Addio a Franco Cerri, la chitarra del jazz

<p>Un pesante lutto si è abbattuto sul mondo della musica jazz, che dice addio a Franco Cerri, chitarrista dal talento ineccepibile scomparso all'età di 95 anni. Nato a Milano nel 1926, Cerri imparò a suonare le sei corde da autodidatta, dimostrando fin da giovane una straordinaria attitudine per il linguaggio musicale. Il primo passo verso il successo viene compiuto da un Cerri non ancora ventenne con l'ingresso nell'orchestra di Gorni Kramer e poi, qualche anno più tardi, con l'avvio della carriera solista che lo porterà alla definitiva consacrazione.</p><h2>LA CARRIERA DI FRANCO CERRI</h2> <p>I dischi pubblicati e le esibizioni in Europa e oltreoceano accrescono la fama di Cerri, che si esibisce al fianco di star del calibro di Chet Baker, Dizzy Gillespie e Billie Holiday, ma anche, nei decenni successivi, Renato Carosone, Nicola Arigliano, Mina e Roberto Vecchioni. Pure la televisione e la didattica entrarono a far parte del percorso artistico di Cerri, che comparve spesso sul piccolo schermo e che fece della formazione delle nuove generazioni di musicisti uno dei suoi obiettivi. Nel 1987, infatti, fondò insieme al pianista Enrico Intra, con cui aveva dato vita a un celebre duo, la Civica Scuola di Jazz a Milano.</p> <p>Sky Arte renderà omaggio al musicista con il documentario <em>Franco Cerri – L’uomo in Bemolle</em>, in onda oggi, lunedì 18 ottobre, alle ore 19:15.</p>

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In arrivo in Spagna l'ultimo progetto fotografico di Peter Lindbergh

<p>Conosciuto soprattutto per aver immortalato alcune delle più influenti protagoniste della moda e dello spettacolo (tra le quali Nicole Kidman, Uma Thurman e Naomi Campbell), <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/02/libro-fotografia-peter-lindbergh-moda" target="_blank">Peter Lindbergh</a> è riuscito, nell’arco della sua lunga carriera, a lasciare un segno indelebile tanto nel mondo del fashion quanto in quello della fotografia. Grazie a un sapiente utilizzo del bianco e nero, combinato a una ricerca formale ben precisa, l’estetica di Lindbergh è divenuta parte integrante del nostro immaginario collettivo: un processo che emerge esplicitamente da <em><a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/05/mostra-fotografia-moda-peter-lindbergh-torino" target="_blank">Untold Stories</a></em>, il suo ultimo, ambizioso progetto. </p>
<p><h2>LA MOSTRA DI PETER LINDBERGH</h2></p>
<p>Realizzato in due anni di lavoro, <em>Untold Stories</em> è il frutto di un’accurata selezione fotografica che parte dai primissimi anni Ottanta per raggiungere il 2019, anno della prematura <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/09/morte-peter-lindbergh-fotografia" target="_blank">scomparsa </a>del grande fotografo. Il monumentale progetto sbarcherà, il 4 dicembre, nella città di A Coruña, in Spagna, località cara allo stesso autore. Presentata in collaborazione con la Peter Lindbergh Foundation, sotto la direzione di Benjamin Lindbergh – figlio del fotografo –, la mostra è stata organizzata grazie anche al sostegno di Marta Ortega, con l'intenzione di promuovere la cultura della Galizia nel mondo. Attraverso un corpus di più di 150 fotografie, fino al 28 febbraio si avrà così modo di immergersi nell’universo visivo di Peter Lindbergh.</p>
<p><h2>LE PAROLE DI BENJAMIN LINDBERGH</h2></p>
<p>Progettata personalmente dal mitico fotografo, la mostra occuperà un ex edificio industriale della zona portuale di A Coruña. Come afferma Benjamin Lindbergh: “<em>Quando Peter ha visitato A Coruña nel 2018, la connessione tra la città portuale e la sua estetica è risuonata immediatamente. Il tempo cupo della Galizia, le onde tumultuose della marea, intrecciate con l'onnipresente sfondo industriale, sembravano una perfetta controparte della regione della Ruhr, dove mio padre è cresciuto in Germania. Un luogo del genere, dove la forza della natura e la forza dell'uomo si uniscono armoniosamente, si adatta quasi perfettamente a ‘Untold Stories’, l'ultima mostra a cui ha lavorato e molto probabilmente il suo progetto più personale in assoluto</em>”. </p>
<p>[Immagine in apertura: Luciana Curtis<em>, </em>New York, 1998 © Peter Lindbergh (courtesy Peter Lindbergh Foundation, Paris)]</p>

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