Grazie alla tecnologia avanzata della ricostruzione 3D, il Museo di Antropologia ed Etnologia di Firenze riporta in vita lo scavo archeologico di un sito dell’Egitto greco-romano, condotto nell’inverno fra il 1964 e il 1965 dall’Istituto Papirologico “Girolamo Vitelli” dell’Università di Firenze.

La storia della città perduta di Arsinoe, affacciata sul Mar Rosso e per molti secoli capoluogo di una delle regioni più prospere dell'antico Egitto, si snoda dall’età faraonica a quella araba. Oggi, attraverso una ricostruzione digitale, il Museo di Antropologia ed Etnologia di Firenze riporta in vita lo scavo archeologico dell’antico sito dell’Egitto greco-romano, ultima testimonianza della sua esistenza.LA MOSTRA AL MUSEO DI ANTROPOLOGIA FIRENZE Visitabile fino al 15 maggio nella cornice di Palazzo Nonfinito, la mostra Arsinoe 3D. Riscoperta di una città perduta dell’Egitto greco-romano ha l’obiettivo di posizionare i reperti nel loro contesto originale, al fine di ampliarne la conoscenza e aprire le porte a nuove prospettive di ricerca.  Attraverso reperti originali e ricostruzioni a 360°, il progetto espositivo accompagna i visitatori alla scoperta di una civiltà ormai perduta, riportando in vita l’ultimo settore superstite di questa importante città, indagato prima della sua definitiva scomparsa durante lo scavo condotto nell’inverno fra il 1964 e il 1965 dall’Istituto Papirologico “Girolamo Vitelli” dell’Università di Firenze.LA RICOSTRUZIONE 3D DELLO SCAVO Tramite videoproiezioni, schermi touch interattivi e modelli 3D, il percorso di visita – a cura di Francesca Maltomini e Sandro Parrinello – permette ai visitatori non solo di fruire i reperti ritrovati durante la missione e i preziosi papiri dell’Istituto Papirologico, ma anche di esplorare virtualmente l’area di scavo, ricostruita digitalmente grazie al materiale di archivio tra cui foto, mappe e rilievi. Così, l'osservatore si ritrova immerso in una ricostruzione in scala naturale, con la possibilità di camminare attraverso il sito e di toccare con mano riproduzioni e stampe 3D. [Immagine in apertura: courtesy Università degli Studi di Firenze]
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