Vinicio Capossela in tour nel segno di Dante

<p>Con l'avvicinarsi dell'estate, e la graduale uscita dal tunnel della pandemia, anche la stagione dei concerti dal vivo inizia timidamente a scaldare i motori. Uno dei primi cantautori italiani a segnare il ritorno sul palco sarà Vinicio Capossela. L'autore nato ad Hannover nel 1965 ha infatti annunciato la serie di concerti che lo porterà in giro per l'Italia a partire dal 10 luglio. Un calendario di concerti speciali, perché pensati nel segno di Dante Alighieri.</p><h2><strong>TRA MUSICA E LETTERATURA</strong></h2><p>Il debutto di <i>Bestiale Comedìa</i>, questo il titolo del tour, avrà luogo a Trani. Sul palco di Piazza Duomo della cittadina pugliese l'artista sarà accompagnato dai musicisti Vincenzo Vasi e Raffaele Tiseo, che affiancheranno il protagonista nel suo "viaggio ultraterreno" tra santi, creature mitiche, bestie, eroi e peccatori.</p><p>L'omaggio al Sommo Poeta, celebrato nel corso del 2021 in occasione dell'anniversario dei settecento anni dalla scomparsa, proseguirà poi a Verona (all'intento del <em>Festival della Bellezza</em>, il 22 luglio), a Firenze (il 26), a Ragusa (il 10 agosto) e persino a Bruxelles (il 10 settembre nell'ambito del festival <em>Les Nuits Botanique</em>). Un'occasione da non perdere per rivivere il mito dantesco attraverso lo sguardo e il repertorio di uno dei più grandi interpreti della nostra tradizione musicale recente.</p>

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A New York sta arrivando il primo museo dell’hip hop

<p>La sera dell’11 agosto 1973, nel Bronx, nel corso di una delle leggendarie feste al 1520 di Sedgwick Avenue durante le quali intratteneva i presenti con sonorità allora sconosciute al grande pubblico come soul, funk e reggae, il giovane dj Kool Herc (al secolo Clive Campbell) decide di “allungare” il break, l’interludio musicale dei pezzi, giocando con due copie dello stesso disco poste su due piatti diversi. Nasce così l’hip hop, un nuovo genere musicale partito come fenomeno underground ma destinato a diventare sempre più popolare.</p><h2><strong>UN MUSEO PER L’HIP HOP</strong></h2><p>Nello stesso quartiere, e non lontano da quell’indirizzo di grande valore storico, sorgerà l’Universal Hip Hop Museum, il primo spazio espositivo al mondo interamente dedicato all’approfondimento della cultura hip hop e dei diversi elementi che la compongono: oltre alle attività prettamente musicali come il DJing e l’MCing – il “parlare al microfono” che tanto caratterizza il genere – ci sono, non meno importanti, il graffitismo e la breakdance.</p><p>Il nuovo museo aprirà le sue porte nel 2024, un anno più tardi rispetto a quanto inizialmente previsto, grazie a un investimento di 80 milioni di dollari tra fondi pubblici e contributi privati. A posare la prima pietra sono stati chiamati alcuni tra i grandi protagonisti della storia dell’hip hop, da Grandmaster Flash a Slick Rick, da Chuck D a Nas passando per Fat Joe e LL Cool J.</p><h2><strong>LA MUSICA COME STRUMENTO DI RISCATTO</strong></h2><p>Quest’ultimo ha ricordato la portata identitaria, e il potere liberatorio, che la nuova cultura musicale e artistica ha avuto negli anni Settanta e Ottanta per la gioventù marginalizzata del Bronx, e in particolare per i giovani afroamericani.</p><p>[Immagine in apertura: New York. Photo by Carl Solder on Unsplash]</p>

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