Riaffiora un tesoro artistico dai sotterranei del Maschio Angioino di Napoli
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Può capitare che durante un sopralluogo predisposto in seguito ad avversi eventi meteo ci si imbatta in una inaspettata scoperta: è quanto successo ai tecnici che, effettuando le ispezioni nei sotterranei del Maschio Angioino dopo il maltempo dello scorso novembre, hanno rinvenuto opere d'arte abbandonate da anni.
Correva l'anno 1279 quando a Napoli, sotto il regno di Carlo I d'Angiò, venne intrapresa la costruzione di quello che sarebbe divenuto uno degli edifici monumentali simbolo della città. Era il Maschio Angioino, denominato anche Castrum Novum per distinguerlo dagli esistenti Castel dell'Ovo e Castel Capuano. Sebbene la storia architettonica di questo edificio sia nota e documentata, incluso il passaggio dalla condizione di castello-palazzo medioevale a quella di moderna fortezza, dobbiamo alla cronaca recente un'autentica sorpresa che lo riguarda.In questi giorni, infatti, il Maschio Angioino ha conquistato ampio spazio nella stampa locale e sui media specialistici grazie alla notizia, recentemente diffusa, del ritrovamento nei suoi depositi di quello che è stato ribattezzato come "il tesoro del castello". La vicenda, che all'apparenza potrebbe essere uscita dalla penna di un autore di romanzi storici, ha dell'incredibile e merita di essere raccontata dall'inizio.IL TESORO DEL MASCHIO ANGIOINOCome molti ricorderanno, lo scorso novembre un'ondata di maltempo si è abbattuta sulla città partenopea, accompagnata da abbondanti piogge. Anche il Maschio Angioino, come altri siti storici napoletani, è stato posto sotto osservazione. Nel corso dei sopralluoghi effettuati per verificare eventuali allagamenti, i tecnici predisposti hanno rilevato la presenza di beni mobili di pregio artistico, accatastati nei locali sotterranei. Il ritrovamento è stato quindi comunicato al sindaco Luigi De Magistris e, in seguito, alla Soprintendenza.A essere stato riportato alla luce è un inaspettato "tesoro". A comporlo sono circa 400 dipinti di scuola napoletana, databili dal XIV al XVIII secolo, eseguiti fra gli altri anche da Luca Giordano; presenti, inoltre, anche sculture e arredi. Non tutti i materiali rinvenuti versano in buono stato di conservazione e già si prevede una campagna di restauro e manutenzione. Sarà una commissione tecnica a stimare il valore di questo patrimonio, che intanto è stato messo in sicurezza ed è sottoposto a catalogazione. Per il prossimo futuro è stata annunciata anche un'esposizione delle opere recuperate, che si apprestano dunque a iniziare una nuova fase dopo anni di "invisibilità" e abbandono.[Immagine in apertura: Photo by Ronni Kurtz on Unsplash]