Dopo Refik Anadol, anche Sofia Crespo colora la facciata della Casa Batlló di Antoni Gaudí a Barcellona, con delle immagini in movimento generate dall’intelligenza artificiale e ispirate al mondo naturale.


Dopo le straordinarie proiezioni ideate dall’artista turco Refik Anadol la scorsa primavera, nel weekend del 27 e 28 gennaio la Casa Batlló di Antoni Gaudí è tornata a illuminarsi davanti allo sguardo di oltre 95mila spettatori attoniti. E lo ha fatto grazie al videomapping di Sofia Crespo che, nel corso di una residenza artistica, ha concepito una serie di immagini in movimento generate dall’intelligenza artificiale. IL NUOVO VIDEOMAPPING PER CASA BATLLÓ Ispirandosi al design dell’architetto catalano, Crespo ha dato vita a Structures of Being: un progetto di videomapping che attinge a iridescenti forme organiche – fiori, barriere coralline, farfalle e altri fenomeni naturali – che evolvono e si trasformano al ritmo della colonna sonora concepita dal compositore britannico Robert M. Thomas (anche questa generata algoritmicamente ed eseguita da musicisti locali).  Da sempre affascinata dalle dinamiche biologiche del mondo naturale, l’artista digitale ha trovato da subito uno stretto legame con l’architettura di Gaudí, a sua volta ispirata alle creature marine e alla vita acquatica. Non a caso, il lavoro è stato creato da Crespo in collaborazione con il Supercomputing Center di Barcellona, che ha fornito all'artista i dati sul comportamento delle correnti marine (utilizzati come dataset per generare la proiezione).NATURALE E ARTIFICIALE NELL’ARTE DI SOFIA CRESPO Con base a Lisbona, Sofia Crespo indaga da diversi anni le forme di vita artificiali e generative, coltivando un profondo interesse per i punti di contatto tra organico e sintetico, in particolare per le tecnologie ispirate alla biologia. Parte della sua pratica artistica si concentra sullo studio dei meccanismi artificiali messi in atto dagli organismi viventi per evolversi: secondo questo principio, tecnologia e mondo naturale non sono due entità separate e opposte, ma si incontrano e contaminano a vicenda. E in tale contesto teorico, l’intelligenza artificiale generativa non può che costituire un campo di indagine nevralgico. [Immagine in apertura: foto di Hernan Gonzalez su Unsplash]
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