Indebito 

Mercoledì 23 febbraio – ore 21:15

“Abbiamo girato tutto con tre camere a mano, ma non sporche. Inquadrature instabili che cercano di essere stabili. Concerti notturni, parole che diventano musica e musica che ascolta le parole. E le città di giorno. La poesia del cemento. I segni della rabbia sui muri, le vetrine della crisi. La decadenza della crisi. Un film costruito nel solco del cinema-documentario, ma lasciando spazio a momenti di messa in scena teatrale che cercano dialogo anche con il repertorio e la memoria”. Con queste parole il regista Andrea Segre anticipa le atmosfere e gli intenti di Indebito, la pellicola in onda su Sky Arte mercoledì 23 febbraio. Il documentario prende le mosse dalla crisi economica, interpretandola ben oltre i confini dell’economia. La cornice del racconto è la Grecia indebitata e la narrazione segue le parole, i pensieri e la musica dei rebetes, i cantanti del rebetiko, il blues ellenico. Il rebetiko è un genere di musica nato dalla disperazione di un'antica crisi (la fuga da Smirne) e ha contribuito a definire l'identità moderna della Grecia, trasportando con sé il dolore dell'esilio e la ribellione alle violenze della storia. È una musica contro il potere, non autorizzata, indebita. I rebetes sono portatori di questa identità, i loro concerti riempiono le taverne notturne di Atene e Salonicco, sfiorano le scritte sui muri, ascoltano il mare dei porti e incontrano il cammino di Vinicio Capossela, musicista e viandante che annota i propri pensieri su un taccuino prezioso, il tefteri. Così la Grecia diventa l'Europa, la sua crisi la nostra e il rebetiko il canto di una speranza che non si rassegna a spegnersi.
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