Un progetto dell’ente benefico Art Fund, sviluppato dalla società di effetti speciali The Mill in collaborazione con l'artista multimediale Seph Li, ha dato vita a una tecnologia in grado di leggere e visualizzare le onde elettromagnetiche del cervello quando guardiamo un’opera d’arte. Ed è stata testata per la prima volta alla Courtauld Gallery di Londra.

Che effetto ha l’arte sul nostro cervello? Cosa succede a livello cerebrale quando ammiriamo un dipinto di Vincent van Gogh o di Paul Cézanne? Da oggi è possibile scoprirlo, anzi osservarlo in prima persona e in tempo reale. È questo il risultato del progetto di Art Fund – l'organizzazione benefica britannica per lo sviluppo e il supporto della cultura, che proprio a novembre compie il suo 120esimo anniversario.GLI EFFETTI DELL’ARTE SUL NOSTRO CERVELLO La tecnologia, sviluppata dalla società di effetti speciali The Mill, in collaborazione con l'artista multimediale Seph Li, consiste in un dispositivo che si appoggia sulla fronte e che permette di leggere e visualizzare le onde cerebrali in tempo reale. Il prototipo è stato testato in via sperimentale questa settimana alla Courtauld Gallery di Londra: con grande stupore, i visitatori hanno osservato le proprie onde elettromagnetiche attraverso un monitor, mentre il loro cervello reagiva ai capolavori di artisti del calibro di Vincent van Gogh, Paul Cézanne, Édouard Manet e Claude Monet, solo per citarne alcuni.IL PROGETTO DI ART FUND NEL REGNO UNITO Sorprendentemente, il risultato varia da un’opera d’arte all’altra: infatti, le visualizzazioni in 3D delle onde cerebrali sono più oscillanti e profonde nel caso di Self-portrait with bandaged ear (1882) di Van Gogh, mentre quelle scaturite dall'osservazione di Shell Building Site di Leon Kossoff sono più "corte" e acute.  “Quando un utente è più attento”, spiega Will Macneil, direttore creativo di The Mill, “i nastri si allargano; quando cerca di dare un senso a qualcosa che confonde, i nastri iniziano a formare una spirale e si intrecciano. Quando lo spettatore vede qualcosa che riconosce, appaiono riflessi luminosi”. L'obiettivo del progetto è mostrare ai visitatori il potere benefico dell’arte sul nostro corpo, sperando di invitare il pubblico a frequentare i musei e le gallerie. Dopo la prima tappa sperimentale presso la galleria londinese, nel 2024 l'iniziativa sarà ripetuta in diverse istituzioni britanniche selezionate. [Immagine in apertura: Adwoa Aboah wearing an EEG headset © Pablo]
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