La storia architettonica del Teatro alla Scala
LETTERATURA
Il valore di un edificio storico di Milano, elemento centrale del tessuto urbano circostante, viene analizzato in un libro di prossima uscita; l’opera indaga e approfondisce il rapporto fra il Teatro alla Scala e il capoluogo lombardo nel corso dei secoli, evidenziandone l'influenza sullo sviluppo urbanistico, sociale e culturale della città.
Il Teatro alla Scala rappresenta qualcosa di più di un semplice edificio dedicato alle arti e allo spettacolo, ma può essere considerato un’istituzione fondamentale di Milano: la sua presenza ha infatti plasmato nel corso degli anni la vita sociale e culturale della città. Da questa tesi prende le mosse il saggio La Scala. Architettura e città, scritto da Pierluigi Panza, giornalista, scrittore, critico d’arte e docente d’architettura al Politecnico di Milano. Il libro, pubblicato da Marsilio Arte e disponibile in libreria e online a partire dal prossimo 6 dicembre, adotta un approccio multidisciplinare per indagare le relazioni tra il celebre teatro e la città, e la loro evoluzione nel corso dei secoli, evidenziando come La Scala abbia influenzato lo sviluppo urbanistico di Milano, oltre ad avere un evidente impatto sulle sue attività culturali.IL SAGGIO SUL RUOLO DELLA SCALA NELL’EVOLUZIONE DI MILANORipercorrendo la storia del teatro, progettato dall’architetto folignate Giuseppe Piermarini nella seconda metà del Settecento, in seguito all’incendio che nel 1776 aveva distrutto il Teatro Ducale, il volume di Panza ricostruisce le fasi architettoniche dell’edificio, nonché le numerose trasformazioni urbanistiche che hanno interessato il quartiere circostante. Per fare ciò, l’autore si avvale dell’ausilio di numerose immagini d’archivio, planimetrie e altri documenti storici, elementi essenziali per esaminare l’evoluzione della Scala come centro focale della cultura e della società milanese negli ultimi 250 anni. Dall’analisi di questi materiali emerge il quadro di un cambiamento complesso, che ha finito per influenzare parallelamente il teatro e la città, in un rapporto fatto di continui scambi e interconnessioni, che è possibile leggere anche alla luce dei progetti di ammodernamento che hanno interessato la Scala in questi anni.LA STORIA DI UN’ISTITUZIONE DAL SETTECENTO A OGGIL’accurata analisi di Panza dedica ampio spazio anche agli ultimi interventi di riqualificazione dello storico teatro milanese, con particolare attenzione ai lavori diretti a inizio anni Duemila dal noto architetto svizzero Mario Botta, a cui si devono tanto la creazione di due nuovi volumi della torre scenica e dell’ellisse, quanto il restauro conservativo che ha riguardato gran parte degli interni. Presentato al pubblico nei giorni scorsi alla presenza dell'autore, del Sovrintendente e Direttore artistico del teatro, Dominique Meyer, e dello stesso Botta, il saggio La Scala. Architettura e città offre una prospettiva attuale sul rapporto tra cultura e società, riportando al centro dell’attenzione un luogo dove compositori, coreografi, direttori d’orchestra e molti altri artisti “hanno forgiato, sera dopo sera, la leggenda del Teatro alla Scala”, come ha voluto ricordare lo stesso Meyer.[Immagine in apertura: l'esterno del Teatro alla Scala dopo la riapertura del 7 dicembre 2004. Sulla loggia non figurano più i quattro lampioni di ghisa. Credito fotografico Archivio fotografico del Teatro alla Scala, Milano]