ROMA-MAXXI – MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI SECOLO

STOP DRAWING. Architettura oltre il disegno 

Al <a href="https://arte.sky.it/news/2025/programma-mostre-maxxi-roma-2025" target="_blank">MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo</a> di Roma, la mostra collettiva <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-disegno-architettura-maxxi-roma">STOP DRAWING Architettura oltre il disegno</a> interroga e ridefinisce i confini dell’architettura. Obiettivo? Dimostrare come il linguaggio del progetto si stia rinnovando radicalmente per affrontare le sfide del nostro tempo. Al centro del progetto espositivo – visibile fino al prossimo 21 settembre – si colloca il disegno, inteso non più solo come gesto tecnico o artistico, ma come atto fondativo della disciplina e oggi trasformato. Dal tratto manuale, che sintetizza spazio, funzione e struttura, alle nuove forme ibride e fluide come collage digitali, installazioni immersive, video e tessuti narrativi, la rassegna analizza l’evoluzione degli strumenti attraverso cui l’architettura viene pensata, rappresentata e comunicata.
IL DISEGNO IN ARCHITETTURA IN MOSTRA AL MAXXI DI ROMA
Curato da Pippo Ciorra, il percorso espositivo di STOP DRAWING Architettura oltre il disegno si articola in cinque sezioni. Si parte con un focus dedicato ai disegni storici di maestri italiani come <a href="https://arte.sky.it/news/2024/libro-fotografia-sekiya-masaaki-carlo-scarpa" target="_blank">Carlo Scarpa</a>, Aldo Rossi e Giancarlo De Carlo, esposti lungo la rampa del museo come una galleria d’onore. Seguono installazioni e documentazioni pionieristiche come il Generator Project di Cedric Price e John Frazer o l'intervista a Nicholas Negroponte per The Architecture Machine, che testimoniano l’irruzione dell’informatica nell’immaginario architettonico già dagli anni Settanta. E poi c’è il focus sul presente: pratiche parametrico-algoritmiche, modellazione digitale e riflessioni teoriche firmate da autori come Matias del Campo, Sandra Manninger e Lucia Tahan. Le tecnologie, se da un lato semplificano e moltiplicano le possibilità, dall’altro pongono interrogativi critici: ma cosa resta del disegno?
L’EVOLUZIONE DEL MODO DI DISEGNARE L'ARCHITETTURA
Non manca una riflessione sull’architettura come gesto politico, sociale e artistico. Le opere “attiviste” esposte raccontano come l’abbandono del disegno tradizionale possa coincidere con un impegno diretto sul campo. Progetti come The Funambulist Magazine di Léopold Lambert, Floating University di Raumlabor o Sexy Assemblage del collettivo Orizzontale mostrano come la progettazione possa essere strumento di giustizia sociale, inclusione e trasformazione. In parallelo, artisti e progettisti come <a href="https://arte.sky.it/news/2025/olafur-eliasson-open-mostra-moca-los-angeles" target="_blank">Olafur Eliasson</a>, Frida Escobedo, Gordon Matta Clark e Hans Hollein rinnovano i modi di rappresentare e immaginare l’architettura, mescolando corpi, spazi e tecnologie. E proprio quando tutto sembra proiettarsi nel digitale, alcuni autori – tra cui Atelier Bow-Wow, Jimenez Lai, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo – riaffermano con forza il disegno manuale come scelta politica, come metodo resistente, come gesto di memoria e di identità.
[Immagine in apertura: Stop Drawing, installation view, foto © Vincenzo Labellarte, courtesy Fondazione MAXXI]

Carlo Scarpa, Aldo Rossi, Giancarlo De Carlo, Nicholas Negroponte, Olafur Eliasson

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