Il genio di Carlo Mollino in mostra alla Triennale di Milano

<p>Personaggio di spicco della cultura italiana del secolo scorso, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/10/mostra-carlo-mollino-collezione-maramotti-reggio-emilia" target="_blank">Carlo Mollino</a> è sempre riuscito a contraddistinguersi per la capacità di fondere insieme, nella sua produzione, un'irrefrenabile creatività e un rigore quasi maniacale. Rintracciabili nelle sue tante opere, dai progetti architettonici fino alle fotografie, questi due tratti distintivi hanno permesso a Carlo Mollino di promuovere un certo ritorno all’<em>artigianalità</em>, dando vita, al contempo, a un genuino rapporto con l’oggetto artistico. </p> <p>Nell’ottica di rileggere l’opera del designer sotto lenti inedite, la <a href="https://arte.sky.it/news/triennale-design-museum-nuovo-allestimento" target="_blank">Triennale di Milano</a> offre (fino al 7 novembre) la possibilità di scoprire gli arredi che l’artista torinese progettò per Casa Albonico.</p><h2>CARLO MOLLINO ALLA TRIENNALE </h2> <p>Realizzati tra il 1944 e il 1946, gli oggetti d’arredo dell’abitazione torinese (di proprietà dell’amico ingegnere Paolo Albonico) evidenziano una ricerca ossessiva verso la forma, riconducibile anche al forte interesse che Mollino nutriva per il secondo Futurismo. Caratterizzato dalla presenza di alcuni motivi biomorfi (simbolo di un rinnovato rapporto con la natura), il corpus delle opere si compone di due tavoli – di cui uno con piano a libro – sei sedute, un divano, due poltrone, alcune seggiole di servizio, delle credenze e un armadio-scrittoio. </p> <p>A influenzare la produzione artistica del designer e architetto vi fu sicuramente anche la frequentazione con numerosi artisti dell'epoca, tra i quali emerge lo scultore Umberto Mastroianni. Un chiaro segno di questa amicizia la si ritrova nella presenza di un piccolo busto di donna in bronzo posto come giunto di sostegno in uno dei mobili disegnati per la casa: un raffinato oggetto che rivela l’attrazione di Mollino nei confronti della dinamicità formale decantata da maestri come <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-giovane-boccioni-milano-galleria-bottegantica" target="_blank">Umberto Boccioni</a>.</p><h2>GLI ARREDI PER CASA ALBONICO</h2> <p>Curata da Marco Sammicheli, la mostra <em>Carlo Mollino. Allusioni Iperformali </em>è frutto di una vera e propria operazione di preservazione del patrimonio pubblico. Grazie al lavoro della Soprintendenza, è stato infatti possibile riscontrare un’anomalia di datazione degli oggetti nella recente pratica di acquisto, da parte di un noto museo europeo di design, di alcune delle opere di Casa Albonico. </p> <p>La scoperta di questo errore non secondario ha fatto sì che l’intera collezione non venisse frammentata, aprendo la strada verso un acquisto coattivo dell’intero nucleo di arredi. Oltre agli oggetti di design, la mostra contiene anche alcuni carteggi inediti – conservati nell’archivio della Triennale –, dei disegni originali provenienti dall’archivio del Politecnico di Torino e altri documenti giunti da archivi privati. Ad arricchire il percorso espositivo vi sono, infine, gli interventi del compositore Painè Cuadrelli e dell’artista Corrado Levi, allievo di Mollino alla facoltà di architettura a Torino. [Immagine in apertura: © Triennale Milano. Foto di Gianluca Di Ioia]</p>

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Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

A Ferrara il festival dedicato alla grande fotografia d'autore

<p>Che cos’è un ideale, e cosa siamo disposti a correre pur di difenderlo? Prende le mosse da queste domande la nuova edizione di <em>Riaperture PhotoFestival Ferrara</em>, la rassegna che porta la grande fotografia d'autore negli spazi della città emiliana. Giunta alla sua quinta edizione, e precedentemente posticipata a causa della pandemia, la manifestazione ha fatto il suo debutto ieri (10 settembre), dando ufficialmente il via al ricco calendario di eventi dedicati all'arte dell'obiettivo.  </p>
<p>Tema di quest'anno sarà, appunto, <em>Ideale</em>: una parola lasciata volutamente aperta alle interpretazioni, e che i protagonisti del festival sono stati invitati a modulare in base alla propria sensibilità.  </p>
<p><h2>I LUOGHI DEL FESTIVAL</h2> <p>Sono tante le sedi che sarà possibile visitare per i prossimi quattro weekend, fino al 3 ottobre. Si tratta di luoghi quasi sempre inconsueti: spazi non prettamente artistici, scelti per ospitare in maniera temporanea le varie mostre cittadine. Tra questi la Factory Grisù (Ex caserma dei vigili del Fuoco), la Cavallerizza, l’Ex Monastero e la Chiesa di Santa Caterina Martire, nonché le Chiese di San Carlo e San Paolo (normalmente non accessibili al pubblico).    </p>
<p><h2>GLI ARTISTI DI RIAPERTURE</h2> <p>In ognuno di essi fanno capolino le rassegne espositive: dalla mostra dedicata al fotoreporter Giorgio Bianchi agli scatti “coreani” di Filippo Venturi; dai chiaroscuri firmati da Francesco Comello ai ritratti di Gideon Mendel. E poi ancora l'amore tra due giovani donne filmato da Serena Vittorini, lo speciale progetto di Franco Fontana e il nuovo programma <em>Off Riaperture</em> – il concorso parallelo dedicato ai progetti fotografici selezionati attraverso l'open call, ed esposti all'interno delle attività commerciali del centro storico cittadino.  </p>
<p>A fare da cornice al festival, infine, saranno conferenze, talk, incontri con l'autore, visite guidate, workshop (come quello sul fotogiornalismo di Fabio Bucciarelli) e letture portfolio. Per maggiori informazioni sugli eventi in programma vi invitiamo a consultare l'<a href="https://riaperture.com/" target="_blank">apposita pagina web</a>.  </p>
<p>[Immagine in apertura: © Gideon Mendel]</p>

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