L'atlante illustrato dei Paesi che non esistono più

Quando sfogliamo le pagine di un atlante geografico, una parte di noi ritorna bambina. Di fronte alle immagini della Terra vista dall'altro viaggiamo con la mente, fantasticando su culture a noi estranee e su luoghi che un giorno vorremmo visitare. C'è un aspetto, tuttavia, che forse non tutti considerano ma che pure è reale: ogni atlante “nasconde” tra le sue pagine le storie di Paesi che un tempo sono esistiti, e che ora non presenziano più nella lista ufficiale delle nazioni che abitano il nostro mondo. Si tratta di regioni geografiche un tempo gloriose – e ora estinte per questioni politiche o guerre tra Stati –, così come di Paesi minuscoli, spesso fondati da avventurieri con pochi scrupoli che scelsero di mettere lì le proprie basi (in barba agli abitanti del posto). <h2>LE STORIE DELLE NAZIONI SCOMPARSE</h2> A soffermarsi su ognuno di loro è ora Gideon Defoe (già autore della serie umoristica di successo The Pirates!), che ha deciso di indagare le storie di tutti quei Paesi dissoltisi per eventi imprevedibili, tragici e molte volte bizzarri. “I paesi muoiono. A volte è un omicidio. A volte è un incidente. A volte è perché erano troppo ridicoli per continuare a esistere”, scrive lo studioso britannico nel suo nuovo libro. Si chiama Atlante dei paesi che non esistono più, ed è da poco uscito per <a href="https://www.ilsaggiatore.com/libro/atlante-dei-paesi-che-non-esistono-piu/" target="_blank" data-saferedirecturl="https://www.google.com/url?q=https://www.ilsaggiatore.com/libro/atlante-dei-paesi-che-non-esistono-piu/&source=gmail&ust=1638351784810000&usg=AOvVaw34GlDD2YooaCEYZ8F8rRBE">Il Saggiatore</a>. <h2>IL LIBRO DI GIDEON DEFOE</h2> Suddiviso in capitoli che raggruppano per categorie i Paesi “defunti”, il volume (nell'immagine in apertura, courtesy Il Saggiatore) presenta al lettore quarantotto territori ormai appartenenti al passato. Scorrendo i loro nomi ci sono Stati ben noti (come la Jugoslavia, la Repubblica Democratica Tedesca, l’Isola di Pasqua e la Repubblica di Salò) e luoghi ai più ignoti (come il Quilombo di Palmares, il Moresnet neutrale e la Repubblica sovietica dei soldati e costruttori di fortezze di Naissaar). Alcuni di essi sono apparsi e scomparsi nell'arco di pochi giorni, altri sono resistiti mesi, altri anni – prima di essere cancellati dalla mappa e lasciare spazio a nuove definizioni geografiche, nuovi confini, forse nuove lingue e comunità. Un volume piacevole e ricco di aneddoti, che scorre veloce grazie al mix vincente di risate e informazioni storiche raccolte con minuziosità.

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Una “antibiografia” di Leonardo da Vinci

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Pioniera della performance e artista che ha trovato nel proprio corpo un efficace strumento per veicolare messaggi e riflessioni di estrema attualità, <a href="https://arte.sky.it/news/marina-abramovic-digitale-wepresent" target="_blank">Marina Abramovic</a> festeggia il suo 75esimo anno di vita. Per celebrare l’importante ricorrenza Sky Arte le rende omaggio, martedì 30 novembre, con una serata in suo onore. Il sipario si alza su The artist is present, il documentario diretto da Matthew Akers che ripercorre le complesse fasi di preparazione in vista della omonima performance di Marina Abramovic al MoMA di New York nel 2010. Un’impresa passata alla storia: per tre mesi l’artista è rimasta seduta in silenzio, per sette ore al giorno, di fronte alle persone che, una dopo l’altra, si sedevano di fronte a lei. Un’opera potentissima, capace di smuovere e far riflettere senza bisogno di alcuna parola. La serata si conclude con il documentario di Giada Colagrande intitolato Bob Wilson’s Life and Death of Marina Abramovic. Presentata come evento speciale alle Giornate degli Autori alla 69esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la pellicola è un documento filmico che storicizza e consegna al pubblico l’incontro avvenuto sulla scena tra quattro artisti – il regista Bob Wilson, Marina Abramovic, il compositore Antony Hegarty e l’attore Willem Dafoe, nell’ambito della pièce teatrale che ripercorre la biografia della Abramovic. Lo sguardo offerto dal film si inoltra dietro le quinte dell’opera teatrale, seguendone le prove e dando spazio agli artisti. Il risultato è un mosaico di punti di vista e sensazioni che restituisce tutta la forza di uno spettacolo unico.

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