Una delle più belle e importanti dimore di Pompei torna visitabile. Grazie alla nuova illuminazione, al restauro degli affreschi e al grande peristilio, l'edificio merita di certo una visita.

Dopo vent'anni di lunga attesa riapre al pubblico la casa dei Vettii, uno degli edifici più celebri di Pompei. La casa era stata in realtà riaperta in maniera parziale nel 2016: proprio quell'anno, l'allora direttore del Parco archeologico di Pompei Massimo Osanna aveva intrapreso un progetto di restauro su vasta scala che ha portato oggi al recupero totale degli ambienti sontuosamente decorati. IL RESTAURO DELLA CASA DEI VETTII Il restauro in particolare si è giovato di un cartiere iniziato nel 2020 con la collaborazione di varie professionalità come ingegneri, strutturisti ed esperti di giardinaggio, oltre che architetti e archeologi. Il restauro ha portato alla completa copertura degli ambienti (in precedenza in parte privi di protezione) con l'utilizzo anche di tegole fotovoltaiche. L'illuminazione a LED, oltre a garantire un notevole risparmio energetico, permette una fruizione degli affreschi in accordo con le esigenze di conservazione e di godibilità da parte dei visitatori: la luce artificiale è stata accuratamente studiata per essere il più possibile simile a quella naturale e rispettare le pitture. Per quanto riguarda il restauro degli affreschi, si è intervenuti per rimuovere gli strati di cera applicati in passato con intenti conservativi dagli esiti piuttosto infelici. Il giardino del peristilio è stato restaurato con l'inserimento di copie delle statue originali conservate negli spazi espositivi e nei depositi del Parco archeologico, e presenta ora numerose varietà vegetali antiche riprodotte nel vivaio all'interno del sito. Il direttore del Parco archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel è particolarmente soddisfatto di aver restituito questo edificio a visitatori, appassionati e cultori del mondo classico: “La casa dei Vettii è la storia del mondo romano rinchiusa in una casa, la 'casa museo' della romanità per così dire: ci troviamo affreschi mitologici e sculture in bronzo e in marmo, di eccezionale qualità artistica, che parlano del rapporto complesso tra modelli greci e rielaborazioni romane, ma anche la vita economica e sociale della città. I proprietari, liberti e dunque ex schiavi, sono espressione di una mobilità sociale che due secoli prima sarebbe stata impensabile”. UNA FINESTRA SUL MONDO ROMANO La casa dei Vettii fu scavata tra il 1894 e il 1896: apparteneva ad Aulus Vettius Conviva e Aulus Vettius Restitutus, due liberti divenuti ricchi con il commercio del vino. La qualità artistica della casa lascia senza parole: gli ambienti prendono il nome dalle decorazioni presenti, come ad esempio il colorito affresco del Priapo nel vestibolo, auspicio di prosperità e fortuna, o la stanza degli Amorini, con una teoria di piccoli Amorini dipinti sopra lo zoccolo e intenti nelle più disparate attività lavorative. Notevoli anche la stanza di Issione e quella di Penteo, ma stupendo è il cosiddetto gineceo, nonché il quartiere dedicato alla servitù, arricchito con un larario dipinto. Particolarmente interessante anche la Stanza Erotica, che include alcuni quadretti con scene che ricordano quelle ritratte nel celeberrimo Lupanare di Pompei. L'ipotesi è che la stanza fosse utilizzata per la prostituzione: il nome ritrovato in una iscrizione, Eutychis, fa supporre un'origine greca della donna. Secondo il direttore Zuchtriegel, i Vettii “diventano ricchi con il commercio di prodotti agricoli del territorio intorno a Pompei, ma a quanto pare nella loro casa fu esercitata anche la prostituzione, da parte di una schiava greca, che apparteneva ai gruppi più deboli della società”. [Immagine in apertura: Casa dei Vettii © Luigi Spina. Courtesy Parco archeologico di Pompei]
PUBBLICITÀ