New York rende omaggio ai film di Federico Fellini

È trascorso oramai un secolo dalla nascita di uno dei <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/12/federico-fellini-rimini-mostra" target="_blank">registi </a>italiani più acclamati della storia del cinema. Stiamo parlando di <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-31-ottobre-federico-fellini" target="_blank">Federico Fellini</a>, il geniale cineasta romagnolo che attraverso la sua maestria e la sua sensibilità è riuscito a raccontare tutta le sfumature dell'esistenza. Grazie a uno stile personalissimo, nel quale il piano della realtà compenetra la dimensione dell’onirico, l’inconfondibile universo di Fellini è entrato a pieno diritto nell’immaginario collettivo. Al giorno d’oggi non è infatti raro utilizzare l’aggettivo “felliniano” proprio per descrivere quei contesti e quelle situazioni caratterizzate da uno strano miscuglio tra atmosfere sognanti e una certa nostalgia. Con l’intenzione di celebrare la carriera del cineasta riminese (che fra i numerosi riconoscimenti internazionali ha collezionato anche ben quattro premi Oscar), il MoMA – Museum of Modern Art di New York si appresta a inaugurare una grande retrospettiva a lui dedicata.
<h2>LA RASSEGNA SU FELLINI AL MOMA DI NEW YORK</h2>
Organizzata da La Frances Hui – curatrice del Dipartimento Cinema del MoMA –, <a href="https://www.moma.org/calendar/film/5375" target="_blank">la rassegna cinematografica</a> fa parte del Federico Fellini 100 Tour: una serie di omaggi internazionali al regista nostrano coordinata da Camilla Cormanni e Paola Ruggiero di Cinecittà. In calendario dal 1° dicembre al prossimo 12 gennaio, l’iniziativa farà immergere lo spettatore nella poetica felliniana attraverso la proiezione di ben 24 pellicole. Protagonisti di questa incredibile retrospettiva sono infatti tutti i 21 lungometraggi firmati dal regista insieme a tre corti realizzati per alcuni progetti collettivi (come ad esempio Le tentazioni del dottor Antonio, diretto nel 1962 per il film a episodi Boccaccio ‘70). <h2>I FILM DI FELLINI</h2> Restaurati tutti digitalmente in 4k grazie al lavoro di istituzioni quali Cinecittà, la Cineteca di Bologna, la Cineteca Nazionale, L'Immagine Ritrovata e Film Foundation, i film in programmazione includeranno tanto le prime opere di Fellini – Luci del varietà, 1950, Lo sceicco bianco, 1952, e I vitelloni, 1953 – quanto pietre miliari della settima arte come 8 ½, del 1963, e Amarcord, del 1973. Capolavori assoluti dai quali emergono tutte le passioni di Fellini (dal mondo circense all'universo femminile); film indimenticabili resi tali anche dall’interpretazione straordinaria di attori passati alla Storia – nonché compagni di una vita – quali <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/05/fellini-e-giulietta-masina-storia-d-amore-biografia-cinema-italiano" target="_blank">Giulietta Masina</a> e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/10/marcello-come-here-roma-ricorda-mastroianni-il-volto-della-dolce-vita-capitolina" target="_blank">Marcello Mastroianni</a>. [Immagine in apertura: 8 ½. 1963. Italy/France. Directed by Federico Fellini. Courtesy Janus Films]

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Non solo <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-jeff-koons-palazzo-strozzi-firenze" target="_blank">Jeff Koons. Shine</a>. Parallelamente alla mostra-evento con cui Palazzo Strozzi indaga la produzione artistica del celebre <a href="https://arte.sky.it/news/libro-massimiliano-gioni-jeff-koons" target="_blank">autore statunitense</a>, gli spazi della Strozzina accolgono il progetto espositivo Alter Eva. Natura Potere Corpo. Protagoniste sono le opere di sei artiste italiane, scelte per il nuovo capitolo di <a href="https://arte.sky.it/foto/jr-firenze-installazione-palazzo-strozzi" target="_blank">Palazzo Strozzi Future Art</a>, il programma della Fondazione Palazzo Strozzi sviluppato con Andy Bianchedi, in memoria di Hillary Merkus Recordati. A inaugurare questo speciale ciclo era stata, nei mesi scorsi, la monumentale installazione <a href="https://arte.sky.it/news/firenze-jr-installazione-palazzo-strozzi" target="_blank">La Ferita</a>, con cui JR ha "squarciato" la facciata quattrocentesca del palazzo fiorentino.<h2>SEI ARTISTE ITALIANE IN MOSTRA ALLA STROZZINA</h2> Nate fra gli anni Ottanta e i Novanta, Camilla Alberti, Irene Coppola, Martina Melilli, Margherita Moscardini, Marta Roberti e Silvia Rosi non condividono solo l'appartenenza alla medesima generazione artistica. Pur nell'eterogeneità dei media impiegati e degli esiti formali, i loro lavori testimoniano un "comune sentire". Ciascuna autrice, infatti, è animata dalla volontà di mettere in discussione lo status quo, con particolare riguardo per il patriarcato, i ruoli di genere, l’antagonismo tra natura ed essere umano. Le tre "categorie" enunciate nel titolo della mostra, che si avvale della collaborazione con IED Firenze - Master in Curatorial Practice classe 2020/2021, riflettono altrettanti ambiti analizzati dalle artiste. Il risultato è una narrazione polifonica, nella quale le singole posizioni e visioni, restituite attraverso scultura, pittura, fotografia, disegno e installazione, tracciano prospettive alternative a quelle considerate prevalenti. <h2>NATURA, POTERE E CORPO SECONDO L'ARTE CONTEMPORANEA</h2> Il percorso di visita affianca focus individuali, come quello riservato alla serie di autoritratti e ai video in cui Silvia Rosi "veste i panni" dei propri genitori, ricostruendone l'arrivo in Italia dal Togo, con "forme di dialogo" legate a specifici temi. È questo il caso della sala che accoglie i disegni in grande formato magistralmente eseguiti su carta carbone da Marta Roberti. Le scene esotiche raffigurate, animate anche da totemiche presenze di animali, affiancano le criptiche creature scultoree di Camilla Alberti, frutto dell'assemblaggio di frammenti organici con scarti industriali. Per la palermitana Irene Coppola il ricorso alla pianta di agave, fotografata e "immobilizzata" in calchi di gesso armato, è finalizzato a evocare la fragilità che accomuna piante ed esseri umani, soggetti entrambi a inesorabili forme di decadimento fisico. Nella sezione a lei riservata, Martina Melilli dà vita a un ambiente immersivo: "traduce", infatti, su scala spaziale dieci interviste sul tema del corpo femminile pubblicate da Playboy. Presenta sia una serie di disegni sul dramma dei profughi siriani, sia un'installazione al neon, che riproduce un estratto de Le origini del totalitarismo di Hannah Arendt, la toscana Margherita Moscardini, interessata ai processi di trasformazione in corso in specifiche aree del pianeta. Alter Eva. Natura Potere Corpo è visitabile gratuitamente fino al 12 dicembre prossimo. [Immagine in apertura: Irene Coppola, Intimacy between Strangers, 2021. Vista dell'allestimento della mostra Alter Eva. Natura Potere Corpo. Strozzina, Firenze 2021. Photo © Stefano Casati]

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