Le fiabe del passato “rivivono” nei castelli della Puglia

<p>Valorizzare i patrimoni narrativi e fiabistici della nostra tradizione, riportandoli alla luce e donandogli nuovo vigore attraverso i linguaggi contemporanei. Sono queste le premesse del nuovo, importante, progetto avviato dall'ICBSA – Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi del Ministero della Cultura. Stiamo parlando di <em>Fiabe nei castelli di Puglia</em>, il ciclo di attività artistiche e culturali dedicate alla riscoperta e alla diffusione del patrimonio orale della regione.  </p>
<p><h2>FIABE NEI CASTELLI</h2> <p>Curata nella drammaturgia e nella regia da Michele Santeramo, con la produzione creativa e organizzativa della Fidelio, la rassegna prevede una serie di “tappe” in luoghi diversi e assai suggestivi del territorio pugliese.  </p>
<p>Dopo il primo evento tenutosi ieri (17 settembre) al Castello di Copertino (in provincia di Lecce), il progetto si sposterà questa sera al Castello Svevo di Bari, prima di essere ospitato tra le antiche mura del Castello Svevo di Gioia del Colle (il 19 settembre).    </p>
<p><h2>I SEI SPETTACOLI IN PROGRAMMA</h2> <p>In ognuno dei <a href="http://www.icbsa.it/index.php?it/22/attivit-culturali/366/fiabe-nei-castelli-di-puglia" target="_blank">sei appuntamenti</a> (che proseguiranno fino al 26 settembre, con l'ultima performance al Castello Svevo di Trani) protagoniste saranno le fiabe della nostra tradizione, interpretate dagli attori Michele Cipriani e Dalila de Marco. Le storie saranno raccontate in forma scenica, trasformando alcuni tra i luoghi storici più evocativi del territorio pugliese.    </p>
<p>Ad arricchire la messa in scena degli spettacoli ci saranno gli interventi di danza a cura di Res Extensa, con le coreografie di Elisa Barrucchieri e i danzatori Cassandra Bianco e Moreno Guadalupi.    </p>
<p><h2>IL VALORE DELLE FIABE</h2> <p>“<em>Le fiabe servono, costruiscono identità, appartenenza, forniscono strumenti per essere aperti all’incontro, smontano paure, cantano libertà. Il portatore di fiabe è chiunque, è dappertutto, è magicamente dotato di un talento narrativo attraverso cui lascia fluire memorie di fatti e personaggi e ambienti, per farne sempre materia narrativa nuova</em>”, ha commentato Michele Santeramo. “<em>A ogni racconto la fiaba resta fedele a se stessa eppure si modifica, perché portata dall’esperienza di chi la 'dice'</em>”.</p>

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Il nuovo logo dei Rolling Stones sarà un omaggio a Charlie Watts

<p>La dipartita dell’indimenticabile <a href="https://arte.sky.it/news/morte-charlie-watts-batterista-rolling-stones" target="_blank">Charlie Watts</a>, avvenuta all’età di 80 anni lo scorso 24 agosto, è stata un duro colpo non solo per tutti i fan dei <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-27-giugno-rolling-stones" target="_blank">Rolling Stones</a> ma, soprattutto, per la band stessa. Affranti da questa mancanza incolmabile, i membri del celebre complesso rock hanno deciso di omaggiare l'amato batterista cambiando i connotati al proprio <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/06/come-nato-il-logo-dei-rolling-stones" target="_blank">logo</a>. <h2>UN TRIBUTO A CHARLIE WATTS</h2> <p>L’iconica “boccaccia” rossa, con tanto di labbra carnose e lingua di fuori, è stata infatti colorata di nero proprio come recita la famosa canzone <em>Paint it black</em>. Il nuovo logo, che vedrà il suo debutto il 26 settembre nella città di Saint Louis – in occasione della prossima data statunitense del <em>No Filter Tour –</em>, sarà utilizzato anche per rappresentare il merchandising della band. Il restyling del logo dei Rolling Stones è un omaggio a Charlie Watts, e ricorda il profondo affetto che <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/04/canzone-rock-mick-jagger-dave-grohl" target="_blank">Mick Jagger</a> e soci hanno sempre nutrito nei confronti dell'amico batterista. </p><h2>IL LOGO DEI ROLLING STONES</h2> <p>Il logo fece il suo debutto nel 1971, sulla copertina del celeberrimo disco <em>Sticky Fingers</em>. Autore dell'opera fu John Pasche, uno studente del Royal College of Art di Londra che si lasciò ispirare dalla bocca “importante” del cantante della band, oltre che dalla lingua della dea indiana Kali. All'immagine mise mano anche Craig Braun, direttore creativo della Sound Packaging Corporation, che al tempo si stava occupando della cover dello storico album. Il logo fu pagato al giovane designer soltanto 50 sterline, a cui se ne aggiunsero poi altre 26mila nel 1984 per i diritti d'autore.    </p>

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