Il rapporto tra gli abitanti dell'antica città ai piedi del Vesuvio e la tavola è al centro di una nuova mostra a San Francisco. Allestita al Legion of Honor fino al 29 agosto, la rassegna approfondisce diversi aspetti della vita quotidiana nel I secolo d.C., dalla preparazione dei pasti al culto di Bacco.

Quando una pioggia incandescente di cenere e lapilli cominciò a scendere su Pompei, nel 79 d.C., è molto probabile che gli abitanti della cittadina costruita alle pendici del Vesuvio fossero intenti a compiere una delle loro attività preferite, cioè banchettare. Il gusto degli antichi pompeiani per il buon cibo e per il vino è, infatti, cosa nota, testimoniata dagli scavi archeologici. Soltanto qualche mese fa, per esempio, all’interno della Regio V è stato riportato alla luce un termopolio perfettamente conservato: una sorta di "rosticceria" o tavola calda ante litteram, dove era possibile acquistare alimenti pronti per il consumo.  LA MOSTRA NEGLI STATI UNITI L’idea dell’"ultima cena”, interrotta dal risveglio improvviso del vulcano, è alla base di un’importante mostra allestita al museo Legion of Honor di San Francisco fino al 29 agosto – la prima ad approfondire con un focus tematico questo aspetto della vita quotidiana degli abitanti del golfo di Napoli.  Nata dall’ampliamento di una precedente esposizione organizzata da Paul Roberts dell’Ashmolean Museum of Art and Archaeology di Oxford, Last Supper in Pompeii: From the Table to the Grave porta sulla costa ovest degli Stati Uniti oltre 150 importanti reperti e opere d’arte di epoca romana – sculture, mosaici, affreschi, ma anche oggetti più umili come le stoviglie e gli utensili da cucina –, provenienti per lo più dall’Italia, in particolare dal Museo Archeologico di Napoli, e in molti casi esposti per la prima volta sul suolo americano. CIBI E PRELIBATEZZE DI EPOCA ROMANA Il percorso espositivo si concentra sui diversi aspetti della produzione e del consumo del cibo, anche attraverso l’analisi dei minuscoli resti ritrovati su piatti e vasi, e delle pietanze carbonizzate emerse dagli scavi. Tra gli oggetti più curiosi ci sono un particolare tipo di orcio che veniva utilizzato per allevare i ghiri – i piccoli roditori, spesso serviti con una salsa al miele, erano considerati una prelibatezza dagli antichi romani – e alcune pagnotte millenarie, ritrovate nel forno di un panificio abbandonato dal suo proprietario nel momento in cui il Vesuvio cominciò a eruttare. I visitatori possono inoltre camminare tra le stanze di una tipica dimora pompeiana, nella quale il cibo e il vino avevano un posto speciale. IL CULTO DI BACCO Numerosi sono anche i riferimenti a Bacco, il dio del vino e dell’ebbrezza, raffigurato in un'imponente statua all’inizio della mostra e ispiratore di alcuni dei lussuriosi rituali ritratti negli affreschi. Queste scene, spesso lascive, rivelano il profondo legame esistente tra il culto di questa divinità e la fertilità. La mostra si chiude con un omaggio alle vittime della disastrosa eruzione e alla loro convinzione che le feste e i banchetti sarebbero proseguiti nell’aldilà. Una “testimone” molto speciale dei terribili eventi di quel 79 d.C. è stata trasportata a San Francisco: si tratta della “Signora di Oplontis”, il calco in resina di uno degli oltre sessanta corpi ritrovati dagli archeologi nel 1984, nell’omonimo sito nei pressi di Pompei.  [Immagine in apertura: Last Supper in Pompeii: From the Table to the Grave. Installation at the Legion of Honor museum in San Francisco. Photography by Gary Sexton. Image courtesy of the Fine Arts Museum of San Francisco]
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