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Jago, Sphynx, 2015 Marmo, 65x30x50 cm Photo by Jago

JAGO. The exhibition

Bill Viola, Ascension, 2000, Video/sound installation, Color video projection on wall in dark room; stereo sound, Projected image size: 2,49x3,50 m, Room dimensions: 3,6x5,6x7,6 m, 10:00 minutes, Performer: Josh Coxx, Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

BILL VIOLA. Icons of Light

Guido Reni, Atalanta e Ippomene, 1615-1618 circa, olio su tela, 192 x 264 cm, © su concessione del Ministero della Cultura - Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli

Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura

Vasilij Kandinskij, Destino (Il muro rosso) 1909, olio su tela 83 x 116 cm, Astrakhan, The P.M. Dogadin Astrakhan State Art Gallery, inv. AKГ-Ж-458

Kandinskij. L'opera / 1900-1940

Joaquín Sorolla y Bastida, Cucendo la vela, 1896 Olio su tela, 222 x 300 cm Fondazione Musei Civici di Venezia, Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Ca' Pesaro, Inv. 2612021 © Archivio Fotografico - Fondazione Musei Civici di Venezia

Joaquín Sorolla y Bastida: Pittore di luce

Pietà Bandini, Museo dell'Opera del Duomo, Firenze. Foto Antonio Quattrone

Le tre Pietà di Michelangelo. Non vi si pensa quanto sangue costa

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Arte | Sky Arte

Caravaggio, Martirio di Sant’Orsola, 1610, olio su tela. Collezione Intesa San Paolo, Gallerie d’Italia-Napoli

Aperta al pubblico in uno storico palazzo cittadino anche la sede napoletana delle Gallerie d’Italia. Spazi triplicati rispetto alla precedente area espositiva di Palazzo&nbsp;Zevallos Stigliano e tre nuovi itinerari tematici. Presente nella collezione del museo anche un grande capolavoro di&nbsp;Caravaggio.

Napoli dà il benvenuto al suo nuovo museo

Medusa Anónimo italiano Mármol blanco Hacia 1770 – 1800 Madrid, Museo Nacional del Prado / Medusa Italian Anonymous White marble c. 1770 – 1800 Madrid, Museo Nacional del Prado

Il Museo del Prado di Madrid ha riallestito&nbsp;l'iconica Galleria ionica nord, rilanciando l'importanza delle opere scultoree incluse nella propria collezione con un display permanente.

2000 anni di scultura in mostra al Prado di Madrid

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Italie Invisibili – Maratona
Martedì 24 maggio – dalle ore 21:15

Una maratona alla scoperta delle Italie invisibili

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Mille e una notte in Egitto – Bestie divine
Lunedì 23 maggio – ore 22:30

Gli animali nel culto egiziano

Pittsburgh. Photo by Tyler Rutherford on Unsplash

L'Andy Warhol Museum di Pittsburgh punta a trasformare il distretto in cui sorge l'istituzione in un enorme centro artistico e futuro&nbsp;modello per il&nbsp;turismo culturale.

A Pittsburgh un nuovo quartiere creativo nel segno di Andy Warhol

Seeing Stars by Studio Roosegaarde

Il 25 settembre, lo Studio Roosegaarde replicherà&nbsp;– in collaborazione con Unesco Netherlands&nbsp;–&nbsp;la suggestiva performance "Seeing Stars" nella città di Leida, nei Paesi Bssi. Un'esperienza a luci artificiali spente&nbsp;che riporterà i cittadini&nbsp;ad ammirare la magia di un&nbsp;cielo stellato.

A Leida si spengono le luci e si accendono le stelle

Courtesy Elia Barbieri

“Era l’inizio di aprile, ce ne stavamo ancora tutti chiusi in casa aspettando di poter uscire. La stagione stava cambiando, si sentiva la primavera in arrivo, e come all’epoca capitava in molti quartieri di molte città, dalla finestra, alla stessa ora tutti i pomeriggi, sentivo suonare un gruppo di musicisti organizzatisi da qualche parte su qualche balcone. La concomitanza di queste due cose mi ha fatto pensare che se ne potesse fare una piccola serie, che semplicemente legasse la musica suonata a degli elementi appartenenti alla natura".
Lo storico <a href="https://arte.sky.it/news/libro-street-art-coronavirus" target="_blank">lockdown</a> della primavera del 2020, nonostante la faticosa obbedienza che ci ha richiesto, ha rappresentato infatti per molti artisti un periodo particolarmente stimolante e fecondo. Numerosi sono stati i progetti artistici nati proprio in piena restrizione e moltissimi i fotografi che, ad esempio, hanno <a href="https://arte.sky.it/foto/foto-new-york-lockdown" target="_blank">documentato la nuova dimensioni pandemica in cui eravamo stati catapultati</a>.
Così anche l’illustratore e graphic designer Elia Barbieri, classe 1984, sfruttando la singolare stasi di quel periodo, ha dato vita a giocose immagini che propongono analogie logiche e di forma tra strumenti musicali e natura.&nbsp;
“La serie nasce come esercizio di stile, un po' per caso un po' per gioco, quando, sfogliando un vecchio quaderno, sono incappato in uno dei bozzetti preparatori per un lavoro che avevo fatto per il "<a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/08/buskers-festival-ferrara" target="_blank">Ferrara Buskers Festival</a>": un uomo che suona un contrabbasso il cui manico inizia a crescere e germogliare”. Già solito a ridurre al minimo l’uso dei colori, qui Barbieri si limita al bianco e nero. E nel pieno rispetto della sua filosofia di “dire molto con poco” dà vita a immagini essenziali che prediligono una composizione “snella”, atta a favorire la più diretta e immediata comprensione del messaggio.

La primavera in musica nelle illustrazioni di Elia Barbieri

Hokusai Katsushika, Oiwa e Yurei da Quaderno manga X, 1850, xilografie policrome su carta da gelso, 29 pagine, 225 x 160 mm

Una stanza buia illuminata solo dalla luce di cento candele che man mano si spengono, dando spazio a una voce roca che impersona un vecchio samurai morto pazzo dopo aver incontrato un vero mostro Yōkai. Comincia così, con una esperienza da brividi che si ispira alla prova di coraggio da parte di valorosi <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/12/tra-magia-e-arte-antica-torino-va-alla-scoperta-di-samurai-e-ninja" target="_blank">guerrieri nipponici</a> del XVII secolo, il viaggio immersivo nella mostra “YŌKAI. Le antiche stampe dei mostri giapponesi”, ospitata presso il Belvedere della Villa Reale di Monza dal 30 aprile al 21 agosto 2022. 
La rassegna – a cura di Paolo Linetti e prodotta da Vertigo Syndrome – raccoglie oltre duecento opere tra xilografie, libri antichi, abiti storici, armi tradizionali e armature samurai, ricostruendo l’immaginario dei più famosi artisti giapponesi attivi tra il XVIII e il XIX secolo. Yōkai, Bakemono, Yurei, Jorogumo, Tanuki, Bakeneko, Kappa, Ningyo, Okiku sono solo alcune delle creature mostruose che popolano l’immaginario collettivo giapponese e che ritroviamo nelle preziose opere in mostra. Per la prima volta sarà esposta al pubblico anche la leggendaria collezione privata Bertocchi, composta da 77 netsuke, piccole sculture in avorio e legno che venivano utilizzate dalle nobildonne giapponesi come elementi accessori dei kimono e un rotolo lungo 10 metri narrante la spaventosa storia di una creatura mitologica chiamata Shutendoji, a capo di un esercito di mostri. Riflettori puntati anche sui&nbsp;celebri&nbsp;quaderni manga di <a href="https://arte.sky.it/news/libro-monografia-hokusai" target="_blank">Hokusai</a> e altri suoi capolavori.
L’esposizione si conclude con sei tavole originali create ad hoc dall’illustratrice Loputyn – nome d’arte della bresciana Jessica Cioffi –, che interpretano in chiave contemporanea altrettante leggende giapponesi, Le opere saranno raccolte in un piccolo volume a tiratura limitatissima, edito da HOP!, venduto esclusivamente nell’ambito della rassegna.

Kuniyoshi Utagawa, La principessa strega Takiyasha e lo scheletro del padre, da Storia di Utö Yasutaka, 1844 circa, xilografia policroma su carta da gelso, 370 x 750 mm

Kuniyoshi Utagawa, La principessa strega Takiyasha e lo scheletro del padre, da Storia di Utö Yasutaka, 1844 circa, xilografia policrome su carta da gelso, 370 x 750 mm

Chikanobu Yoshu, Yamashiro, neve a Rokuhara, dalla serie Neve, luna e fiori, 1884, xilografia policroma su carta da gelso, 350 x 250 mm

Chikanobu Yoshu, Yamashiro, neve a Rokuhara, dalla serie Neve, luna e fiori, 1884, xilografia policroma su carta da gelso, 350 x 250 mm

Enjaku, L’attore Yonezo Ichikawa III nel ruolo del fantasma di Oiwa, 1864, xilografia policroma su carta da gelso, 179 x 246 mm

Enjaku, L’attore Yonezo Ichikawa III nel ruolo del fantasma di Oiwa, 1864, xilografia policroma su carta da gelso, 179 x 246 mm

Hokusai Katsushika, Libro di combattenti cinesi e giapponesi, 1836-1857, xilografie monocrome su carta da gelso, 30 pagine, 240 x 162 mm

Hokusai Katsushika, Libro di combattenti cinesi e giapponesi, 1836-1857, xilografie monocrome su carta da gelso, 30 pagine, 240 x 162 mm

Kuniyoshi Utagawa, Okabe: la storia della pietra del gatto delle cinquantatré stazioni parallele del Tokaido, 1843-1847, xilografia policroma su carta da gelso, 364 x 251 mm

Kuniyoshi Utagawa, Okabe: la storia della pietra del gatto delle cinquantatré stazioni parallele del Tokaido, 1843-1847, xilografia policroma su carta da gelso, 364 x 251 mm

Anonimo, Maschera del teatro Noh - Kappa, 1890, legno, colori, fibre vegetali,&nbsp; 29 x 20 x 20 cm

Anonimo, Maschera del teatro Noh - Kappa, 1890 legno, colori, fibre vegetali,  29 x 20 x 20 cm

Kuniyoshi Utagawa, Omori Hikoshichi e la principessa Oni, 1830 circa, xilografia policroma su carta da gelso, 350 x 250 mm

Kuniyoshi Utagawa, Omori Hikoshichi e la principessa Oni, 1830 circa, xilografia policroma su carta da gelso, 350 x 250 mm

Hokusai Katsushika, Oiwa e Yurei da Quaderno manga X, 1850, xilografie policrome su carta da gelso, 29 pagine, 225 x 160 mm

Hokusai Katsushika, Raiko e il ragno di terra, da Hokusai gafu, 1849, xilografia policroma su carta da gelso chirimen, 272 x 157 mm

Hokusai Katsushika, Raiko e il ragno di terra, da Hokusai gafu, 1849, xilografia policroma su carta da gelso chirimen, 272 x 157 mm

Rotolo a scorrimento con Raiko, i Quattro Re Celesti e l’Oni Shutendoji, fine XIX secolo, seta e inchiostri su carta da gelso, 39 x 1117 cm

Rotolo a scorrimento con Raiko, i Quattro Re Celesti e l’Oni Shutendoji, fine XIX secolo, seta e inchiostri su carta da gelso, 39 x 1117 cm

Netsuke con due artigiani intenti a creare una maschera da Tengu, seconda metà XIX secolo, avorio e china
2,5 x 5 x 2 cm

Netsuke con due artigiani intenti a creare una maschera da Tengu, seconda metà XIX secolo, avorio e china 2,5 x 5 x 2 cm

Spiriti, creature e mostri del folklore giapponese in mostra a Monza

Credit Daan Roosegaarde

Il 25 e 26 marzo scorsi, lo <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/01/daan-roosegaarde-installazione-luminosa-grow" target="_blank">Studio Roosegaarde</a> ha riproposto nei Paesi Bassi, presso il sito patrimonio UNESCO del castello di Loevestein, una delle sue più famose installazioni immersive: “<a href="https://arte.sky.it/news/daan-roosegaarde-installazione-paesi-bassi-cambiamento-climatico" target="_blank">Waterlicht</a>”. La celebre inondazione virtuale di luce blu, presentata per la prima volta nel 2015 ad Amsterdam e Parigi e poi protagonista di&nbsp;un fortunato <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/10/lultima-installazione-di-daan-roosegaarde-a-toronto" target="_blank">tour mondiale</a>, vuole mostrare in modo tangibile ‒ attraverso un’avanzata combinazione di tecnologia LED e speciali lenti ‒ quale&nbsp;altezza potrebbe raggiungere l’acqua del mare e degli oceani in specifici siti ritenuti particolarmente vulnerabili. Moltissime aree del nostro pianeta, alcune anche densamente popolate, si trovano infatti sotto il livello del mare e, a causa del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici, corrono il reale rischio di essere sommerse. L’installazione, caratterizzata da un forte potere estetico e da un particolare fascino dovuto all’interazione tra arte, ambiente e genere umano, presenta però anche uno spessore etico di grande rilevanza. Lo studio e il suo visionario fondatore <a href="https://studioroosegaarde.net/projects" target="_blank">Daan Roosegaarde </a>utilizzano, infatti, da sempre l’arte per smuovere le coscienze, <a href="https://arte.sky.it/news/fuochi-artificio-ecosostenibili-daan-roosegaarde" target="_blank">proporre possibili scenari</a> e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/03/urban-sun-studio-roosegaarde-coronavirus" target="_blank">offrire soluzioni per un mondo migliore</a>. Se si tralascia ‒ anche solo per un attimo ‒ il fatto che quelli dell’opera sono solo poetici e scenografici fasci di luce blu, “Waterlicht” apre un inquietante spiraglio su ciò che potrebbe essere il nostro futuro.

Waterlicht 2022.&nbsp;Credit Daan Roosegaarde

Waterlicht 2022. Credit Daan Roosegaarde

L'inondazione di luce che fa riflettere sull'emergenza climatica

Katsumi Komagata, Tiger, 2018

Ogni favola che si rispetti – anche quella con il finale più zuccheroso e sentimentale mai immaginato ‒ prevede sempre un personaggio antagonista a quello principale, un carattere “cattivo” in opposizione a quello che, invece, incarna la bontà. Altrimenti che storia è? Partendo da questo assunto, Mimaster Illustrazione ha chiesto alla vasta platea di suoi ex Alumni e a illustratori internazionali che si sono susseguiti nel corso degli anni nell’insegnamento al master semestrale di illustrazione ‒ tra i quali <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/07/festival-illustrazione-gallerie-italia-vicenza-mostra-noma-bar" target="_blank">Noma Bar</a>, Brad Holland, Katsumi Komagata, Libero Gozzini, William Grill, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/06/20-illustratori-ritraggono-i-protagonisti-della-storia-di-cremona" target="_blank">Federico Maggioni</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/09/mostra-copertine-mattotti-mantova" target="_blank">Lorenzo Mattotti</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/illustrazione-emiliano-ponzi-salone-mobile" target="_blank">Emiliano Ponzi</a>, Peter Sìs e <a href="https://arte.sky.it/foto/mostra-reggio-emilia-olimpia-zagnoli" target="_blank">Olimpia Zagnoli</a> ‒ di dare forma al loro cattivo preferito. Nasce così una mostra itinerante, che dopo essere stata inclusa nelle fiere di illustrazione di Francoforte, Guadalajara, Sharjah e Vilnius farà tappa, in seguito all’appena conclusa esposizione presso la <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/03/focus-sullillustrazione-alla-fiera-del-libro-per-ragazzi-di-bologna" target="_blank">Children’s Book Fair di Bologna</a>, di nuovo all’estero.
La rassegna riunisce una selezione di 140 rappresentazioni della malvagità: minotauri, matrigne cattive, tiranni, pirati, sorellastre, streghe, vampiri, ma anche personaggi storici, figure della letteratura e del cinema. 

Dalla mostra è nato anche un catalogo, edito da Edizioni della Galleria l’Affiche, intitolato, per l’appunto, “Cattivi”. Il libro, acquistabile e fruibile a prescindere dalla rassegna, è corredato dai testi dei fondatori di Mimaster Illustrazione Ivan Canu e Giacomo Benelli e curato per la parte grafica da Daniele Morganti. Dividendo le illustrazioni dei “cattivi” in cinque sezioni, “Bestiacce”, “He devil”, “She devil”, “Uomini o mostri?” e “Parenti serpenti”, il progetto editoriale prevede anche ‒ per ogni personificazione del male ‒ una citazione o un aneddoto capaci di rendere meno spaventosa (o magari no!) la malvagità.

Andrej Dugin and Olga Dugina, The Dragon's Feathers - Die Drachenfedern Esslinger Verlag Schreiber, 1993

Andrej Dugin and Olga Dugina, The Dragon's Feathers - Die Drachenfedern Esslinger Verlag Schreiber, 1993

Francesco Camporeale, Stonatura, 2019

Francesco Camporeale, Stonatura, 2019

Giacomo Agnello Modica, Cruella, 2019

Giacomo Agnello Modica, Cruella, 2019

Gianni De Conno, Dr. Jekyll & Mr. Hyde -&nbsp;Cover for Lo strano caso del Dr. Jekill & Mr. Hyde&nbsp;(Prìncipi & Principi Editore), 2010

Gianni De Conno, Dr. Jekyll & Mr. Hyde - Cover for Lo strano caso del Dr. Jekill & Mr. Hyde (Prìncipi & Principi Editore), 2010

Guido Scarabottolo, Ezra Pound, 2015

Guido Scarabottolo, Ezra Pound, 2015

Ivan Canu, Miranda Priestley, 2018

Ivan Canu, Miranda Priestley, 2018

Katsumi Komagata, Tiger, 2018

Marianna Coppo, Stay Puft Marshmallow Man, 2020

Marianna Coppo, Stay Puft Marshmallow Man, 2020

Michael Sowa, Difficult Family, 2013

Michael Sowa, Difficult Family, 2013

Thomas Ehretsman, Dracula -&nbsp;Alternative version for the cover of Dracula for Penguin, 2015

Thomas Ehretsman, Dracula - Alternative version for the cover of Dracula for Penguin, 2015

Michel Fuzellier, Turin Kong, 2005

Michel Fuzellier, Turin Kong, 2005

Lorenzo Mattotti, Capriccio, 2008

Lorenzo Mattotti, Capriccio, 2008

Chi sono i "cattivi" preferiti dagli illustratori?

Le influenze moresche, la cultura classica, lo stile orientale, il mito e il mondo wagneriano. E poi i dipinti di famiglia, le scenografie teatrali, le invenzioni illuminotecniche e le incredibili creazioni tessili. Tutto questo convive e trova nuova luce all’interno di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/12/mostra-rovine-palazzo-fortuny-venezia">Palazzo Fortuny</a> a Venezia, casa-atelier dell’artista spagnolo <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/07/mostra-famiglia-fortuny-venezia">Mariano Fortuny Y Madrazo</a> e di sua moglie Henriette Nigrin,&nbsp;<a href="https://arte.sky.it/news/riapertura-palazzo-fortuny-venezia">riaperto al pubblico</a> dopo ingenti lavori di ristrutturazione. L’edificio, considerato tra i più grandi palazzi di Venezia in stile gotico, fu fondato alla fine del XV secolo dai nobili Pesaro,
che vi abitarono fino al XVIII secolo. Divenne poi, per un certo periodo, sede dell'Accademia Filarmonica degli Orfei, da cui il nome Palazzo Pesaro degli Orfei con cui era conosciuto fino a&nbsp;quando divenne di proprietà di Mariano Fortuny Y Madrazo nel 1898. Quando il poliedrico artista entrò per la prima volta all’interno del palazzo, lo trovò in stato di degrado e decadenza, ma se ne innamorò perdutamente e in una decina di anni lo riportò allo splendore originario, arricchito dal&nbsp;suo inconfondibile gusto estetico e stile eclettico. 
Al primo piano del palazzo torna dunque visibile lo straordinario ciclo parietale di ben 140 metri quadrati con cui Mariano, utilizzando l’artificio del trompe l’oeil, è riuscito a dare vita a un illusorio giardino incantato, con figure allegoriche, satiri e animali esotici. Lungo l’immenso portego illuminato dalle polifore, all’insegna del concetto wagneriano di opera d’arte totale, troviamo un susseguirsi di pregiati tessuti, originalissime lampade da lui progettate e ispirate ai pianeti, quadri, mobili e oggetti che ricordano le origini spagnole dell’artista. Ma anche la produzione pittorica del padre e le copie, grande fonte di ispirazione per Mariano, di capolavori senza tempo di <a href="https://arte.sky.it/news/restauro-tiepolo-venezia-gallerie-accademia" target="_blank">Tiepolo</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/02/melania-mazzucco-tintoretto-ribelle-venezia-intervista-documentario-saggio-romanzo" target="_blank">Tintoretto</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-goya-fisionomia-roma" target="_blank">Goya</a>. E poi la passione per la musica e per le opere teatrali con i bozzetti delle scene e dei costumi progettati per la prima assoluta di "Tristano e Isotta" alla Scala di Milano e la rivoluzionaria invenzione scenotecnica della “cupola” – brevettata nel 1901 – con cui porterà luce indiretta, diffusa e regolabile nei teatri di tutta Europa.

Tutto lo splendore di Palazzo Fortuny a Venezia

Claire Fontaine, Ascolto. Courtesy to Treccani Arte

La lingua italiana, con più di 150mila lemmi, rappresenta una fonte inesauribile di voci, termini, significati e definizioni. Provate ora a sfogliare il vocabolario e scegliete la parola che più vi piace e vi colpisce. Poi, associate a essa un’immagine capace di suggerirla, ricordarla o evocarla. Questo è l’utopico progetto ‒ chiamato appunto “UTOPIA” ‒ promosso della Treccani Arte, ramo dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani dedicato alla divulgazione e promozione dell’arte contemporanea, con lo scopo di dar vita a un vocabolario visivo in cui a ogni parola è associata un’immagine. 

Elisabetta Benassi, Ettore Favini, Claire Fontaine, Piero Golia,<a href="https://arte.sky.it/news/mostra-emilio-isgro-dante-palermo" target="_blank"> Emilio Isgrò</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/09/installazione-marcello-maloberti-maria-lai-sardegna" target="_blank">Marcello Maloberti</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/11/ra-di-martino-mostra-museo-novecento-firenze" target="_blank">Rä di Martino</a> e Alessandro Piangiamore sono gli artisti invitati a partecipare alla prima fase del progetto. È stato chiesto loro di scegliere la parola che più ne rappresenta il pensiero e il lavoro e di portarla in vita tramite l’ideazione di un’immagine creata ad hoc. Nella realizzazione del progetto, gli autori non hanno ricevuto alcuna limitazione alla propria espressività, potendo quindi rielaborare il significato visivo della parola liberamente, seguendo soltanto il proprio sentire. Il risultato finale è una interpretazione inedita dei lemmi, che ha dato forma a raffigurazioni originali e inconsuete capaci di suggerire nuovi significati e scenari. Per questa prima raccolta di immagini le parole scelte dagli artisti sono: Utopia, Ascolto, Filtro, Arrivederci, Assenza, Farfalla, Amen e Cielo e ogni poster, realizzato in 100 copie uniche, prevede sul fronte la rielaborazione visiva suggerita dall’artista, mentre sul retro il lemma, la tiratura e la firma dell’autore

Elisabetta Benassi, Utopia. Courtesy to Treccani Arte

Elisabetta Benassi, Utopia. Courtesy to Treccani Arte

Alessandro Piangiamore, Cielo. Courtesy to Treccani Arte

Alessandro Piangiamore, Cielo. Courtesy to Treccani Arte

Claire Fontaine, Ascolto. Courtesy to Treccani Arte

Emilio Isgrò, Farfalla. Courtesy to Treccani Arte

Emilio Isgrò, Farfalla. Courtesy to Treccani Arte

Ettore Favini, Arrivederci. Courtesy to Treccani Arte

Ettore Favini, Arrivederci. Courtesy to Treccani Arte

Piero Golia, Assenza. Courtesy to Treccani Arte

Piero Golia, Assenza. Courtesy to Treccani Arte

Marcello Maloberti, Àmen. Courtesy to Treccani Arte

Marcello Maloberti, Àmen. Courtesy to Treccani Arte

Rä di Martino, Filtro. Courtesy to Treccani Arte

Rä di Martino, Filtro. Courtesy to Treccani Arte

I poster d'artista ispirati alle parole della lingua italiana

Puppy. Credito Guggenheim Museum Bilbao

In occasione delle celebrazioni per il 25º anniversario del Guggenheim di Bilbao, Jeff Koons – in collaborazione con le curatrici del museo – ha rinnovato l'immagine di Puppy, la scultura floreale mascotte dell’istituzione spagnola. All'insegna del monocromatismo.

La nuova veste floreale del celebre Puppy di Bilbao

Christo e Jeanne-Claude durante The Gates, New York City, febbraio 2005 Foto: Wolfgang Volz © 2005 Christo and Jeanne-Claude Foundation

Dal 15 ottobre al&nbsp;16 aprile 2023, il Castello di Miradolo, in provincia di Torino, ospiterà una grande rassegna dedicata ai progetti e agli interventi&nbsp;su ampia scala realizzati dalla celebre coppia di land artist formata da&nbsp;Christo e da sua moglie&nbsp;Jeanne-Claude.

Arriva in Piemonte la mostra-omaggio a Christo e Jeanne-Claude

Marina Abramović alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia, photo Irene Fanizza

La Royal Academy of Arts di Londra ha riprogrammato l’attesa mostra su Marina Abramović, slittata a causa della pandemia. Previsto per il 23 settembre 2023 il grande debutto della rassegna&nbsp;che ripercorrerà l’intera carriera della pioniera della performance art.

Inaugura finalmente la mostra inglese dedicata a Marina Abramović

Dovima with elephants, evening dress by Dior, Cirque d’Hiver, Paris, August 1955 Richard Avedon Archive/Gift of the artist

Andy Warhol, Max Ernst,&nbsp;Richard Avedon,&nbsp;Hieronymus Bosch,&nbsp;Michelangelo, Zerocalcare, l'arte contemporanea
giapponese, le meraviglie del Perù: ecco alcuni dei protagonisti e dei temi al centro delle grandi mostre che Milano ospiterà nei prossimi mesi. Aspettando il 2023, anno che&nbsp;già si preannuncia ricco di straordinari autori&nbsp;dell'arte mondiale.

La nuova veste floreale del celebre Puppy di Bilbao

Tutte le grandi mostre in arrivo a Milano

Inaugura finalmente la mostra inglese dedicata a Marina Abramović

Arriva in Piemonte la mostra-omaggio a Christo e Jeanne-Claude

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Il Rinascimento segreto di Genova

Tutti i segreti del Rinascimento in una nuova serie

Occhi puntati su Venezia

La Valle d'Aosta tra storia e castelli

La Pasqua secondo gli artisti

Donatello, icona del Rinascimento

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