Nuove tecnologie sempre più a servizio dei musei. A scrivere l'ultimo capitolo sul rapporto tra gaming e fruizione artistica è la National Gallery di Londra, protagonista di un gioco virtuale che consente di esplorare (e collezionare) le opere presenti nelle sue sale.

Ormai da diversi anni, e a maggior ragione in risposta alle inaspettate modalità di fruizione imposte dalla pandemia, le grandi istituzioni artistiche del globo si sono attrezzate per accogliere e sperimentare nuovi linguaggi. L'obiettivo è trasformare il museo – e più in generale lo spazio culturale – in un luogo innovativo, aperto al presente e al confronto intergenerazionale. Gli strumenti offerti dal settore del gaming, in questo, svolgono un ruolo di assoluta priorità. I videogiochi sono infatti in grado di coinvolgere il pubblico dentro e fuori dalla struttura fisica del museo: basta avere accesso a uno smartphone o a un pc per fruire i contenuti in modalità inedita e coinvolgente, sovvertendo il rapporto tra opera e pubblico così come tradizionalmente noto. MUSEI, GAMING E NUOVE TECNOLOGIE Dopo avervi raccontato il nuovo capitolo di Father and Son, il videogioco fiore all'occhiello del MANN di Napoli, accendiamo ora i riflettori su un nuovo progetto multimediale, lanciato da una delle istituzioni museali più rilevanti del globo: la National Gallery di Londra. Mentre procedono le attività in vista del duecentesimo anniversario dalla sua fondazione (evento che vedrà il museo impegnato in una serie di mostre e attività diffuse anche fuori dalla capitale inglese), l'istituzione diretta da Gabriele Finaldi ha realizzato una coloratissima e coinvolgente esperienza immersiva: un modo per connettere il pubblico da casa con le opere della sua collezione e per fare interagire i visitatori tra loro anche a chilometri di distanza. IL VIDEOGAME DELLA NATIONAL GALLERY Il progetto si intitola The Keeper Council ed è ospitato da Roblox – la piattaforma online globale che consente di creare e condividere esperienze nella sfera virtuale. Creato grazie ai suggerimenti di ottanta bambini, e attraverso il coinvolgimento di figure professionali del settore del gaming e dell'educazione (tra gli altri gli insegnanti e i ricercatori della University of London e della Brunel Design School), il gioco si rivolge a fruitori dai sette anni in su, invitati a portare a termine una serie di missioni di diverso livello di difficoltà. CAPOLAVORI IN VERSIONE VIRTUALE Guidati in questo viaggio virtuale dall'avatar del custode della National Gallery, i giocatori si muovono tra le sale del museo londinese, conoscendo dettagli storici sui principali dipinti affissi alle pareti (solo per citarne alcuni, il Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck, il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca e La Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci). Perlustrando gli spazi virtuali e condividendo impressioni con gli altri giocatori, i fruitori del gioco (accessibile dal sito dell'istituzione) potranno anche selezionare le opere di maggior gradimento, creando la propria collezione d'arte. Uno strumento pionieristico, utile per portare i capolavori fuori dal museo, invitando il pubblico (soprattutto quello più giovane e distante dalla sede di Trafalgar Square) a conoscere i tesori di una delle istituzioni più prestigiose al mondo. [Immagine in apertura: Children from London and the south of England at the National Gallery with the Keeper of Paintings app which they helped to create. Photo © Malcolm Park]
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