Marina Abramović nominata Accademica d'Onore a Carrara

La lunga e prestigiosa carriera di Marina Abramović si arricchisce di un nuovo riconoscimento. La “regina” della performance art sarà infatti proclamata Accademica d'Onore dall’Accademia di Belle Arti di Carrara: un tributo già conferito negli scorsi anni a eminenti “colleghi” dell'artista serba, da Maurizio Cattelan (premiato insieme a Massimo Bottura nel 2018) a Jeff Koons (protagonista nel 2019). La cerimonia di consegna del diploma avrà luogo domani, 23 giugno, alle ore 18. Nel corso di un evento sia online che in presenza, il direttore dell'istituzione carrarese Luciano Massari incontrerà la performer, che terrà la sua lectio magistralis in diretta da New York. Nel corso del talk, coordinato da Fabio Cavallucci, l'artista parlerà del suo percorso rispondendo alle domande degli studenti.<h2>LE RAGIONI DEL RICONOSCIMENTO</h2> “Marina Abramović è stata scelta per gli alti meriti nell’ambito dell’arte, in quanto artefice di una ricerca svolta principalmente su sé stessa che mira a condurre il corpo e la mente ai limiti estremi”, si legge in una nota ufficiale diffusa dal consiglio accademico. “È la prima volta nella storia dell’Accademia che questa onorificenza viene assegnata a una donna”, ha aggiunto Massari. “L’Accademia è stata fondata 250 anni fa per volontà di Maria Teresa Cybo-Malaspina, e per opera di altre due sovrane, Elisa Bonaparte e Maria Beatrice D’Este, ha raggiunto fama e sviluppo. Dunque le donne sono state centrali nella nostra storia ma ancora non c’era stata un’iniziativa in tal senso, e questa sarà la prima di una lunga serie”. [Immagine in apertura: Marina Abramović alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia, photo Irene Fanizza]

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Marina Abramović nominata Accademica d'Onore a Carrara | Sky Arte

Bologna ospita l'arte sovversiva di Ai Weiwei

Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

In occasione del suo 88esimo compleanno, venerdì 25 giugno Sky Arte rende omaggio a Michelangelo Pistoletto con due documentari che ne ripercorrono la lunga e densa carriera. Michelangelo Pistoletto – Artista a responsabilità illimitata si apre con un'inquadratura emblematica: uno dei suoi Quadri specchianti, l'autoritratto di Michelangelo su acciaio lucidato a specchio, si trova accostato all'autoritratto del padre Ettore Olivero, riflesso in una brocca mentre dipinge, con cavalletto e tavolozza. Era stato Pistoletto figlio a suggerire una nuova strada all'anziano genitore: inserire degli oggetti specchianti nelle sue tradizionali nature morte. È come se fossimo in un gioco di scatole cinesi. Da un'opera, che contiene un luogo del passato e delle radici, cioè l'atelier del padre nel quadro, passiamo a un luogo fisico che a sua volta contiene l'opera e il lavoro del figlio: l'ex lanificio che Michelangelo, ormai artista celebre nel mondo, ha acquistato negli anni Novanta. Un luogo che è idea, visione, progetto, comunità. E poi un'altra scatola, più vasta, che le contiene tutte nel nome della memoria: Biella, dove il padre aveva soggiornato a lungo e dove il figlio ha deciso di tornare quando ha fondato Cittadellarte. Trae spunto dal legame con il padre anche il secondo documentario, intitolato, appunto, Padre e Figlio, in onda alle 22:05. Attraverso le conversazioni con Alberto Fiz e Anna Zegna, Michelangelo Pistoletto non solo racconta il proprio dialogo creativo con il padre, ma offre la sua preziosa testimonianza su tematiche di grande importanza, quali il passaggio generazionale e la complicità – talvolta conflittuale – tra genitori e figli.

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Marina Abramović nominata Accademica d'Onore a Carrara

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Banksy e la ribellione

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