​La "Madonna del Baldacchino" di Raffaello, uno dei capolavori indiscussi della Galleria Palatina in Palazzo Pitti, si appresta a lasciare Firenze nell'ambito di un progetto speciale legato al programma "Uffizi diffusi". Farà temporaneamente ritorno al Duomo di Pescia, dove è stata a lungo esposta, e verrà presentata di fronte alla copia dipinta da Pier Dandini.

Entra nel vivo l'operazione Uffizi diffusi, il progetto trainato dal principale polo museale fiorentino in un'ottica di ridistribuzione dei flussi turistici sul territorio e di "ricostruzione del tessuto storico e delle vicende artistiche nei vari centri in cui si espongono le opere", come indicato dal direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt. Da aprile a luglio 2023, la Madonna del Baldacchino di Raffaello lascerà temporaneamente la propria sede, a Palazzo Pitti, per fare ritorno nella Cattedrale di Pescia (Pistoia), dove si trovava fino alla fine del Seicento.UN CAPOLAVORO DI RAFFAELLO A PESCIA "Certamente portare la Madonna del Baldacchino di Raffaello a Pescia è un’operazione di peso eccezionale, che non solo vuole ricordare l’arredo originale del Duomo ma mette anche in risalto la figura di un pesciatino importante quale fu Baldassarre Turini”, ha inoltre dichiarato Schmidt, introducendo così una delle figure chiave nella straordinaria storia di questo capolavoro del maestro urbinate. Eseguita fra il 1506 e il 1508, è l'unica pala, a oggi nota, fra quelle di grandi dimensioni e di destinazione pubblica appartenenti al periodo fiorentino di Raffaello. Grazie alla documentazione giunta fino a noi tramite Giorgio Vasari, le informazioni relative a questo olio su tela sono ampie. A commissionarne la realizzazione fu la famiglia Dei, che intendeva collocarla nella propria cappella all'interno della chiesa fiorentina di Santo Spirito. Tuttavia il trasferimento romano dell'artista, che su incarico di papa Giulio II avviò la decorazione delle stanze che portano il suo nome in Vaticano, determinò il mancato completamento del dipinto. LA STORIA DELLA MADONNA DEL BALDACCHINO DI RAFFAELLO Anni dopo, ad acquistare la Madonna del Baldacchino fu Baldassarre Turini, potente segretario di Leone X, amico ed esecutore testamentario di Raffaello, nonché esponente di una delle più potenti famiglie di Pescia. Fino al 1697, l'opera restò così esposta nella cappella della sua famiglia nella Cattedrale cittadina. Il ritorno a Firenze, previa vendita, avvenne su iniziativa del Gran Principe Ferdinando de’ Medici, figlio del granduca Cosimo III ed erede al trono granducale, e non fu privo di conseguenze. La comunità di Pescia, legata al culto della Vergine e al quadro di Raffaello, si oppose alla notizia dell'acquisto e una copia della Madonna del Baldacchino, firmata dal fiorentino Pier Dandini, fu posizionata nella medesima sede. Da allora l'opera non ha lasciato la sede di Palazzo Pitti ed è attualmente collocata nella Galleria Palatina; a precedere lo spostamento annunciato per il prossimo anno sono le indagini diagnostiche in corso presso l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze. L'intervento, necessario per verificarne lo stato di salute e rendere possibile la temporanea esposizione a Pescia, segue il precedente restauro compiuto nei medesimi laboratori tra il 1987 e il 1991. Entrambi gli esami consentono di confermare l’antica testimonianza vasariana: la pittura ha gradi diversi di avanzamento nell’esecuzione, ma in nessun punto è del tutto completa. [Immagine in apertura: Courtesy Gallerie degli Uffizi]
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