Verona rende omaggio all’arte di Emilio Vedova
ARTE
La collezione Carlon a Palazzo Maffei si arricchisce di un capolavoro di Emilio Vedova. Per l'occasione il maestro veneziano dell’arte astratta sarà ricordato con un incontro pubblico e la proiezione della pellicola a lui ispirata.
Palazzo Maffei, in piazza delle Erbe a Verona, è un punto di
riferimento per l'arte moderna e contemporanea nella città scaligera. Qui dal
2020 ha schiuso le porte la collezione Luigi Carlon e proprio in questo suggestivo
contesto il 5 novembre prossimo sarà presentata la nuova acquisizione della
casa museo: un'opera del veneziano Emilio Vedova dal titolo Tondo '85 -3,
la quale andrà ad affiancare un espressivo Ciclo '60 (B.8) dello
stesso artista, esposto sin dall'apertura del museo. La serie dei grandi Tondi
è stata realizzata tra il 1985 e il 1987, nella fase finale della produzione
del grande artista. A salutare questa importante acquisizione sarà il dialogo
tra Gabriella Belli, presidente del comitato scientifico del museo, Alfredo
Bianchini, presidente della Fondazione Vedova, e Tomaso Pessina, regista del
film del 2019 Emilio Vedova. Dalla parte del naufragio, con la
partecipazione straordinaria di Toni Servillo, proiettato al termine dell’incontro.
LA STORIA DI EMILIO VEDOVA
Emilio Vedova partecipa tra il 1944 e il 1945 alla
Resistenza, nel 1946 è tra i firmatari del manifesto Oltre Guernica e a
Venezia, nello stesso anno, contribuisce a fondare la Nuova Secessione Italiana
poi Fronte Nuovo delle Arti. In seguito, tra il 1952 e il 1954, fece parte
del Gruppo degli Otto, un gruppo di artisti, tra cui Afro, Turcato, Santomaso e
Morlotti, che si riunì attorno allo storico dell'arte Lionello Venturi. Vedova è considerato uno degli artisti più
rappresentativi di quella galassia estetica definita Informale, rendendosi protagonista
dell'evoluzione della sensibilità artistica dell'epoca. In particolare Vedova,
con la sua pittura gestuale, si è reso testimone del malessere latente nella
società del tempo.
L’OPERA DI EMILIO VEDOVA A VERONA
Per comprendere Vedova occorre partire dalla sua città di
nascita: Venezia. L'artista ebbe più volte modo di rimarcare quanto i canoni
del Rinascimento veneziano fossero riferimenti fondamentali per lui, che
ravvedeva proprio nel gesto potente e sciolto di Tintoretto un suo punto di
riferimento. Tutto questo mondo interiore è stato distillato anche nella serie
dei Tondi, tavole sferiche che alludono ai tondi rinascimentali
fiorentini, conosciuti forse dall'artista veneto durante la sua formazione nel
capoluogo toscano. L’equilibrio e la perfezione a cui alludono i tondi nel
Rinascimento in Vedova si capovolgono in un universo lacerato, dilaniato,
composto da una serie di pennellate potenti, cariche di una forza espressiva degna
del miglior Action Painting statunitense.
[Immagine in apertura: Emilio Vedova - Al lavoro ai Dischi - Venezia 1985 - Foto Paolo Mussat Sartor, Torino]