Portata alla luce una necropoli di età romana presso il Comune di Castel di Tora, in provincia di Rieti. La Soprintendenza ha rintracciato almeno dodici tombe in buono stato di conservazione. Ma le indagini continuano, e promettono nuove scoperte.

Il territorio del Lazio, culla della civiltà latina, continua a “regalarci” preziose testimonianze del passato. È di questi giorni, infatti, la scoperta di una sorprendente area archeologica: un'antica necropoli romana portata alla luce nel Comune di Castel di Tora (in provincia di Rieti). A dare il via alle indagine è stato il rinvenimento, da parte di un residente, di una serie di tegole e ossa lungo un tratto di costa del bacino idroelettrico del lago del Turano. Tempestivo l'intervento della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti, che, insieme all'archeologa Letizia Silvestri, ha costatato il valore della scoperta. I DETTAGLI DEL RITROVAMENTO Durante un’intensa settimana di scavi e rilievi, è stato possibile identificare e portare alla luce almeno dodici tombe già parzialmente visibili e scavarne completamente altre tre. Si tratta di tombe “a cappuccina”, cioè in fossa sormontata da coppie di tegole disposte a spiovente, la cui presenza era già nota a livello locale da almeno cinquant’anni, ma mai indagate scientificamente. Tale tipologia di sepoltura si riferisce, solitamente, a defunti di estrazione sociale medio-bassa, e non presenta per questo ricchi corredi funerari. Sono stati, tuttavia, rinvenuti reperti interessanti, quali numerosi chiodini in ferro relativi alle calzature di uno degli inumati, grossi chiodi in ferro in ciascuna delle tombe, e un vasetto quasi integro che permetterà di datare con precisione i ritrovamenti. Il buono stato di conservazione dei reperti, e il recupero quasi completo degli scheletri, consentirà agli antropologi di effettuare studi approfonditi sul sesso, sull'età, sulle patologie e sulle attività dei defunti. Ulteriori analisi molecolari potrebbero inoltre consentire di ricostruire appartenenze e peculiarità genetiche, abitudini alimentari e molto altro. IL COMMENTO DELL'ARCHEOLOGA “Questa breve ma intensa prima campagna”, ha commentato Letizia Silvestri, archeologa autrice degli scavi, “si pone come punto di partenza per dimostrare le potenzialità archeologiche della necropoli, certamente molto più vasta di quanto osservabile al momento, e dell’intero territorio della Valle del Turano, allo scopo di intraprendere un progetto di più ampio respiro condiviso con la Soprintendenza, gli enti di ricerca, il Comune di Castel di Tora e i Comuni limitrofi per effettuare ricognizioni sistematiche, indagini in estensione, la redazione di una carta archeologica aggiornata, la musealizzazione dei reperti in loco e la creazione di percorsi storico-archeologici che possano implementare il già importante patrimonio culturale e naturalistico della Valle”. [Immagine in apertura: un'immagine dell'area di scavo. Courtesy Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti]
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