Al Museo Zeffirelli di Firenze una nuova sala immersiva celebra Maria Callas
MUSICA
Il Museo Zeffirelli di Firenze rinnova il suo impegno nell'innovazione digitale inaugurando una sala immersiva dedicata a Maria Callas. Attraverso proiezioni multimediali di foto e bozzetti custoditi nell'Archivio Zeffirelli, la sala celebra il legame tra il regista e la cantante, ricordando capolavori realizzati insieme come “Il Turco in Italia” e “La Traviata”.
A Firenze, il Museo Zeffirelli, incaricato di preservare e promuovere l’eredità artistica e culturale del celebre regista italiano, continua a rinnovarsi nel segno delle nuove tecnologie e della digitalizzazione. A pochi mesi dall'inaugurazione della sua prima sala immersiva multimediale, la Fondazione Zeffirelli presenta al pubblico un’ulteriore novità: la sala multimediale dedicata a Maria Callas.LA SALA IMMERSIVA DEDICATA A MARIA CALLAS AL MUSEO ZEFFIRELLI DI FIRENZEPer ricordare il suo talento, la sua voce, e il mito senza tempo a cui la Callas ha dato forma, il Museo Zeffirelli sceglie di affidarsi alla tecnologia digitale. Lo spazio sorge nella sala 2, inondando le pareti con proiezioni di foto di scena, immagini dal backstage e bozzetti realizzati da Franco Zeffirelli nel corso della collaborazione con l'indimenticabile soprano (di cui lo scorso anno ricorreva il centenario della nascita). La sala, realizzata in collaborazione con Alessio Bianciardi, offre allo spettatore un’immersione in quattro del lavori più significativi della carriera dell'artista: il Turco al Teatro alla Scala di Milano nel 1955, la Traviata di Dallas del 1958, la Tosca del 1964 al Covent Garden e la Norma del 1964 all'Opera di Parigi.
IL RAPPORTO TRA MARIA CALLAS E FRANCO ZEFFIRELLINel più ampio contesto del percorso museale, il tributo alla Callas svolge un ruolo fondamentale, evidenziando l'importanza del legame personale e professionale con che la cantante intrecciò con il regista. Il giovane Zeffirelli assistette infatti all'ascesa della Callas nel panorama operistico tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta. Nel 1955, infine, ebbe finalmente l'opportunità di collaborare con lei, dirigendo Il Turco al Teatro alla Scala di Milano, occupandosi anche delle scenografie e dei costumi. Durante la produzione di questa opera, la loro relazione divenne più solida e complice, aprendo la strada ai successivi capolavori che hanno caratterizzato la loro collaborazione. Questo periodo rappresenta un momento cruciale nella carriera di entrambi, intriso di una creatività condivisa destinata a lasciare un'impronta indelebile nel mondo dell'opera.[Immagine in apertura: foto Fondazione Zeffirelli]