Il Museo d’Arte Moderna Ugo Carà di Muggia (Trieste) rende omaggio a Gianni Rodari, chiamando a raccolta tredici illustratori che, nel corso della loro carriera, hanno contribuito a dare forma alle parole del grande scrittore di "Grammatica della fantasia".
Quello tra Gianni Rodari e l’illustrazione è un rapporto d’amore lunghissimo e sfaccettato. Nonostante non sia raro trovare nelle opere dello scrittore di Omegna disegni fantasiosi da lui stesso ideati, per tutta la sua carriera l’amato pedagogo e poeta italiano si è servito delle illustrazioni dei grandi disegnatori del suo tempo come strumento per amplificare il contenuto delle sue parole: una combinazione infallibile – quella tra immagini e storie – che ha fatto sognare grandi e piccini, contribuendo a rendere l’insegnamento di Rodari indimenticabile sia dal punto di vista visivo che letterario.
La nuova mostra in apertura il prossimo 5 marzo al Museo d’Arte Moderna Ugo Carà di Muggia (in provincia di Trieste) punta i riflettori sul tema, offrendo uno sguardo sulle infinite declinazioni dell’illustrazione “rodariana”.
Curata da Paola Bristot e Massimo Premuda nell’ambito della rassegna C’era una volta a Muggia…, la mostra – dal titolo Illustra Rodari – presenta oltre cento opere su carta: tavole coloratissime e di varie dimensioni, realizzate da alcuni tra i più grandi autori locali e non solo. Dando uno sguardo alla lista degli artisti coinvolti spiccano infatti i nomi di Francesco Tullio Altan e Nicoletta Costa, che in più di un’occasione hanno messo i loro pastelli al servizio dello scrittore di Omegna.
Onirici e fiabeschi sono invece i disegni di Febe Sillani, mentre quelli di Pia Valentinis fanno capolino all’interno del percorso espositivo rievocando il romanzo per ragazzi La torta in cielo, del 1966. La rassegna presenta inoltre alcune tavole originali di Manuele Fior – autore del riadattamento illustrato di Pianoforte Bill – e Lorenzo Mattotti – in mostra con una serie di copertine e illustrazioni delle storie di Rodari pubblicate in Svizzera. Ad affiancare la lunga sequenza di opere c’è anche una sezione a fumetti che ripercorre le avventure di Cipollino pubblicate a puntate negli anni Cinquanta e Sessanta sul giornalino per ragazzi Pioniere, diretto dallo stesso Rodari.
Visitabile fino al 7 maggio, la mostra – che si è avvalsa della collaborazione di Paola Rodari, figlia dello scrittore – vuole essere una vera e propria festa per rileggere l’eredità del grande maestro, a pochi mesi dal centenario della sua nascita. Solo lo scorso anno, infatti, il mondo della cultura italiana si era animato per celebrare Rodari con eventi, mostre e pubblicazioni mirati alla diffusione della sua attività.
“Gianni Rodari era particolarmente consapevole della forza visionaria delle immagini, lui stesso aveva scritto e disegnato”, afferma Paola Bristot. “Così viene naturale per l’editoria proporre abbinamenti e interpretazioni che seguono le ‘lezioni’ di Rodari. La felicità delle creazioni che si definisce nell’oggetto libro sortisce quell’effetto ricercato e voluto da entrambi, lo scrittore e il disegnatore, in un abbinamento verbo-visivo dove i due livelli espressivi hanno pari dignità: il testo è immagine e l’immagine si fa testo”.
[Immagine in apertura: Una tavola di Francesco Tullio Altan. Courtesy l’artista]