Una super Luna d'artista nella Cattedrale di Bristol

Una Luna gigantesca sta per approdare negli ambienti della Bristol Cathedral. Non è fantascienza, ma lo straordinario Museum of the Moon di Luke Jerram, progetto itinerante che ha già raggiunto vari angoli del mondo, inclusa la <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/06/installazione-luna-luke-jerram-milano" target="_blank">Piscina Cozzi </a>di Milano, sempre con risultati di grande impatto visivo. Stavolta tocca alla cattedrale inglese, che dall'11 al 30 agosto farà da cornice all'installazione di Jerram: caratterizzata da un diametro di sette metri, la Luna d'artista riproduce il celeberrimo satellite terrestre basandosi sulle immagini della sua superficie fornite dalla NASA, con una risoluzione di 120 dpi. Rispettando una scala all'incirca di 1:500,000, ogni centimetro della sfera luminosa ideata da Jerram rappresenta cinque chilometri della superficie lunare.<h2>LA LUNA IN UNA CATTEDRALE</h2> L'effetto, come testimoniato dagli interventi già andati in scena all'interno di contesti altrettanto spettacolari ‒ quali il Beijing Water Cube – National Equatics Centre, la Liverpool Cathedral e il Natural History Museum di Londra ‒, è stupefacente e garantisce al pubblico la possibilità di vivere un'esperienza "totale". A essere sollecitata, infatti, non è soltanto la vista, ma anche l'udito è chiamato in causa dal Museum of the Moon. In particolare, a Bristol, l'installazione sarà completata dalla traccia sonora messa a punto dal compositore locale Dan Jones, premiato ai BAFTA e all'Ivor Novello Awards. L'approccio multisensoriale adottato da Jerram rivela l'interesse dell'artista nella realizzazione di opere che attingano dall'immaginario collettivo per restituirne i contorni in maniera originale ed evocativa. [Immagine in apertura: Museum of the Moon by Luke Jerram. Ely Cathedral, UK, 2019. Photo © James Billings]

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L'eredità musicale di Ennio Morricone in un nuovo volume

È passato più di un anno dalla <a href="https://arte.sky.it/news/morte-ennio-morricone-musica" target="_blank">scomparsa di Ennio Morricone</a>, il maestro e compositore romano noto per aver dato vita a colonne sonore tra le più memorabili del cinema italiano e mondiale. Recentemente omaggiato con una <a href="https://arte.sky.it/news/lecco-ennio-morricone-mostra" target="_blank">grande rassegna fotografica presso il Chiostro della Canonica di San Nicolò di Lecco</a>, l'artista è da poche settimane protagonista di un nuovo volume: una ricognizione critica dedicata al percorso biografico e professionale di questo “gigante” della musica internazionale – premio Oscar alla carriera nel 2007 e di nuovo nel 2016, per la colonna sonora del film The Hateful Eight di <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-27-marzo-quentin-tarantino" target="_blank">Quentin Tarantino</a>. 
<h2>UN RITRATTO DI ENNIO MORRICONE</h2> Autore della pubblicazione (edita da Arcana) è Leonardo Di Nino, che ha deciso di raccontare, in oltre duecento pagine, la formazione e l'eredità del maestro. Nato musicalmente nella classe di Goffredo Petrassi, Morricone esplorò ampiamente i linguaggi dell’avanguardia musicale, a partire dalle sperimentazioni di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/09/john-cage-libro-funghi/" target="_blank">John Cage</a>. Ed è proprio qui, sull'urgenza comunicativa e sul continuo percorso di esplorazione sonora che ne hanno contraddistinto la carriera, che il libro Ennio Morricone: un ritratto si sofferma, offrendo ai lettori una “fotografia” vivida e appassionata del genio. 
“Aver perduto Ennio Morricone significa aver perso uno dei titani della storia della musica, italiana e mondiale. Lasciandoci, il maestro ha portato via con sé una sensibilità di cui era davvero uno degli ultimi autentici depositari”, dice l'autore del volume. “Il suo processo di esplorazione non mirava ad altro se non all’essenza stessa della musica, al suo significato: sarà per questa continua tensione che le sue colonne sonore sono state capaci di valicare il grande schermo, diventando in fondo la colonna sonora della vita di chiunque abbia amato la sua musica”. [Immagine in apertura: Crediti GettyImages – Franco Origlia]

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