A Cortona una nuova "casa" per l'arte di Gino Severini

Buone notizie per tutti gli amanti del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/03/libro-collezione-futurismo-postale" target="_blank">Futurismo</a>: da pochi giorni le sale del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/06/luce-etruschi-mostra-cortona" target="_blank">MAEC ‒ Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona</a> si sono ampliate per ospitare in maniera permanente le opere di uno dei protagonisti del movimento futurista. Stiamo parlando di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/08/gino-severini-museo-novecento-firenze-mostre" target="_blank">Gino Severini</a>, artista poliedrico nonché figura centrale delle avanguardie storiche del Novecento. Grazie a una generosa donazione da parte di Romana Severini Brunori (figlia del celebre pittore), e alla co-curatela di Daniela Fonti, il primo piano del MAEC rende omaggio alla carriera dell'artista originario di Cortona. Come afferma lo stesso presidente del comitato tecnico del MAEC, Nicola Caldarone: “Con la inaugurazione delle nuove sale riservate al pittore Gino Severini, la città di Cortona ha voluto, oltre che porre in maggiore evidenza e rigore espositivo le sue opere, rendere una significativa testimonianza di affetto all’arte di chi ha saputo coniugare le espressioni artistiche, conosciute e apprezzate in tutto il mondo, con l’amore verso la città natale. Un amore che oggi viene testimoniato dalla presenza della figlia Romana che ha seguito e collaborato alla felice realizzazione dell’evento artistico”.
<h2>LA NUOVA SEZIONE DEL MAEC DEDICATA A GINO SEVERINI</h2>
Il percorso espositivo si snoda all’interno di tre sale tematiche, offrendo un’ampia panoramica sulla ricerca di Gino Severini. Se nella prima sala, intitolata Cortona, la famiglia, è possibile immergersi in quei contesti familiari e geografici che sin dall’inizio hanno influenzato l'attività dell’artista, è in quella successiva che si entra nel vivo del racconto. Disegni, litografie e xilografie formano infatti il corpus delle opere presentate nella stanza Il museo immaginario: una raccolta di lavori dai quali emergono i soggetti principali della poetica di Severini, come le danzatrici futuriste, le maschere della Commedia dell’Arte o le nature morte cubiste. Ad arricchire l’intero ambiente vi sono anche una grande videoproiezione di capolavori dell’artista e un’ampia vetrina contenente i costumi dei personaggi di Arlecchino e Pulcinella (quest'ultimo cucito dalla moglie Jeanne nei primi anni Venti). L’atelier, le opere religiose è l’ultima sezione dell'itinerario, forse la più intima. Diviso in due parti, l’ambiente riproduce lo studio dell'artista mostrando diversi oggetti del mestiere a lui appartenuti, ricorrenti nelle nature morte degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento (come stoffe, cavalletti e tavolozze). Emblematici anche gli esempi di opere in cui Severini declina l'iconografia sacra nel linguaggio visivo contemporaneo. All'interno della sala Medicea, infine, è sempre disponibile il documentario Gino Severini. Bisogna far cantare i colori. Realizzato da Lia Polizzotti e Irene Pantaleo, il film ripercorre la vita e le opere di Severini affidandosi alle testimonianze delle curatrici e a preziosi filmati d'epoca.

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Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

Tom Waits poeta degli ultimi in un nuovo libro

“Tom Waits è il poeta della musica ai confini del mondo. La sua voce ha dato un senso a milioni di solitudini inespresse, cani randagi sotto la pioggia, perdenti ed emarginati”. Sceglie queste parole la casa editrice <a href="http://www.arcanaedizioni.com/prodotto/eleonora-bagarotti-tom-waits-la-voce-e-loblio/" target="_blank">Arcana</a> per presentare il suo ultimo volume: un'immersione nella biografia del leggendario cantautore, polistrumentista e attore statunitense (storica la sua interpretazione nel film <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-9-ottobre-daunbailo-jim-jarmusch" target="_blank">Daunbailò di Jim Jarmusch</a>). 
Lontano dai riflettori da più di dieci anni, ovvero dall'uscita del suo ultimo disco solista, Bad As Me, Tom Waits rappresenta da sempre il “wrong side” dell'America del nostro tempo: nelle sue storie a farla da padroni sono vagabondi, anime erranti e reietti senza meta. Gente, insomma, che non ce l'ha fatta. Nulla di più lontano dal tipico immaginario a stelle e strisce, e dall'idea di una società nella quale il successo, più che una possibilità, sembra un dovere. 
<h2>IL NUOVO LIBRO SU TOM WAITS</h2> A raccontare il celebre artista e le sue poesie metropolitane è ora Eleonora Bagarotti, giornalista e autrice di Tom Waits. La voce e l’oblio (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina): un omaggio alla trentennale carriera di questo peso massimo della musica del Novecento. 
Cantore del sottosuolo (amico di un altro grande emarginato della cultura americana,<a href="https://arte.sky.it/news/bukowski-fumetto" target="_blank"> Charles Bukowski</a>), Waits inizia a strimpellare il suo blues nei fumosi locali della provincia californiana alla fine degli anni Quaranta. Le sue canzoni attingono dalla musica “indiavolata” di <a href="https://arte.sky.it/news/robert-johnson-fumetto-musica" target="_blank">Robert Johnson</a>, dagli impulsi della generazione beat e di tutta la cultura underground di quel periodo. Il risultato è un insieme di storie piene di amore e di sconfitta, gridate dalla voce arroventata e rugginosa del cantautore, e accompagnate da note di pianoforte in grado di toccare le corde più profonde dell'anima. 
<h2>LE PAROLE DELL'AUTRICE</h2> “Un’assenza lunga dieci anni può essere rumorosa e seducente”, commenta Eleonora Bagarotti. “Questo richiamo irresistibile mi ha spinta a scrivere un libro su Tom Waits, di cui in passato ho scritto ogni volta che pubblicava un album, teneva uno dei suoi rari concerti o si esibiva a teatro – piacere, quest’ultimo, che mi sono concessa negli Stati Uniti. Dieci anni di silenzio pesano, ma con il cinema e alcune collaborazioni, ogni tanto Tom ci sussurra 'Hey, io sono ancora qui'. Altro che, se c’è. Non si può ignorare un mausoleo".

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Una “antibiografia” di Leonardo da Vinci

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