Il Giardino delle delizie. Opere di Ugo La Pietra

<p>La mostra <i>Il Giardino delle delizie</i>, ospitata dai <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-ottocento-lombardo-monza" target="_blank">Musei Civici di Monza</a> fino al 2 novembre si presenta come un viaggio nell’immaginario di <a href="https://arte.sky.it/news/2023/milano-mostra-ugo-la-pietra" target="_blank">Ugo La Pietra</a>, artista, teorico e sperimentatore instancabile che ha fatto del rapporto tra natura e architettura una delle sue linee di ricerca più feconde. Curata da Simona Bartolena e Simona Cesana, propone disegni, acrilici su tela, ceramiche e arazzi che compongono un'esperienza di attraversamento del giardino come luogo reale e simbolico. Le opere, legate anche alla recente pubblicazione <i>Il giardino delle delizie</i>, pongono il visitatore di fronte a uno spazio che è insieme rifugio e metafora: un luogo in cui il logorio quotidiano si dissolve, lasciando posto a una dimensione contemplativa, fatta di silenzi, di attese e di bellezza progettata. Per La Pietra, infatti, il giardino non è mai un semplice scenario, ma un’architettura viva, un dispositivo culturale in cui la natura si lascia plasmare dall’uomo e, nello stesso tempo, lo invita a riscoprire un equilibrio perduto.</p>
<h2>UGO LA PIETRA IN MOSTRA AI MUSEI CIVICI DI MONZA</h2>
<p>Nelle parole e nelle immagini di La Pietra, il giardino diventa una “terza natura”: non quella selvaggia e incontaminata, né quella ridotta a pura funzionalità agricola, ma un paesaggio pensato e perfezionato dall’uomo come spazio estetico, sensoriale e relazionale. È un territorio in cui tutti i sensi vengono coinvolti – vista, udito, tatto, gusto, olfatto – in un’esperienza che richiama l’antica idea del giardino come teatro della felicità. L’artista non si limita a rappresentarlo, ma lo reinventa, lo analizza e lo trasforma in un laboratorio poetico e concettuale: l’aiuola che si apre verso il paesaggio, il cortile che diventa tempio, l’elemento intermedio tra città e campagna. Così, tra tele e ceramiche, il giardino appare come luogo dell’incontro, della cura, della possibilità di ricostruire una nuova alleanza tra uomo e natura. E in questa prospettiva, ogni opera si fa racconto antropologico, interrogazione culturale e al tempo stesso promessa di bellezza, ricordandoci che l’arte è capace di ricucire fratture e restituire significati nascosti.</p>
<h2>IL GIARDINO “INTERIORE” DI UGO LA PIETRA</h2>
<p>La mostra non si limita a celebrare un grande autore della scena contemporanea, ma diventa occasione di riflessione collettiva. Come ricorda l’assessora alla Cultura Arianna Bettin, il giardino attraversa la storia dell’arte e della letteratura come “<i>metafora e pratica della cura, ritorno al rapporto fondante tra essere umano e natura</i>”. Dall’Eden biblico ai giardini barocchi, fino ai nostri spazi urbani, il giardino è sempre stato il punto di contatto tra anima e paesaggio, tra artificio e natura. Oggi, forse più che mai, questo tema risuona con urgenza: in un mondo dominato da velocità e frammentazione, riscoprire il valore culturale del giardino significa rivendicare la necessità di spazi di contemplazione, di ascolto e di relazione. “<i>Attraverso l’indagine di un grande artista come La Pietra</i>”, conclude Bettin, “<i>la città sarà nuovamente invitata a interrogarsi sul valore culturale, in senso ampio, dello spazio naturale</i>”.</p>
<p>[Immagine in apertura: Ugo La Pietra, Milano 2021 © Stefano Ferrante]</p>


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