Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista

A cento anni dalla nascita di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-mario-giacomelli-parma">Mario Giacomelli</a>, il Palazzo delle Esposizioni di Roma celebra uno dei giganti della fotografia italiana con la retrospettiva Giacomelli. Il fotografo e l’artista. Curata da Bartolomeo Pietromarchi e Katiuscia Biondi Giacomelli, l’esposizione – visitabile fino al prossimo 3 agosto – è parte di un doppio progetto condiviso con il <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-arte-contemporanea-sherman-vezzoli-milano-palazzo-reale">Palazzo Reale di Milano</a>. Nella Capitale, la narrazione si concentra sull’identità artistica di Giacomelli, indagando il suo linguaggio visivo come autentico ponte tra fotografia, pittura, poesia e scultura. In mostra, oltre 300 stampe originali – alcune mai viste prima – scelte per indagare nella mente visionaria di un autore che ha saputo stravolgere le regole del mezzo fotografico.
<h2>LA FOTOGRAFIA DI MARIO GIACOMELI IN MOSTRA A ROMA</h2>
La rassegna si apre con una videoinstallazione iniziale, con la voce dello stesso Giacomelli e una colonna sonora originale, che accoglie il visitatore in un’atmosfera sospesa. Il percorso si snoda fra diversi linguaggi artistici, grazie alla presenza di opere di <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/arte/afro-burri-capogrossi-palazzo-della-penna-perugia">Afro Basaldella</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/2024/restauro-opera-alberto-burri-ravenna">Alberto Burri</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/2022/mostra-jannis-kounellis-minneapolis">Jannis Kounellis</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/2024/enzo-cucchi-pesato-libro-artista">Enzo Cucchi</a> e Roger Ballen. Le affinità tra Giacomelli e questi protagonisti dell’arte contemporanea emergono con forza: si va dalle risonanze materiche con Afro e Burri, legate alla densità tattile del segno e alla superficie come campo di sperimentazione, fino alla profonda comunanza di visione con Kounellis, con cui condivide l’urgenza di raccontare la condizione umana attraverso un realismo poetico e struggente. Le fotografie di Lourdes, Mattatoio e Verrà la morte e avrà i tuoi occhi non documentano soltanto, ma scavano nella carne delle emozioni, evocando un mondo fatto di riti, silenzi e attese. E ancora, con Enzo Cucchi, il tema del paesaggio si fa terreno di una riflessione esistenziale, dove ogni scorcio diventa metafora dell’anima e del suo legame con la terra.
<h2>LA PIÙ CELEBRE SERIE DI GIACOMELLI ESPOSTA COME MAI PRIMA D'ORA</h2>
Nel percorso di Giacomelli. Il fotografo e l’artista una sala è interamente dedicata a Io non ho mani che mi accarezzino il volto. Si tratta della serie che immortala i momenti di svago dei giovani studenti del Seminario Vescovile di Senigallia, la stessa che negli anni Sessanta fece conoscere Giacomelli a livello internazionale. A Roma, per la prima volta, viene proposta nella sua versione più estesa, arricchita da immagini inedite e provini di stampa che permettono di entrare nel laboratorio e nel processo creativo dell’autore. Le immagini dei giovani seminaristi, tra gioco e sacralità, "danzano" in un allestimento circolare che amplifica la componente performativa della serie. IConclude l'itinerario di visita una ricostruzione dello studio fotografico di Giacomelli, completa dell’ingranditore e della mitica Kobell, la sua unica macchina fotografica.
[Immagine in apertura: Mario Giacomelli, La domenica prima, 2000 © Archivio Mario Giacomelli]

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