In Australia l'iniziativa "MECCA x NGV Women in Design Commission" debutta con la maxi installazione dell'architetta Tatiana Bilbao. L'opera, che esplora il concetto di abito come un simbolo di protezione, in una più ampia riflessione sul lavoro domestico e gli stereotipi di genere, sarà esposta nel principale museo di Melbourne fino al 29 gennaio prossimo.

Bisognerà attendere il prossimo 6 ottobre per le prime immagini di La ropa sucia se lava en casa (Dirty clothes are washed at home), l'installazione ambientale messa a punto dall'architetta Tatiana Bilbao per la MECCA x NGV Women in Design Commission. In quella data verrà infatti svelata l'opera che la progettista messicana ha appositamente concepito per la collezione della National Gallery of Victoria di Melbourne. Unica nel suo genere in Australia, l'iniziativa MECCA x NGV prevede il coinvolgimento di professioniste di rilievo internazionale, attive nei settori del design e dell'architettura, e vuole contribuire a superare lo "storico" squilibrio di genere che caratterizza la raccolta permanente di questa istituzione, con un focus sulla produzione contemporanea. Dal 2016, anno in cui la NGV ha stretto una partnership con MECCA, artiste e designer tra cui Naomi Hobson, Louise Zhang, Tammy Kanat, Claudia Moodonuthi, Atong Atem, Rebecca Baumann e Tanya Schultz hanno partecipato, a vario titolo, all'iniziativa, ma è con Bilbao che il progetto compie un ulteriore passo in avanti.IL PROGETTO DI TATIANA BILBAO IN AUSTRALIA Negli intenti dell'autrice, La ropa sucia se lava en casa (Dirty clothes are washed at home) intende mettere in guardia sulle modalità con cui lo spazio, domestico e urbano, viene plasmato dalle ideologie dominanti. L'installazione su grande scala che si appresta a debuttare rifletterà l'interesse e la passione dell'architetta per le tecniche del collage, del disegno e del modellismo. Con l'obiettivo di liberare l'architettura dalle convenzioni e dai canoni del Novecento, proponendo una nuova traiettoria più focalizzata su temi quali comunità, sostenibilità ed etica, Bilbao ha immaginato uno spazio fisico e attraversabile il cui epicentro sarà una struttura ispirata a uno storico lavatoio pubblico di Huichapan, in Messico.  Evocando la tradizionale pratica di lavare gli indumenti negli spazi pubblici condivisi, l'installazione riunirà una serie di trapunte, ciascuna delle quali composta da tessuti e vestiti che sono stati donati e cuciti insieme da residenti di Berlino e Città del Messico. Insieme ad alcuni disegni formeranno un maxi patchwork che, ponendo enfasi sull'idea dell'abito pulito come "protezione individuale", incoraggerà a riflettere su tutte le forme di lavoro date per scontante e non adeguatamente riconosciute, proprio come quella legata alla cura degli indumenti personali.LA STORIA DELL'ARCHITETTA TATIANA BILBAO Per la realizzazione dell'opera, il Tatiana Bilbao Estudio, fondato nel 2004 dalla progettista originaria di Città del Messico, ha promosso due workshop: uno nella capitale messicana, l'altro in quella tedesca. "Sono profondamente onorata e grata di essere stata scelta per la Women in Design Commission da NGV e MECCA, che sta contribuendo, in molti modi, a portare avanti il discorso dell'importanza di apertura di canali per le persone lasciate senza opportunità", ha dichiarato l'architetta che in passato è stata consulente del Ministero dello Sviluppo e dell'Edilizia del Governo del Distretto Federale di Città del Messico. Esposta alla Biennale di Architettura di Venezia del 2018, la sua produzione architettonica è presente nelle collezioni permanenti del Centre Pompidou di Parigi e dell'Art Institute of Chicago. Bilbao opera nell'edilizia sociale e residenziale a canoni accessibili, occupandosi anche di pianificazione urbana e di progettazione del paesaggio. Viene considerata fra le voci più significative della scena culturale del Messico contemporaneo. [Immagine in apertura: Portrait of Tatiana Bilbao, architect and founder of Tatiana Bilbao Estudio by Ana Hop]
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