Una panchina per Venezia: il bando rivolto ai designer

Simbolo di avvicinamento e antichissimo mezzo di scambio sociale, la panchina è la protagonista del bando A bench in Venice, promosso dal Padiglione Nazionale degli Emirati Arabi Uniti – diretto dal co-curatore Wael Al Awar –, insieme al Collettivo Curatori (CC), per coinvolgere gli studenti di design di tutto il mondo nella produzione di un’opera che verrà allestita a Venezia in occasione della Biennale 2021. Costituito da oltre cinquanta padiglioni nazionali, inclusi nella Biennale di Architettura 2021, il CC nasce con l’intento di incentivare il dialogo tra i Paesi che ne fanno parte nell’ottica di trasformare la storica istituzione veneziana in una piattaforma globale di confronto e scambio di sinergie. <h2>COME PARTECIPARE AL BANDO</h2> Indirizzato agli studenti di design di ogni provenienza geografica, il bando richiede la realizzazione di una panchina il cui progetto sia in grado di divulgare il concetto di contemplazione, dialogo e condivisione tra le diverse culture mondiali, puntando lo sguardo sull’odierna condizione ambientale. L’oggetto finale, installato a Venezia durante il periodo estivo, dovrà rispettare i criteri di sicurezza, non necessitare di manutenzione specifica ed essere fruibile sia durante periodi di pandemia sia in contesti non dominati dall’emergenza sanitaria. Le candidature, da inviare entro il 12 luglio, devono essere accompagnate dall’abstract del progetto, da immagini 3D, planimetrie e sezioni prospettiche insieme a un diagramma che illustri i materiali impiegati a partire dalle rimanenze degli allestimenti dei padiglioni della Biennale. Per ulteriori dettagli, vi invitiamo a consultare il <a href="http://curatorscollective.org/open-call/?" target="_blank">sito</a> dell’iniziativa. [Immagine in apertura: Photo by Will Paterson on Unsplash]

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Un nuovo hub culturale alla Reggia di Caserta

Il nuovo allestimento del Museo Schifanoia a Ferrara

Le architetture italiane diventate iconiche grazie al cinema

La prima mostra dedicata agli autoritratti di Van Gogh

Artista estremamente prolifico nonostante una carriera molto breve, interrotta dalla prematura scomparsa, <a href="https://arte.sky.it/news/segnalibro--vincent-van-gogh-mostra" target="_blank">Vincent van Gogh</a> ha spesso utilizzato se stesso come modello: esistono, infatti, oltre 40 autoritratti, dipinti o disegnati nell’arco di una decina d’anni. Dipingere il proprio volto, con la barba fulva e lo sguardo penetrante come tratti distintivi, rispondeva al tempo stesso a esigenze pratiche – per esempio, gli permetteva di bypassare la faticosa ricerca di un modello – ed espressive, favorendo la sperimentazione di nuovi stili pittorici e l’introspezione psicologica. Nel 2022, dal 3 febbraio all’8 maggio, i molti appassionati del pittore olandese potranno ammirare oltre 15 interpretazioni di questo soggetto a lui così caro alla Courtauld Gallery di Londra, nella prima esposizione completa dedicata ai suoi autoritratti.<h2> 
LA MOSTRA NEI NUOVI SPAZI ESPOSITIVI DELLA COURTAULD GALLERY</h2> 
Il percorso prenderà le mosse dall’iconico Autoritratto con l’orecchio bendato, parte della collezione del museo, e seguirà le diverse tappe della vita di van Gogh attraverso una selezione di opere in prestito dai più importanti musei internazionali, dal Van Gogh Museum e dal Rijksmuseum di Amsterdam all’Art Intitute di Chicago, dal Musée d’Orsay di Parigi alla National Gallery di Washington. Molti di questi dipinti non sono mai stati visti fianco a fianco, se non nello studio dell’artista, e saranno riuniti per la prima volta. La mostra sarà una delle prime allestite alla Courtauld Gallery dopo la riapertura, prevista per novembre 2021. Sarà ospitata nelle nuovissime Denise Coates Exhibition Galleries, ricavate all’ultimo piano della Somerset House, il sontuoso edificio neoclassico nel centro della capitale britannica in cui lo spazio espositivo ha la sua sede. 
[Immagine in apertura: Vincent van Gogh, Self Portrait with Straw Hat, 1887, The Detroit Institute of Arts / Bridgeman Images]

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Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi