Amore, morte e rock'n'roll: il libro sulle vite "maledette" di 50 rockstar

Genio e sregolatezza sono sempre andati di pari passo nella storia dell'arte e della musica. Basta pensare al cosiddetto "Club 27", la macabra cerchia delle rockstar morte a 27 anni: musicisti di prima grandezza come Janis Joplin, Kurt Cobain o Amy Winehouse, stroncati giovanissimi dalla droga, da un colpo di rivoltella o dall'alcool. Messi in ginocchio dal malessere e dalla depressione, e incapaci di rispondere alle pressanti richieste dello show business, questi e moltissimi altri artisti sono oggi al centro di un nuovo, appassionante volume: Amore, morte e rock'n'roll, il libro dedicato alle storie delle ultime ore di vita di 50 stelle del firmamento musicale.<h2>LE VITE DELLE ROCKSTAR, FRA RETROSCENA E MISTERI</h2>Scritto dallo “Sherlock Holmes del rock” Ezio Guaitamacchi, il libro (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) ripercorre le vite di celebrities come David Bowie, Aretha Franklin e Sid Vicious, raggruppando le loro biografie per tipologia di eventi risultati fatali. Il volume si sofferma infatti sulle circostanze che portarono questi autori alla morte, non di rado volontaria: circostanze drammatiche, coincidenze incredibili ed eventi fuori dal comune, rimasti ancora oggi avvolti da un alone di mistero e da infinite speculazioni.Scritto come un "noir" e con ritmo incalzante, Amore, morte e rock'n'roll presenta retroscena, curiosità, aneddoti e tesi alternative sulle varie vicende, pur documentando il tutto con puntualità e rigore giornalistici. Il libro uscirà per Hoepli il prossimo 6 novembre: se siete appassionati di musica e di storie decisamente fuori dal comune, vi conviene prenotarne una copia!

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Un nuovo look per la sala di Hieronymus Bosch al Museo del Prado

Nel 2016 la mostra temporanea su Hieronymus Bosch tenutasi al Museo del Prado di Madrid è stata visitata da oltre 600mila persone, accorse per ammirare le visionarie creazioni del maestro fiammingo. Un record confermato nel 2019, quando la galleria a lui dedicata ha contato più di 7mila persone al giorno – per un totale di 2,5 milioni in un anno. Numeri da capogiro, insomma, che hanno spinto il museo madrileno a riconfigurare in maniera pressoché totale gli spazi destinati ai capolavori del celebre pittore olandese.Nello specifico, la sala 56 dell'edificio progettato da Juan de Villanueva è stata ufficialmente riaperta al pubblico dopo la chiusura imposta dall'emergenza sanitaria con un nuovo “look”: una ridefinizione degli spazi innovativa, pensata per consentire al maggior numero di persone possibile di ammirare la produzione di Bosch nel dettaglio e, soprattutto, nel rispetto delle norme di distanziamento richieste dalla situazione.<h2>UN NUOVO ALLESTIMENTO PER BOSCH</h2>Nonostante la disposizione delle opere sia rimasta invariata, i dipinti – tra gli altri il Trittico dell'Adorazione dei Magi, il Trittico del Carro di fieno e il  Giardino delle delizie – sono stati sistemati su supporti meno ingombranti, in modo da consentire al pubblico di muoversi con più facilità all'interno dello spazio. Una serie di pannelli informativi, inoltre, sono stati affiancati ai singoli lavori, offrendo un'esperienza didattica completa ed esaustiva.Nuovi interventi hanno anche interessato il sistema di illuminazione – migliorato per consentire ai visitatori di osservare nel dettaglio le opere del maestro – nonché il colore delle pareti, ridipinte di verde scuro per dare più risalto ai lavori. Novità assoluta del nuovo allestimento è, infine, la presenza di un monitor dedicato alle dettagliatissime rappresentazioni del pittore: grazie a esso le straordinarie "scenografie" di Bosch, ricche di simboli allegorici e figure immaginarie, potranno essere osservate fino a dodici volte la loro grandezza originale. Una vera e propria esperienza immersiva, ottenuta grazie all'impiego delle nuove tecnologie.[Immagine in apertura: Il nuovo display della sala 56A. Photo © Museo Nacional del Prado]

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