In Belgio l'ex base militare trasformata in museo d'arte

“Un ex bastione del potere, della gerarchia e del controllo; il promemoria di una struttura persa da tempo, irrilevante nella società di oggi”. È così, come un luogo simbolo della trasformazione del conflitto in qualcosa di più utile e fecondo, che gli organizzatori dell’Horst Arts & Music Festival definiscono Asiat, la base militare dismessa di Vilvoorde, nella cintura di Bruxelles, che a settembre accoglierà per la seconda volta la kermesse multidisciplinare e che, nell’attesa, ospita già un’interessante mostra estiva. Il <a href="https://www.horstartsandmusic.com/media/horst-presents-its-summer-exhibition-flying-ravens-wing" target="_blank">festival</a> belga ha chiamato nove artisti contemporanei provenienti da sei Paesi a confrontarsi con il sito: una sorta di luna park post-industriale dominato da due grandi torri di raffreddamento, ben diverso dalla “scatola bianca” e neutra che dovrebbe essere, nel sentire comune, l’ambiente museale. Un'occasione per celebrare il ritorno alla condivisione dal vivo dopo lunghi mesi di eventi virtuali. <h2> LA MOSTRA E IL TEMA DELL'EVENTO </h2> Flying on the raven’s wing, questo il titolo dell’esposizione, visitabile fino al 5 settembre, riunisce le opere site specific di Aline Bouvy, Daan Gielis, Sonia Gomes, Rashid Johnson, Tarek Lakhrissi, Grace Ndiritu e Marinella Senatore, realizzate con mezzi e linguaggi espressivi diversi ma tutte incentrate sul tema dei “corpi alleati”, nella danza e nei festeggiamenti come nella protesta pacifica. L’artista italiana, per esempio, la cui pratica si contraddistingue per una forte dimensione partecipativa e attinge spesso alla cultura popolare, presenta una personale interpretazione delle Luminarie, le folkloristiche scenografie urbane che illuminano città e paesi del Sud durante le feste patronali. I padiglioni temporanei allestiti per la mostra saranno utilizzati come palchi durante il festival, dal 10 al 12 settembre, quando l’ex base militare si riempirà di musica elettronica e performance artistiche. 
[Immagine in apertura: Horst Arts & Music Festival. Image by Illias Teirlinck]

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Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

Il libro definitivo su Paul McCartney dei Beatles

Era il 1964 quando il fotografo Harry Benson si avvicinò per la prima volta a un giovanissimo Paul McCartney. Il periodo era cruciale: proprio in quell'anno, infatti, i Beatles conquistavano l'America, girando il mondo in lungo e in largo come una delle band più acclamata dell'universo. Tutte queste imprese furono abilmente documentate dal fotoreporter scozzese, che ebbe il privilegio di incontrare il cantante “in solitaria” qualche anno dopo. 
Allo scioglimento dei Fab Four, Benson fu infatti nuovamente accolto da Paul nella sua “nuova” vita. La persona che si palesò di fronte all'obiettivo del fotografo era però diversa: non più un adolescente con la faccia da bravo ragazzo, ma un uomo maturo all'inizio di un nuovo percorso lontano dai riflettori... e dei Beatles! 
<h2>UNO, NESSUNO E CENTOMILA PAUL MCCARTNEY </h2> Il nuovo libro edito da <a href="https://www.taschen.com/pages/en/catalogue/photography/all/66936/facts.paul.htm" target="_blank">Taschen</a> – dal titolo Paul (nell'immagine in apertura, courtesy Taschen) – è uno sguardo ad ampio spettro sulla vita del cantautore di Liverpool: dalla straordinaria popolarità raggiunta con la band fondata insieme a John Lennon, al “ritiro” e alla rinascita successivi allo scioglimento del gruppo. 
Nelle 172 pagine che compongono il volume, conservato all'interno di una preziosa custodia, osserviamo il musicista all'apice della fama con i Beatles, insieme alla famiglia nelle campagne del Regno Unito, o nello studio di registrazione con la moglie Linda e la loro band, i Wings. Un'antologia ricca di oltre cento scatti (a colori e in bianco e nero) capaci di “catturare” le molteplici anime di un artista che, nel corso della sua vita, è sempre riuscito a mantenere un'aura di mistero nonostante la straordinaria popolarità.

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