In attesa di una rapida risoluzione delle ostilità in Ucraina, l'Università IUAV di Venezia scende in campo per la ricostruzione urbana del territorio devastato dal conflitto, mentre l'UNESCO lancia un allarme sui beni culturali distrutti o a rischio.

Il conflitto in corso in Ucraina ha inevitabilmente anche dei risvolti sul piano architettonico e storico-artistico. Nei giorni scorsi, a fornire un aggiornamento in questo senso è stato l'UNESCO, che in una nota ufficiale diffusa attraverso i propri canali ha esplicitato il numero dei siti culturali danneggiati in varie regioni del Paese. Dall'inizio delle ostilità, lo scorso 24 febbraio, al 20 giugno, risultano distrutti o gravemente lesionati 70 edifici di interesse religioso, 12 musei, 29 edifici storici, 18 strutture dedicate alle attività culturali, 15 monumenti e 7 biblioteche. Per stilare questa lista preliminare l'UNESCO ha condotto un'indagine basata sul controllo incrociato di più fonti ritenute credibili; si tratta tuttavia di un'analisi parziale e i dati resi noti saranno regolarmente aggiornati anche a partire dal monitoraggio delle immagini satellitari.IUAV PER LA RICOSTRUZIONE DELL'UCRAINA Risale inoltre al 14 giugno scorso la sottoscrizione di un accordo fra l'Università IUAV di Venezia e il comune di Irpin, una delle città ucraine maggiormente danneggiate dalla guerra. L'ateneo veneziano ha scelto di scendere in campo fin da ora, facendo proprio l'invito espresso da Ursula Von Der Leyen a Roma, durante la recente conferenza dedicata al tema Reconstructing the Future for People and Planet. Per la Presidente della Commissione europea, infatti "ricostruire l’Ucraina è un dovere morale, nel segno della sostenibilità ambientale". A tratteggiare il perimetro del progetto di cooperazione è stato il rettore IUAV, Benno Albrecht, che nella sua dichiarazione ha sottolineato che l'ateneo veneziano "è fra i primi in Europa a offrire il proprio contributo ai territori dell’Ucraina. Vogliamo partire da Irpin, la città-simbolo del martirio, al centro dell’attenzione dei media mondiali, per farla diventare il luogo simbolo della ricostruzione". Albrecht ha quindi ricordato le pregresse esperienze IUAV in contesti al centro di conflitti o vittime di catastrofi: "Mettiamo a disposizione di quei territori lacerati dalla guerra la nostra esperienza in materia di tecniche e strategie per la ricostruzione: un ambito che fa parte della nostra storia, a partire dagli studi e interventi nei luoghi distrutti da calamità naturali (dal Vajont, al Friuli, all’Aquila, alle Marche) per arrivare al contributo per la ricostruzione in Siria, a cui IUAV ha dedicato l’edizione 2017 dei workshop di Architettura". ARCHITETTURA PER LA PACE DA VENEZIA A IRPIN Scendendo nel dettaglio dei termini dell'accordo, l'obiettivo è sviluppare strategie in grado di consentire a Irpin e alla sua comunità di riattivare rapidamente le aree urbane e rurali, anche attraverso il sostegno allo sviluppo delle piccole e medie imprese del territorio, del turismo solidale e del volontariato. Nei processi di ricostruzione che saranno avviati IUAV coinvolgerà figure professionali del proprio network, capaci di fornire specifiche consulenze in una pluralità di ambiti. Grande attenzione sarà destinata agli edifici simbolo del tessuto urbano locale, per i quali saranno messi a punto progetti ad hoc: si tratta di presenze rilevanti sia per il loro valore patrimoniale che per le ricadute sociali sulla popolazione di Irpin. Non da ultimo, infine, la collaborazione prevede la realizzazione di alloggi, in modo da rispondere alle esigenze abitative di breve, medio e lungo termine. A ridosso dello scoppio dell'ostilità anche l'architetto giapponese Shigeru Ban, con l'organizzazione non profit Volunteer Architects Network, si era attivato a sostegno della popolazione ucraina, con una "riedizione" del suo PPS - Paper Partition System. [Immagine in apertura: Kyiv, Ukraine, 2020. Photo by Tetiana Shevereva on Unsplash]
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