo volume. Centrale, all'interno della narrazione, è il rapporto notoriamente sfuggente dell'artista con la stampa.  Timido e spesso spaventato dalla possibilità di essere frainteso o manipolato dai giornalisti, il cantante di Minneapolis (autore di brani memorabili ed esibizioni spettacolari) raramente riusciva a essere se stesso davanti a un microfono o di fronte alla telecamera di un cronista. Le interviste rilasciate nell'arco della sua carriera diventano pertanto una documentazione importante per conoscere aspetti e paure inconfessate di questo grande protagonista della musica degli anni Ottanta e Novanta. Edito da Arcana, e scritto con dovizia di dettagli da Maria Letizia Cerica, The Beautiful Prince. Un uomo incredibile raccontato dalle sue stesse parole è una lunga e approfondita analisi delle dichiarazioni pubbliche del cantante di Purple Rain e Kiss. Un'esplorazione delle insicurezze e delle fragilità di un uomo che non credeva di essere all'altezza della sua fama. IL NUOVO LIBRO SU PRINCE “'The bBautiful Prince' affonda le sue radici all'interno di un blog e di un podcast che si chiamavano entrambi 'Mr. Nelson', in omaggio al titolo di un brano di Prince”, ha raccontato l'autrice. “Dopo aver pubblicato il mio primo libro su di lui, due anni fa, infatti, ho iniziato a lavorare in modo capillare e sistematico sulle interviste che ha rilasciato in anni e anni di carriera. Lo scopo di quel lavoro era raccontare, in particolare ai suoi fan, la personalità di un uomo che – al di là della sua sovraesposizione continua, legata alla carriera di musicista – appariva misterioso e sfuggente. Volutamente sfuggente.Ho lavorato per molti mesi su quei materiali e, piano piano, credo di essere entrata, almeno parzialmente, nella sua testa, nel suo modo di ragionare. Credo di avere capito (per quello che è possibile, trattandosi di lui) anche quello che si nascondeva dietro certe apparenti bizzarrie del suo carattere”. PRINCE: L'UOMO DIETRO L'ARTISTA “Successivamente ho deciso di ampliare questo lavoro più o meno da archivista, avvalendomi delle testimonianze di chi lo ha conosciuto davvero bene, nel corso degli anni. Prince (lo afferma lui stesso, all'interno della sua autobiografia) non ha permesso quasi a nessuno di raggiungere il suo nucleo più profondo, ma ci sono state delle persone che – per motivi affettivi, di amicizia o semplicemente legati alle dinamiche della produzione musicale –hanno potuto osservarlo a lungo e da vicino. Ne hanno parlato in modo interessante e non strumentale e mi è sembrato utile guardare anche alle loro parole.Come ultima, importante, fonte ho utilizzato gli atti dell'inchiesta sulla morte di Prince, pagine che dimostrano il lato drammatico, infernale, oserei dire, della sua esistenza degli ultimi anni. Si tratta di pagine da cui emerge la terribile solitudine che ha caratterizzato gli ultimi tempi, solitudine in buona parte voluta e difesa strenuamente da lui. Ecco: ho cercato di raccontare l'uomo Prince, l'essere umano, le tante sofferenze che lo hanno attraversato, ma anche la grande intelligenza, la genialità, il senso dell'umorismo, la durezza e l'asprezza che componevano la sua personalità. Il tutto, mantenendo sempre un grande rispetto e un certo senso del pudore”. [Immagine in apertura: © AP/LaPresse]
PUBBLICITÀ