I Foo Fighters hanno pubblicato la loro canzone di Natale

Fra luci colorate allestite per le strade delle città e addobbi a decorare le abitazioni, tutto il mondo si sta preparando ad accogliere nel migliore dei modi le tradizionali feste natalizie. Ma che Natale sarebbe senza la giusta colonna sonora? A questa domanda rispondono i <a href="https://arte.sky.it/news/film-horror-foo-fighters" target="_blank">Foo Fighters</a>. La famosissima band statunitense ha infatti di recente divulgato la propria cover di Run Rudolph Run, il brano dedicato alla celebre renna di Babbo Natale che <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/03/addio-a-chuck-berry-maestro-del-rock" target="_blank">Chuck Berry</a> incise nel 1958. I Foo Fighters hanno registrato una versione in studio del brano, pubblicato lo scorso 7 dicembre su tutte le principali piattaforme streaming. La cover dona quella giusta carica necessaria per affrontare le festività con entusiasmo e allegria. 
<h2>LA TRADIZIONE DELLE CANZONI NATALIZIE IN CHIAVE ROCK</h2>
Per il frontman storico dei Foo Fighters, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/08/dave-grohl-senza-i-foo-fighters-ecco-play-unode-al-piacere-di-fare-musica" target="_blank">Dave Grohl</a>, non è però la prima volta che Run Rudolph Run viene reinterpretata in un modo simile. Eseguito nel 2008, insieme a due leggende del rock quali Lemmy dei Motorhead e Billy F. Gibbons degli ZZ Top, il brano di Chuck Berry fu infatti inserito nella compilation di cover natalizie dal titolo We Wish You A Metal Xmas And A Headbanging New Year. Oltre alla presenza di Dave Grohl, l’album vanta la partecipazione di vari mostri sacri della scena metal del calibro di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/07/alice-cooper-scopre-di-possedere-unopera-di-warhol-dimenticata-per-40-anni" target="_blank">Alice Cooper</a> e Ronnie James Dio. Grazie alla capacità di divertire attraverso il contrasto tra la dolcezza delle canzoni di Natale e il piglio deciso di questo genere musicale, le versioni rock di brani dall’atmosfera nataliza hanno una tradizione lunghissima. Tra le rockstar mondiali che hanno incluso nei loro dischi una serie di richiami al Natale non possiamo non ricordare Elvis Presley il quale, nel 1957, pubblicò il disco Elvis’ Christmas Album. Seguono a ruota i Beach Boys (con il disco The Beach Boys’ Christmas Album, del 1964) e <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-28-aprile-bruce-springsteen" target="_blank">Bruce Springsteen</a> con la famosa versione di Santa Claus is comin’ to town. In chiusura di un elenco che rischierebbe di apparire pressoché infinito menzioniamo il disco del 2006, Happy Holidays, di Billy Idol, e Christmas in the heart realizzato da <a href="https://arte.sky.it/news/libro-bob-dylan-alessandro-carrera" target="_blank">Bob Dylan</a> nel 2009.

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Chi segue da tempo la ricerca di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/01/daan-roosegaarde-installazione-luminosa-grow" target="_blank">Daan Roosegaarde</a> non si stupirà di conoscere l'ultima avventura del creativo olandese. Noto per i suoi innovativi interventi in cui combina design sociale, arte e tecnologia (come nel caso del recente <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/03/urban-sun-studio-roosegaarde-coronavirus" target="_blank">“sole artificiale” contro il Coronavirs</a>), il visionario autore di Nieuwkoop ha deciso di mirare in alto: letteralmente! 
Il suo ultimo progetto – dal titolo Seeing Stars – è infatti un omaggio alle stelle e al loro valore simbolico, puntando a ristabilire un dialogo tra gli abitanti della Terra e la volta celeste. 
<h2>L'ULTIMO PROGETTO DI DAAN ROOSEGAARDE</h2> Ad accogliere l'iniziativa è la città di Franeker, nei Paesi Bassi. È qui che lo Studio Roosegaarde ha deciso di lasciare il suo segno. Come? Spegnendo tutte le luci artificiali e non necessarie della città, riducendo al minimo l'inquinamento luminoso. 
Vero è, infatti, che oltre l’80% della popolazione mondiale vive sotto cieli inquinati dalla luce dell'uomo: un “filtro” che impedisce, soprattutto nei grandi centri abitati, di godere appieno della bellezza e della poesia del cielo di notte. 
<h2>DA FRANEKER A VENEZIA</h2> Partendo da questi presupposti, e grazie alla collaborazione dell'<a href="https://arte.sky.it/news/lista-siti-unesco-classifica-instagram" target="_blank">Unesco</a> e di numerose organizzazioni locali, Roosegaarde è riuscito a far spegnere per un tempo indeterminato ogni luce notturna di disturbo, lasciando la città di Franeker al buio. L'iniziativa, documentata in un <a href="https://www.studioroosegaarde.net/project/seeing-stars" target="_blank">affascinante film</a> pubblicato sul sito del creativo olandese, punta a essere “esportata” anche in altre città. Tra queste la “nostra” Venezia. Riuscirà Daan Roosegaarde a spegnere le luci della Serenissima? 
[Immagine in apertura: Seeing Stars by Studio Roosegaarde. Photography by Albert Dros and Merel Tuk]

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