Gian Maria Tosatti unico artista del Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia

Alla fine la conferma è arrivata, e a darla è stato lo stesso Eugenio Viola – curatore del padiglione nazionale alla prossima Biennale di Venezia. Dopo i rumor degli ultimi mesi, e le prime indiscrezioni sull'artista che avrebbe rappresentato il nostro Paese all'evento d'arte lagunare, i protagonisti scoprono le carte confermando le voci già in circolo: <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/12/mostra-gian-maria-tosatti-museo-madre-napoli" target="_blank">Gian Maria Tosatti</a> sarà il nome di riferimento per l'Italia nella prossima edizione della kermesse. Un primato che è già storico, perché non era mai accaduto che il nostro padiglione venisse affidato a un unico artista. 
<h2>L'ANNO DI GIAN MARIA TOSATTI </h2> Da sempre, infatti, la grande struttura situata all'Arsenale è stata sede di collettive o bipersonali (complici anche i circa 1800 metri quadrati di superficie da occupare). Prova ne sono le edizioni degli ultimi anni: dalla doppia personale di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/10/scultura-giuseppe-penone-arabia-saudita-pietrasanta" target="_blank">Giuseppe Penone</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-francesco-vezzoli-brescia" target="_blank">Francesco Vezzoli</a> alla Biennale del 2007, al vasto progetto di gruppo curato da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/04/biennale-di-venezia-2015-il-padiglione-italia" target="_blank">Vincenzo Trione</a> nel 2015, fino ad arrivare al tris di artisti scelti nel 2019 da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/05/padiglione-italia-biennale-di-venezia" target="_blank">Milovan Farronato</a>. 
Insomma, dopo la “prima volta” di una curatrice italiana a capo dell'attesa manifestazione lagunare (segnata dalla <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/01/cecilia-alemani-direttrice-biennale-arte-venezia-2021" target="_blank">nomina di Cecilia Alemani</a>), la 59. Esposizione Internazionale d’Arte, slittata al 2022 per effetto della pandemia, sarà anche la prima volta di un autore unico nel padiglione nazionale. Le premesse per un'edizione memorabile ci sono decisamente tutte... 
<h2>LE PAROLE DI EUGENIO VIOLA</h2> “Sono molto grato al ministro Franceschini, e al commissario del Padiglione Italia Onofrio Cutaia, per la fiducia che hanno voluto accordarci”, ha dichiarato il curatore Eugenio Viola, che aveva già collaborato con Tosatti in occasione del progetto Le sette stagioni dello spirito. “La ricerca di Gian Maria costituisce un unicum nel panorama artistico italiano. Le sue opere possono essere considerate alla stregua di dispositivi estetici complessi che coinvolgono media differenti e arditi passaggi di percezione di scala. Sono felice di tornare a lavorare con quest’artista visionario”. 
<h2>L'INCARICO ALLA QUADRIENNALE DI ROMA</h2> Ma le notizie intorno all'artista romano (classe 1980) non finiscono qui. È di ieri, infatti, la nomina di Gian Maria Tosatti a nuovo direttore artistico della Quadriennale di Roma per il triennio 2021-2024. A deciderlo (dopo una procedura di selezione a cui hanno preso parte quarantatré candidati) è stato il consiglio di amministrazione della Fondazione La Quadriennale, guidato da Umberto Croppi e composto da Lorenzo Micheli Gigotti, Fabio Mongelli e Valentina Tanni. All'artista, nonché giornalista e scrittore, sarà affidato il ruolo di responsabile della programmazione culturale dell'istituzione, con l'obiettivo di promuovere l'arte italiana contemporanea. 
[Immagine in apertura: Padiglione Italia, Tese delle Vergini, Arsenale. Courtesy La Biennale di Venezia. Photo by Giulio Squillacciotti]

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Nuovo appuntamento con la serie <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-18-settembre-new-york" target="_blank">The Sound of New York</a>, che esplora il panorama musicale della Grande Mela attraverso i racconti delle più recenti generazioni di artisti di stanza nella città americana.
Durante il primo dei due episodi in onda su Sky Arte sabato 25 settembre, i riflettori illuminano Mark Turner, sassofonista originario dell’Ohio che si avvicina alla musica con lo studio del clarinetto. Dopo le scuole superiori, abbandona la musica per studiare illustrazione e design alla California State University di Long Beach. A fine anni Ottanta ritorna sui suoi passi musicali e si trasferisce a Boston, dove frequenta il prestigioso Berkeley College of Music. Profondamente influenzato da John Coltrane, ne diventa un attento studioso. Approda a New York, ma prima di diventare musicista a tempo pieno lavora per la Tower Records. Nel 2008, mentre taglia la legna con una sega elettrica, perde l'uso di due dita, ma in poco più di un anno si riappropria totalmente dell'uso delle mani e ritorna a suonare affermando il suo successo in tutto il mondo.
Il secondo episodio vede invece protagonista il californiano, classe 1979, Damion Reid, figlio di un bassista e di una cantante lirica e insegnante. Già dall’età di tre anni, Damion suona in chiesa, mentre a dodici inizia a studiare con il famoso batterista Billy Higgins. Vedendo la capacità del giovane di cogliere la musica, sia analiticamente che concettualmente, Billy lo invita a entrare nel suo “drum collective”. Ben presto Damion si trova a suonare con musicisti di altissimo livello. Ha frequentato il New England Conservatory of Music di Boston e diverse università americane, vincendo borse di studio e collaborando allo stesso tempo con musicisti di grosso calibro. Come ultima tappa della sua formazione, Damion si è trasferito a New York per frequentare la prestigiosa New School for Jazz e and Contemporary Music di Manhattan.

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