Al Museo Archeologico delle Marche riapre la sezione “romana” dopo 51 anni
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Il Museo Archeologico delle Marche riapre la sezione dedicata all’archeologia romana dopo oltre mezzo secolo dal sisma del 1972. Il nuovo allestimento, con un itinerario di visita ampliato di altri due piani, valorizza la ritrattistica e i manufatti, ripercorrendo la storia antica locale.
Ad Ancona, dopo oltre mezzo secolo dal drammatico evento sismico del 1972, il Museo Archeologico delle Marche riapre la sezione dedicata all’archeologia romana del territorio regionale. Dopo il terremoto, una serie di interventi avevano portato alla progressiva riapertura di cinque sezioni del museo, ospitate nelle sale di Palazzo Ferretti: nel 1988 apre la sezione della civiltà picena; il percorso sulla preistoria nel 1990; l’area dedicata all'Età del rame nel 1995; nel 1997, le sale dell'età del Bronzo; e infine tra il 2010 e il 2014 è il turno dell'Ancona ellenistica. A queste si aggiunge finalmente l’incredibile patrimonio romano, che torna alla luce con un itinerario di visita ampliato di altri due piani. LA RIAPERTURA DELLA SEZIONE ROMANA
Il direttore del MAN Marche, Diego Voltolini, sottolinea che “il MAN Marche è un museo dalla forte anima territoriale, che ha l’onore e l’onere di essere la sede espositiva privilegiata per il patrimonio archeologico marchigiano. L’apertura della nuova sezione dedicata all’età romana di tutte le Marche completa il percorso che già vedeva uno spazio per la città di Ancona, offrendo un respiro di portata regionale. Il museo vuole oggi presentarsi come attore efficace per la promozione del patrimonio archeologico diffuso, con un costante rimando alle realtà locali in veste di snodo centrale della valorizzazione, offrendo una risposta fattiva al significato del Sistema Museale Nazionale”.IL NUOVO PERCORSO ESPOSITIVO
“Il nuovo allestimento propone un percorso tematico che illustra la vita pubblica e privata, la realtà quotidiana, i commerci e le attività delle più importanti città romane della regione, che hanno restituito molte significative testimonianze”, spiega l’archeologa e progettista scientifico della sezione museale Nicoletta Frapiccini. “Ritratti, sculture e manufatti ceramici e in bronzo illustrano un territorio in cui, dalla costa all’entroterra, prosperavano ricche comunità, dove i rapporti con Roma traspaiono dai gusti raffinati di committenti facoltosi, aggiornati sullo stile di vita e gli status symbol ricorrenti nella capitale, di cui non di rado amano fare sfoggio, contribuendo a definire i contorni di un quadro vivace e variegato delle Marche in età romana”.
[Immagine in apertura: Teste di “erme”, pilastrini con viso umano, dal territorio marchigiano, I secolo d.C.]