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Il plurale di Civiltà

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Helen Frankenthaler nel suo studio di East 83rd Street mentre è al lavoro su April Mood e Under April Mood (entrambi del 1974), New York, 1974. Photograph by Alexander Liberman (c) J. Paul Getty Trust. Getty Research Institute, Los Angeles (2000.R.19)

Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole

Maria Lai - Senza titolo (Geografia), 1982-1989, filo, stoffa, velluto ricamati e cuciti su tela parzialmente dipinta, 146 x 176 cm Collezione Intesa Sanpaolo

Maria Lai. Geografia

Adolfo Wildt, Un altare, acquaforte e acquatinta, 1916, collezione Museo Civico delle Cappuccine Bagnacavallo, inv. GSB10031

La rivoluzione del segno. La grafica delle avanguardie da Manet a Picasso

Fernando Botero, The President and his cabinet, 2011, Oil on canvas, 152x197 cm. Collezione privata

Fernando Botero. La grande mostra

Edvard Munch, Melancholy, 1900–1901. Oil on canvas, 110,5 × 126 cm. Photo (c) Munchmuseet

Munch. Il grido interiore

Alberto Savinio, Tombeau d'un roi maure, 1929, olio su tela

Il Surrealismo e l’Italia

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Arte | Sky Arte

Photo Claudio Ripalti, Galleria Nazionale delle Marche

Per festeggiare il Natale, la Galleria Nazionale delle Marche collabora con la città di Milano nell'ambito dell'esposizione a Palazzo Marino della "Madonna con il Bambino e i Santi Simone e Giuda" di Federico Barocci, dal 4 dicembre al 12 gennaio 2025. Il dipinto, fulcro dello stile di Barocci e influenzato da Correggio, ritrae la Vergine in un momento di tenerezza, mentre insegna al figlio a leggere.

A Natale un capolavoro di Federico Barocci dalle Marche a Milano

Kenny Scharf – When worlds collide

Kenny Scharf – When worlds collideSabato 23 novembre – ore 21:15

L’arte di Kenny Scharf

Filippo Saccà - Calabria (da Il Grand Tour di J. W. Mehrlicht), 2024

L'Istituto Italiano di Cultura di Amburgo presenterà a fine mese una particolare mostra d'arte contemporanea che ribalta il concetto di Grand Tour: l’esposizione invita a scoprire l'Italia “marginale” e periferica attraverso le opere di otto artisti che propongono una nuova prospettiva sulle bellezze nascoste del Bel Paese.

8 artisti interpretano il Gran Tour delle periferie italiane

Lot 10, Maurizio Cattelan, 'Comedian', 6.2m

La banana di Cattelan, già venduta nel 2019 per 120mila dollari, ha superato ogni aspettativa all'asta di Sotheby's New York, raggiungendo i 6,2 milioni di dollari. Comprata dall'imprenditore di criptovalute Justin Sun, l'opera continua a stimolare dibattiti sulla natura dell'arte, grazie alla sua combinazione tra provocazione e umorismo.

La “banana” di Cattelan è stata venduta per 6,2 milioni di dollari

Jackson Pollock, The She-Wolf (1943). Huile, gouache et plâtre sur toile © Pollock-Krasner Foundation / ADAGP, Paris 2024

Il Musée Picasso-Paris dedica una nuova retrospettiva al celebre artista americano, concentrandosi sulle sue prime opere, realizzate tra il 1934 e il 1947. La mostra esplora le diverse fonti che hanno influenzato la ricerca artistica di Pollock, tra cui l'arte dei nativi americani e le avanguardie europee, con un focus particolare sul ruolo di Pablo Picasso.

In mostra a Parigi gli esordi artistici di Jackson Pollock

L’ombra di Goya

L'ombra di GoyaGiovedì 21 novembre – ore 21:15

L’arte di Goya in prima visione

Velasco Vitali, Sabir - Arte Sella 2024 - Photo Giacomo Bianchi

Il Mediterraneo come ponte tra culture e come teatro di tragedie; il rapporto dell’uomo con la natura e l’accettazione dell’ineluttabile trascorrere del tempo. Sono questi i temi affrontati dalle due installazioni inaugurate nel corso delle ultime settimane lungo il percorso di <a href="https://arte.sky.it/news/opera-velasco-vitali-arte-sella" target="_blank">Arte Sella</a>, il parco d'arte contemporanea immerso nella natura della Valsugana, in Trentino. Le opere, intitolate “Sabìr” e “Dispersion Disparition TBL JN NVL 2024”, sono state realizzate rispettivamente dall’artista italiano <a href="https://arte.sky.it/archivio/2013/07/alla-triennale-le-citta-abbandonate-di-velasco-vitali" target="_blank">Velasco Vitali</a> e dal celebre architetto francese <a href="https://arte.sky.it/news/jean-nouvel-mostra-ville-costa-azzurra " target="_blank">Jean Nouvel</a>, insignito del prestigioso <a href="https://arte.sky.it/news/pritzker-architecture-prize-riken-yamamoto" target="_blank">Pritzker Prize </a>nel 2008.L’imponente installazione site-specific realizzata da Velasco Vitali deve il suo nome, "Sabìr", all’antica lingua franca utilizzata per secoli dai corsari attivi nel “Mare Nostrum”. Ispirandosi ai colori e alle forme architettoniche tradizionali dell’area mediterranea, l’artista comasco ha eretto una cupola interamente ricoperta da oltre seimila scandole in legno dipinto. Oltre al notevole impatto visivo, amplificato dal posizionamento dell’opera su una bianca duna di sale circondata dagli abeti della Valsugana, l’opera di Vitali racchiude un importante significato simbolico. Venti tegole della copertura provengono infatti da un’imbarcazione naufragata nell’ottobre 2013, dieci anni prima dell’inizio dell’opera di installazione di "Sabìr" nella sua attuale sede.È invece il verde del parco di Villa Strobele, a Borgo Valsugana, ad accogliere “Dispersion Disparition TBL JN NVL 2024”, opera concepita dall’architetto francese Jean Nouvel per indagare artisticamente la relazione tra uomo, architettura e natura. L'essenziale installazione è composta unicamente da un tavolo quadrato di colore rosso pompeiano, realizzato in cocciopesto, uno dei più antichi materiali edili di riciclo, composto da frammenti di laterizi e mattoni. Oltre a integrarsi idealmente con il paesaggio naturale circostante, l’opera rappresenta un invito alla contemplazione aperto a tutto il pubblico. Nouvel ha inoltre inserito sotto il tavolo strumenti da falegname che, alla sua morte, dovranno essere impiegati per distruggere l’opera e procedere al riutilizzo dei materiali, in una sorta di invito artistico al riciclo e all’attenzione alla sostenibilitàArmoniosamente integrate nel paesaggio naturale circostante, le due nuove installazioni impreziosiscono il percorso tra arte e natura in <a href="https://arte.sky.it/news/arte-sella-mario-cucinella-installazione" target="_self">Valsugana</a>, offrendo ai visitatori una rinnovata esperienza che combina arte, innovazione e natura. A 38 anni dalla sua istituzione, Arte Sella si conferma così luogo di incontro privilegiato tra culture, che riesce a combinare arte contemporanea e sostenibilità ambientale in una proposta armonica e coerente.

Velasco Vitali, Sabìr - Arte Sella 2024 - Photo Giacomo Bianchi

Jean Nouvel, Dispersion Disparition TBL JN NVL 2024 – Arte Sella 2024 – Photo Giacomo Bianchi

Jean Nouvel, Dispersion Disparition TBL JN NVL 2024 – Arte Sella 2024 – Photo Giacomo Bianchi

Con le opere di Jean Nouvel e Velasco Vitali cresce Arte Sella

Michelangelo Consani, Il seme dell’uomo, 2024. Bronzo, cm 80 x 41x 25, particolare. Courtesy ieedificio57 San Gimignano, ME Vannucci Pistoia. Ph Nicola Gnesi

L’inedito confronto tra le opere di due artisti italiani, Michelangelo Consani e <a href="https://arte.sky.it/news/arte-continua-loris-ceccherini-giovanni-ozzola-firenze-colle-val-d-elsa " target="_blank">Loris Cecchini</a>, è il focus dell’esposizione inaugurale di <a href="https://arte.sky.it/news/ieedificio57-san-gimignano-mostra-cecchini-consani" target="_blank">ieedificio57</a>, il nuovo centro per l’arte contemporanea aperto da pochi giorni a <a href="https://arte.sky.it/news/passeggiata-poetica-san-gimignano" target="_blank">San Gimignano</a>. “Brainstorming”, così si intitola la mostra che presenta al pubblico un dialogo partecipato tra due artisti complementari su temi di grande respiro, come il rapporto tra spazio artificiale e naturale, il ruolo dell'arte nel mondo di oggi e l’impatto sull’ambiente delle attività produttive della nostra società.Quella di uno spazio culturale aperto al confronto diretto e al dialogo creativo è un’idea di Consani, artista concettuale classe 1971, che ha recuperato l’antico stabile nel borgo medievale di San Gimignano per dedicarlo alle diverse anime dell’arte contemporanea. In occasione della prima mostra è stato invitato Loris Cecchini, affermato artista milanese che ha portato in Toscana una serie di nuove opere, create ad hoc per il nuovo spazio espositivo. Tra i lavori allestiti al piano terra e nella cantina dell’edificio spiccano l’installazione modulare “Tropism (Thin thing)” e "KNO3C", bassorilievo tridimensionale in grafite su carta di lana e tela di lino, installato negli spazi della “Zattera”, il locale sotterraneo di ieedificio57. Attraverso l’uso di materiali come l'acciaio, l'alluminio e la grafite, Cecchini dà vita ad ambienti immersivi che racchiudono al loro interno gli elementi fondamentali (chimici e concettuali) del mondo naturale, lasciandoli interagire con i visitatori e lo spazio espositivo circostante.Il primo piano di ieedificio57 ospita invece il nuovo progetto artistico di Michelangelo Consani, intitolato "Il seme dell'uomo". Richiamando nel titolo il film apocalittico diretto nel 1969 da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/09/docufilm-marco-ferreri-mostra-cinema-venezia " target="_blank">Marco Ferreri</a>, l’artista toscano fa ricorso a una grande varietà di media espressivi, come scultura, installazione e video, per comporre un set artistico in costante evoluzione: il percorso così delineato parte dalle fondamenta poste un secolo fa dalle avanguardie storiche e dai maestri del <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-poetic-activism-adi-design-museum-milano" target="_blank">design</a> del XX secolo, per approdare alla rielaborazione in chiave concettuale delle più recenti indagini artistiche su temi come il rapporto con l’ambiente e il ruolo dell’arte nel mondo contemporaneo.Aperta al pubblico fino al 10 febbraio del prossimo anno, la mostra "Brainstorming" rappresenta un’esperienza culturale stimolante che inaugura nel migliore dei modi il nuovo spazio espositivo nel cuore della toscana. Attraverso l’attuale e i prossimi confronti artistici, ieedificio57 promette di portare in scena a San Gimignano le diverse anime dell'arte contemporanea.

Michelangelo Consani, Il seme dell’uomo, 2024. Bronzo, cm 80 x 41x 25, particolare. Courtesy ieedificio57 San Gimignano, ME Vannucci Pistoia. Ph Nicola Gnesi

Michelangelo Consani, Il seme dell’uomo, 2006-2024. Marmo nero del Belgio, cm 25 x 30 x 37, particolare. Courtesy ieedificio57 San Gimignano, ME Vannucci Pistoia. Ph Enrico Amici

Michelangelo Consani, Il seme dell’uomo, 2006-2024. Marmo nero del Belgio, cm 25 x 30 x 37, particolare. Courtesy ieedificio57 San Gimignano, ME Vannucci Pistoia. Ph Enrico Amici

Michelangelo Consani, Il seme dell’uomo (Mezzadro), 2024. Ferro, alluminio, legno e cemento, 49 x 51 x 51 cm, particolare. Courtesy ieedificio57 San Gimignano, ME Vannucci Pistoia. Ph Nicola Gnesi

Michelangelo Consani, Il seme dell’uomo (Mezzadro), 2024. Ferro, alluminio, legno e cemento,  49 x 51 x 51 cm, particolare. Courtesy ieedificio57 San Gimignano, ME Vannucci Pistoia. Ph Nicola Gnesi

Michelangelo Consani, Il seme dell’uomo (Red and Blue), 2024. Legno e bronzo spazzolato, 65.5 x 83 x 88 cm. Courtesy ieedificio57 San Gimignano, ME Vannucci Pistoia. Ph Nicola Gnesi

Michelangelo Consani, Il seme dell’uomo (Red and Blue), 2024. Legno e bronzo spazzolato, 65.5 x 83 x 88 cm. Courtesy ieedificio57 San Gimignano, ME Vannucci Pistoia. Ph Nicola Gnesi

Michelangelo Consani, Il seme dell’uomo (Masanobu Fukuoka), 2016/2024. Legno, terracotta e video proiezione, dimensioni variabili. Courtesy ieedificio57 San Gimignano, ME Vannucci Pistoia. Ph Nicola Gnesi

Michelangelo Consani, Il seme dell’uomo (Masanobu Fukuoka), 2016/2024. Legno, terracotta e video proiezione, dimensioni variabili. Courtesy ieedificio57 San Gimignano, ME Vannucci Pistoia. Ph Nicola Gnesi

Michelangelo Consani, Il seme dell’uomo. Veduta della mostra, ieedificio57 San Gimignano, 2024. Courtesy ieedificio57 San Gimignano, ME Vannucci Pistoia. Ph Nicola Gnesi

Michelangelo Consani, Il seme dell’uomo. Veduta della mostra, ieedificio57 San Gimignano, 2024. Courtesy ieedificio57 San Gimignano, ME Vannucci Pistoia. Ph Nicola Gnesi

Loris Cecchini, veduta della mostra Brain Storming, ieedificio57 San Gimignano, 2024. Courtesy l’artista e GALLERIA CONTINUA. Ph Nicola Gnesi

Loris Cecchini, veduta della mostra Brain Storming, ieedificio57 San Gimignano, 2024.  Courtesy l’artista e GALLERIA CONTINUA. Ph Nicola Gnesi

Loris Cecchini, veduta della mostra Brain Storming, ieedificio57 San Gimignano, 2024. Courtesy l’artista e GALLERIA CONTINUA. Ph Nicola Gnesi

Loris Cecchini, KNO3C, 2024. Grafite su carta di lana su tela di lino, 200 x 200 x 5 cm. Courtesy l’artista e GALLERIA CONTINUA. Ph Nicola Gnesi

Loris Cecchini, KNO3C, 2024. Grafite su carta di lana su tela di lino, 200 x 200 x 5 cm. Courtesy l’artista e GALLERIA CONTINUA. Ph Nicola Gnesi

Loris Cecchini, Thin thing (tropism), 2024. Moduli saldati in acciaio inox, opera unica. Courtesy l’artista e GALLERIA CONTINUA. Ph Nicola Gnesi

Loris Cecchini, Thin thing (tropism), 2024. Moduli saldati in acciaio inox, opera unica. Courtesy l’artista e GALLERIA CONTINUA. Ph Nicola Gnesi

Loris Cecchini, Zigzags particles, 2024-09-05. Alluminio. Courtesy the artist and GALLERIA CONTINUA. Ph Allison Borgo

Loris Cecchini, Zigzags particles, 2024-09-05. Alluminio. Courtesy the artist and GALLERIA CONTINUA. Ph Allison Borgo

A San Gimignano c'è un nuovo spazio dedicato all'arte contemporanea

Marina Abramović, Dozing Consciousness, 1997-2002 (c) Marina Abramović. Courtesy of Lisson Gallery and the Marina Abramovic Archives

“Questa mostra è unica perché integra non solo il mio lavoro performativo, ma anche le mie ultime ricerche sull'uso di nuovi materiali e formati diversi, come nella mia più recente opera ‘Seven Deaths’, un'opera lirica che ho creato e successivamente trasformato in un'installazione video”. Così <a href="https://arte.sky.it/news/marina-abramovic-mostra-cina-shangai" target="_blank">Marina Abramović</a> ha voluto introdurre al pubblico la sua ultima mostra italiana, intitolata "<a href="https://arte.sky.it/news/mostra-marina-abramovic-bergamo " target="_blank">Between Breath and Fire</a>" e ospitata presso lo spazio gres art 671 di Bergamo fino al 16 febbraio 2025.Attraverso trenta installazioni e riproduzioni di performance che hanno fatto la storia dell’arte contemporanea, la personale di Abramović occupa gli spazi del <a href="https://arte.sky.it/news/gres-art-671-bergamo-none-collective " target="_blank">nuovo polo culturale bergamasco</a>. A essere approfondite sono le grandi questioni del nostro tempo, come la solitudine, il mito e la caducità dell’esistenza, invitando il pubblico a interagire con le opere esposte come spesso accade con i lavori dell’artista serba.La retrospettiva, curata da Karol Winiarczyk, ripercorre alcuni passaggi chiave della carriera artistica di Marina Abramović, dalle prime rivoluzionarie performance risalenti agli anni Settanta, come “Art Must Be Beautiful, The Artist Must Be Beautiful” e “Tree”, paesaggio al confine tra natura e artificio allestito nel giardino del nuovo spazio bergamasco, fino alle opere più recenti, che l’hanno consacrata come una delle figure più influenti dell'arte contemporanea. Tra le installazioni realizzate negli ultimi anni, spicca “Seven Deaths”, dedicata alla “Divina” <a href="https://arte.sky.it/news/maria-callas-centenario-eventi-torino-universita " target="_blank">Maria Callas</a> e vero cuore pulsante dell’esposizione. Concepita come un'esperienza cinematografica immersiva, l’opera del 2021 stabilisce un parallelo affascinante, mostrando al pubblico l’artista serba nei panni della grande soprano mentre interpreta sette diverse eroine vittime di morti tragiche, accompagnate da un sottofondo musicale di assoli della stessa Callas.Allestita nel nuovo polo per le arti e la cultura di Bergamo (ricavato in ex stabilimento industriale della città lombarda, riqualificato da circa un anno), la retrospettiva condensa la carriera di un’artista fuori dall’ordinario, introducendo alla sua poetica e alla potenza visiva dei suoi lavori. Grazie alla loro incredibile capacità di stabilire un dialogo mai banale col pubblico, le opere di Marina Abramović continuano infatti a far riflettere sulla condizione umana e sulla fragilità dell’esistenza.

Marina Abramović, Seven Deaths, 2021, Pic from the film installation © Marina Abramović. Courtesy Lisson Gallery and The Marina Abramović Archives. Photography by Todd-White Art Photography

Marina Abramović, Seven Deaths, 2021, Pic from the film installation © Marina Abramović. Courtesy Lisson Gallery and The Marina Abramović Archives. Photography by Todd-White Art Photography

Marina Abramović, Seven Deaths, 2021 © Marina Abramović. Courtesy Lisson Gallery and The Marina Abramović Archives. Photography by Todd-White Art Photography

Marina Abramović, Seven Deaths, 2021 (c) Marina Abramović. Courtesy Lisson Gallery and The Marina Abramović Archives. Photography by Todd-White Art Photography

Marina Abramović, Dozing Consciousness, 1997/2002 © Marina Abramović. Courtesy of Lisson Gallery and the Marina Abramovic Archives

Marina Abramović, Between Breath and fire, veduta della mostra presso gres art 671, Bergamo, photo credit Paolo Biava

Marina Abramović, Between Breath and fire, veduta della mostra presso gres art 671, Bergamo, photo credit Paolo Biava

Marina Abramović, Between Breath and Fire, veduta della mostra presso gres art 671, Bergamo, photo credit adicorbetta

Marina Abramović, Between Breath and fire, veduta della mostra presso gres art 671, Bergamo, photo credit adicorbetta

In mostra a Bergamo l’arte (non solo) performativa di Marina Abramović

Photo Irene Fanizza

Yoko Ono torna a parlare al pubblico italiano del ciclo di vita, morte e rinascita attraverso una delle sue installazioni più celebri: "<a href="https://arte.sky.it/news/mostra-yoko-ono-padova " target="_blank">Ex It</a>", che resterà visibile fino al prossimo 6 gennaio nel magnifico Palazzo della Ragione di <a href="https://arte.sky.it/news/padova-affreschi-patrimonio-mondiale-unesco" target="_blank">Padova</a>. In quest’opera site-specific, l’<a href="https://arte.sky.it/news/mostra-retrospettiva-yoko-ono-tate-modern" target="_blank">artista</a> giapponese (ma statunitense d’adozione) ha disposto nell’ampio salone dell’antica sede dei tribunali padovani cento bare in legno di diverse misure: dall’interno delle casse socchiuse spuntano degli alberi di ulivo, a creare un forte contrasto simbolico con l’immagine luttuosa delle bare, in una vigorosa metafora visiva destinata a stimolare la riflessione sui temi cruciali dell’esistenza.Considerata una delle installazioni più importanti mai realizzate da Ono, l’opera esposta a Padova venne concepita negli anni Novanta proprio durante una visita dell’artista a Palazzo della Ragione, sua attuale sede espositiva. Negli anni successivi, "Ex It" ha girato il mondo, finendo esposta in molti prestigiosi musei internazionali. Con il suo ricco apparato simbolico, che nasce già dal gioco di parole del titolo in inglese, l'installazione curata da Jon Hendricks si presta a diversi livelli di lettura: dallo shock che colpisce di primo impatto gli osservatori di fronte alla distesa di bare di legno, agli ulivi, simbolo di vita e resistenza, meno immediato eppure ugualmente forte, che sorge ed emerge prepotente dal contesto circostante. Questione ricorrente nell'arte di <a href="https://arte.sky.it/news/yoko-ono-mostre-taormina-oslo" target="_blank">Yoko Ono</a>, il palese contrasto tra morte e rinascita ci invita a riflettere sulla caducità della vita, sulla ciclicità dell’esistenza e sulla forza inarrestabile di quel mondo naturale a cui apparteniamo e con il quale dobbiamo tornare in sintonia.L’idea originaria della mostra padovana è da attribuire a Paolo De Grandis, alla cui memoria è dedicata: il noto curatore d’arte, scomparso qualche mese fa, ha collaborato per oltre vent’anni con Yoko Ono, conosciuta in occasione di una personale dell’artista nipponica a Venezia. Con il suo potente messaggio di vita e speranza, lanciato dall’artista in risposta al dolore e alle perdite che hanno segnato la sua vita, “Ex It” coinvolge gli osservatori in un'intensa esperienza emotiva, creando attorno a loro un ambiente pacifico e suggestivo all’interno di un palazzo che è parte integrante del patrimonio culturale italiano.

Il messaggio di pace di Yoko Ono arriva a Padova

Patrick Tuttofuoco, installation view at PALAZZOIRREALE. Courtesy the artist and PALAZZOIRREALE. Ph.credits Flavio Pescatori

A Canelli, in provincia di Asti, è stata recentemente inaugurata la prima edizione del progetto d’arte contemporanea "Palazzo Irreale", che punta a raccontare e valorizzare la ricchezza culturale del <a href="https://arte.sky.it/news/panorama-monferrato-2024 " target="_blank">Monferrato </a>e del comune ospitante attraverso le opere di artisti contemporanei. Il primo protagonista della rassegna è <a href="https://arte.sky.it/news/toscana-peccioli-patrick-tuttofuoco-installazione-endless-sunset" target="_blank">Patrick Tuttofuoco</a>, che battezza il nuovo progetto con una monografica centrata sui suoi lavori dal 2000 a oggi, impreziosita dalla realizzazione di un'opera site-specific.Noto a livello internazionale per le sue sculture e installazioni luminose che esplorano temi come quelli dell’uomo, dell’identità e della comunità, l'artista visivo classe '74 porta nel Monferrato una selezione di opere che illustrano il percorso della sua ricerca artistica. Attraverso l’esposizione di installazioni storiche, provenienti da collezioni private e dal suo archivio personale, Tuttofuoco occupa con la sua arte gli ambienti un tempo destinati a ufficio di una nota azienda vinicola, illuminandoli con il frequente ricorso alla luce dei neon, tratto estetico distintivo della sua produzione. A confermarlo è anche "Shape Shifting", la scultura luminosa realizzata appositamente per l’occasione e installata sul belvedere dell'edificio storico che ospita l’esposizione: raffigura il profilo di due braccia intrecciate.L’idea di "Palazzo Irreale" nasce con l'obiettivo di fare leva sui linguaggi dell'arte contemporanea per raccontare il territorio del Monferrato e i tesori del suo patrimonio culturale, come le Cattedrali Sotterranee di Canelli, che da dieci anni fanno parte del Patrimonio Mondiale dell'Umanità <a href="https://arte.sky.it/news/via-appia-patrimonio-unesco" target="_blank">UNESCO</a>. Creare nel tempo un archivio fotografico che documenti tanto le mostre in programma quanto l’impatto dell’iniziativa su Canelli rientra tra gli obiettivi del progetto, il cui debutto si è svolto contestualmente all'edizione 2024 di <a href="https://arte.sky.it/news/panorama-monferrato-2024" target="_blank">Panorama Monferrato</a>.

Patrick Tuttofuoco, installation view at PALAZZOIRREALE. Courtesy the artist and PALAZZOIRREALE. Ph.credits Flavio Pescatori

Nel Monferrato debutta con Patrick Tuttofuoco un programma di arte contemporanea

Tomokazu Matsuyama, Mythologiques, 2024. Installation Image Francesco Russo Photography

Sarà aperta al pubblico fino al prossimo 24 novembre la mostra "Tomokazu Matsuyama: Mythologiques", che presenta all'<a href="https://arte.sky.it/news/restauro-mura-arsenale-venezia " target="_blank">Arsenale</a> di Venezia le opere dell’artista visivo nippo-statunitense centrate sui rapporti di reciproche influenze e ibridazioni tra oriente e occidente, nel segno tanto della tradizione quanto della modernità. Inaugurata lo scorso aprile in concomitanza con la <a href="https://arte.sky.it/news/biennale-arte-2024-venezia " target="_blank">60esima edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte</a>, l’esposizione curata da Christoph Doswald e allestita dalla Contemporary Istanbul Foundation si inserisce idealmente nel filone tematico di molte delle installazioni presentate quest’anno in Biennale, offrendo ai visitatori una riflessione personale e profonda sulla <a href="https://arte.sky.it/news/gli-artisti-e-la-globalizzazione-dellimmagine" target="_blank">globalizzazione </a>culturale.Nato in Giappone e attualmente residente a Brooklyn, Matsuyama è noto per le sue opere coloratissime, dove la <a href="https://arte.sky.it/news/libro-guida-manga" target="_blank">tradizione grafica giapponese</a> si fonde con influenze occidentali moderne: il ricorso a palette vibranti, ad accostamenti cromatici estremi e a una composizione ricca di elementi stratificati, rende i lavori di Matsuyama unici e complessi come la sua personale esperienza di vita, sempre in bilico tra due culture opposte e complementari come quella occidentale e quella dell’estremo oriente.Il dialogo creato dalle opere esposte nel Magazzino No. 41 della Marina Militare all’Arsenale si compone in una sintesi visiva del bagaglio culturale raccolto dall’artista durante la sua carriera: i dipinti di grande formato, le sculture e le installazioni in mostra esemplificano la capacità di Matsuyama di unire e ricombinare riferimenti alla storia dell’arte con suggestioni contemporanee provenienti dal mondo della pubblicità e delle immagini digitali.Conducendo un'indagine approfondita sui temi della vicinanza, della familiarità e dell'universalità, l'artista documenta le trasformazioni delle nostre identità e tradizioni culturali all’interno di un mondo globalizzato e interconnesso. L'allestimento in una sede così ricca di storia amplifica poi l'impatto immediato delle opere di Tomokazu Matsuyama, invitando il pubblico a riflettere sul bisogno umano di creare continuamente “mitologie” in apparenza nuove, ma in realtà sempre riconducibili a un sentire comune e antichissimo.

Tomokazu Matsuyama, Mythologiques, 2024. Installation Image: Francesco Russo Photography

Le mitologie "ultrapop" di Tomokazu Matsuyama

Luca Marcelli Pitzalis in visita a Villa Cimbrone a Ravello

"<a href="https://arte.sky.it/news/residenza-artista-costiera-amalfitana" target="_blank">Marea Art Project</a>" è un programma di residenze artistiche internazionali sulla Costiera Amalfitana, avviato nel 2021 dalla storica dell'arte <a href="https://arte.sky.it/news/residenze-costiera-amalfitana-marea-art-project " target="_blank">Imma Tralli</a> e dal cultural manager Roberto Pontecorvo. Da oltre tre anni, il progetto artistico si pone l'obiettivo di far evolvere il territorio della Costiera da semplice meta turistica passiva a hub creativo dinamico e aperto alle sperimentazioni dell’arte contemporanea. Per raggiungere tale scopo, "Marea Art Project" sta creando una rete di residenze artistiche attive nel periodo invernale, con sede presso le antiche dimore della zona: tra queste spicca la Casa L'Orto, un edificio del XVIII secolo appartenuto agli antenati di Carol LeWitt, moglie dell'artista <a href="https://arte.sky.it/news/app-sol-lewitt-tecnologia " target="_blank">Sol LeWitt</a> e collaboratrice del progetto insieme a Stefano Colicelli Cagol, direttore del <a href="https://arte.sky.it/news/centro-pecci-prato-playground-arte-contemporanea" target="_blank">Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci</a> di Prato.Nelle scorse settimane ha preso il via la nuova fase del progetto, che offrirà a due artisti italiani una residenza dove poter sviluppare i loro progetti, traendo ispirazione dal contesto unico della Costiera Amalfitana: la bolognese Adelaide Cioni e il cagliaritano Luca Marcelli Pitzalis.L’opera di Adelaide Cioni, classe 1976, riunisce in un unico e coerente ambito creativo l’indagine artistica sul concetto di riconoscimento e sull’esplorazione di motivi decorativi astratti. Attraverso il ricorso a tecniche come la pittura, la performance, la danza e l’arte tessile, Cioni adotta un approccio femminista e anti-narrativo per studiare il valore di quelle decorazioni comuni a culture e periodi storici differenti, finendo per comporre un complesso alfabeto universale in grado di superare qualsiasi barriera linguistica.Il percorso artistico di Luca Marcelli Pitzalis, nato a Cagliari 29 anni fa e residente a Berlino, ruota attorno all'identità umana nel mondo di oggi, iperconnesso e frenetico. Le sue installazioni prendono forme sempre diverse, dalla performance alle canzoni, per riflettere insieme all’osservatore sui concetti di autentico e fittizio, identità e alterità. Pitzalis riesce così a elaborare una proposta artistica originale, ricca di sensibilità. Nel corso della residenza a Praiano, l’artista cagliaritano avrà modo di lavorare alla seconda parte del suo progetto artistico denominato "The Reharsal".

Luca Marcelli Pitzalis in visita a Villa Cimbrone a Ravello

Adelaide Cioni, Drawings for Myself, 2024, installation view. Credits C.Favero

Adelaide Cioni, Drawings for Myself, 2024, installation view. Credits C.Favero

Veduta da Praiano, Costiera amalfitana

Veduta da Praiano, Costiera amalfitana

Stefano Collicelli Cagol - Roberto Pontecorvo - Imma Tralli ad Atrani. Courtesy Marea Art Project

Stefano Collicelli Cagol - Roberto Pontecorvo - Imma Tralli ad Atrani. Courtesy Marea Art Project

Luca Marcelli Pitzalis per Rural Visions. Credits Eleonora Cerri Pecorella

Luca Marcelli Pitzalis per Rural Visions. Credits Eleonora Cerri Pecorella

Registrando i suoni del mare di Praiano

Registrando i suoni del mare di Praiano

Casa L’Orto Praiano. Salone. Courtesy Marea Art Project

Casa L’Orto Praiano. Salone. Courtesy Marea Art Project

Ritratto di Adelaide Cioni

Veduta sull’Isola de Li Galli e i Faraglioni di Capri dalla spiaggia di Praiano. Courtesy Marea Art Project

Veduta sull'Isola de Li Galli e i Faraglioni di Capri dalla spiaggia di Praiano. Courtesy Marea Art Project

Imma Tralli e Roberto Pontecorvo a Casa L’Orto, la casa della famiglia LeWitt in Costiera amalfitana

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La nuova fase del progetto di residenze artistiche sulla Costiera Amalfitana

Emilio Vedova, Ciclo ’62 - (B.B.6), 1962 Colori acrilici vinilici, carboncino, carta e sabbia su tela  145,5 x 185,5 cm Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia

La mostra “Questa è pittura” al Forte di Bard, in Valle d’Aosta, celebra l’artista veneziano Emilio Vedova riunendo 31 dipinti e 22 opere su carta. Curata da Gabriella Belli, la retrospettiva esplora il percorso del pittore tra astrattismo, innovazione e sperimentazione, con un itinerario suddiviso in otto tappe tematiche.

La pittura di Emilio Vedova protagonista in Valle d’Aosta

Homecoming – Marina Abramovic

Homecoming – Marina AbramovićSabato 30 novembre – ore 21:15

I 78 anni di Marina Abramović

Photo (c) Stefano Anzini

Nel trentennale dell'alluvione che sconvolse Alessandria e la sua comunità, è stata inaugurata un’opera commemorativa. Realizzato dal maestro ceramista Danilo Trogu, coadiuvato dall'architetto Alfonso Femia, l'intervento scultoreo ricorda le vittime del tragico avvenimento e le persone che contribuirono alla gestione dell'emergenza.

La nuova fase del progetto di residenze artistiche sulla Costiera Amalfitana

Un'opera d'arte pubblica a trent'anni dall'alluvione di Alessandria

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