Da Frida Kahlo a Cindy Sherman l'arte è donna a Basilea

<p>Dopo lo stop imposto dalla pandemia, si ritorna gradualmente a visitare mostre, musei ed eventi legati al mercato dell'arte. Nella settimana della fiera svizzera Art Basel, la <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/12/fondation-beyeler-programma-2021-mostre-basilea" target="_blank">Fondation Beyeler</a> di Basilea ha inaugurato una grande mostra dedicata alla rappresentazione della figura umana. Attraverso il personalissimo sguardo di nove artiste di fama mondiale, si delinea un itinerario alla scoperta della percezione non solo del proprio corpo ma, soprattutto, di quello dell’altro. </p><h2>LA MOSTRA ALLA FONDATION BEYELER</h2> <p>È lo stesso titolo della mostra, <em>Close-up</em>, a suggerire l'indagine compiuta dalle artiste: un avvicinamento alla dimensione fisica, corporea dell’essere umano. Lungo un arco temporale che dal 1870 raggiunge i giorni nostri, la figura umana assume la forma di ritratti e autoritratti, in un caleidoscopio di sensazioni e interpetazioni soggettive da parte delle artiste, con un occhio di riguardo ai cambiamenti intercorsi tra la seconda metà del XIX secolo e oggi. </p>
<p>La rassegna prende infatti le mosse dall'epoca in cui le artiste in Europa e in America iniziarono ad affermarsi professionalmente su larga scala: un momento storico nel quale il concetto stesso di ritratto e di “individuo” vengono messi in discussione, trovando riscontro nelle ricerche degli artisti intorno all'idea di soggettività.  <h2>NOVE ARTISTE A BASILEA</h2> <p>Grazie a circa 100 prestiti provenienti da musei internazionali e collezioni private – tra Europa, Stati Uniti e Messico –, la mostra, in programma fino al 2 gennaio 2022, riunisce le opere di<a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/06/mostra-berthe-morisot-canada" target="_blank"> Berthe Morisot</a>, Paula Modersohn-Becker, Mary Cassatt e Lotte Laserstein, della grande <a href="https://arte.sky.it/news/libro-frida-kahlo-monografia" target="_blank">Frida Kahlo</a>, di Alice Neel, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/05/mostra-marlene-dumas-svizzera-fondazione-beyeler" target="_blank">Marlene Dumas</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/12/elizabeth-peyton-e-camille-claudel-in-dialogo-a-roma" target="_blank">Elizabeth Peyton</a> e della fotografa contemporanea <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/01/mostra-cindy-sherman-vienna" target="_blank">Cindy Sherman</a>. Ad arricchire l’iniziativa è una serie di cortometraggi interpretati da altrettante nove attrici di fama internazionale tra le quali Valerie Pachner, Ángela Molina e Martina Gedeck.</p> <p>[Immagine in apertura: Lotte Laserstein, <em>Liegendes mädchen auf blau </em>(Fille menteuse sur bleu), 1931 ca. Huile sur papier, 69 × 93 cm. Collection privée, Allemagne, Courtesy DAS VERBORGENE MUSEUM © 2021, ProLitteris, Zurich. Photo Anja Elisabeth Witte]  </p>

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Un viaggio immersivo nelle fantasie di Gustav Klimt

<p>Dimenticate il consueto quadro appeso alle pareti del museo: il futuro dell'arte si prospetta sempre più fluido e immersivo. Provocazione? Forse, o forse no! A suggerire questo scenario sono infatti le numerose rassegne multimediali che fioccano a gran velocità in ogni angolo del globo: progetti virtuali dai quali lasciarsi trasportare, vivendo la fruizione artistica come spettacolo, esperienza estetica e sensoriale senza barriere.  </p>
<p>Dopo i progetti dedicati a Frida Kahlo (nelle sale del <a href="https://arte.sky.it/foto/mostra-immersiva-frida-kahlo-messico" target="_blank">centro culturale Frontón México di Città del Messico</a>) e a Salvador Dalí (protagonista presso la <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-salvador-dali-cattedrale-immagine-firenze" target="_blank">Cattedrale dell'Immagine di Firenze</a>), un nuovo maestro dell'arte mondiale sarà presto mostrato al pubblico grazie a un evento all'insegna della spettacolarità. Succede a Toronto, dove una squadra di artisti ed esperti di nuove tecnologie è attualmente al lavoro su <em>Immersive Klimt Revolution</em>: l'appuntamento che mira a condurre i visitatori nell'universo dorato del celeberrimo <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/11/gustav-klimt-fumetto-otto-gabos" target="_blank">artista austriaco</a>.  </p>
<p><h2>GUSTAV KLIMT IN VERSIONE DIGITALE</h2> <p>Regista di questa sorprendente operazione è l'italiano Massimiliano Siccardi, già a capo della spettacolare mostra <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/05/mostra-van-gogh-toronto-drive-in" target="_blank">drive-in dedicata a Vincent van Gogh</a>. Visitabile a partire dal prossimo 21 ottobre, la rassegna sarà ospitata negli ampi spazi di un ex magazzino (uno stabile un tempo parte della tipografia della Toronto Star). È  qui che migliaia di schizzi, capolavori e racconti sulla Vienna di fine Ottocento saranno proiettati sulle pareti e sul pavimento, occupando una superficie incredibilmente vasta. L'effetto promesso è quello di un ambiente multisensoriale nel quale “fluttuare” liberamente, per conoscere la vita e la produzione di Klimt da una prospettiva decisamente inconsueta.  </p>
<p>Presentate al pubblico grazie a proiezioni iper-definite e cangianti, le opere del famoso pittore (tra le quali il maestoso <em>Albero della vita</em> e il leggendario <em>Bacio</em>) saranno accompagnate dalle note del musicista Luca Longobardi, chiamato a rendere l'<em>experience</em> ancora più coinvolgente e adatta a ogni tipo di pubblico.   </p>
<p><h2>LE PAROLE DI MASSIMILIANO SICCARDI</h2> <p>“<em>'A ogni epoca la sua libertà'. Parafrasiamo il famoso manifesto culturale della Secessione, proprio per sottolineare che l’azione artistica è rivoluzionaria</em>”, racconta Massimiliano Siccardi, curatore del progetto (prodotto da Visioni Eccentriche e Lighthouse Immersive). “<em>Ho condiviso con Luca Longobardi e Vittorio Guidotti l’idea che attraverso questo lavoro su Klimt anche noi potessimo operare una cesura con il passato, portando l’installazione immersiva verso nuovi territori. L'obiettivo del progetto è offrire al pubblico una compiutezza espressiva, visuale e musicale dove il fluire della narrazione è sostenuto da un concetto molto forte: l’opera d’arte generata da un’altra opera d’arte necessariamente ne rompe i margini, ma ne consolida le fondamenta, ri-mediandola per portarla a compimento nel nostro tempo</em>”.  </p>

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