Costantino Nivola, l'artista sardo che ha conquistato l'America

Dopo aver puntato l'attenzione sugli artisti italiani residenti nella Grande Mela con il <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-new-york-magazzino-homemade" target="_blank">progetto </a><a href="https://arte.sky.it/news/mostra-new-york-magazzino-homemade" target="_blank">Homemade</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/07/a-new-york-il-magazzino-che-ospita-il-meglio-dellarte-italiana" target="_blank">Magazzino Italian Art</a> si sofferma su un altro esponente illustre dell'arte “nostrana” oltreoceano: Costantino Nivola, lo scultore, muralista e designer nato in Sardegna nel 1911 e vissuto per cinquant’anni nel continente americano. A segnare il tributo a questa voce spesso dimenticata nel Novecento è la rassegna Nivola: Sandscapes, una vasta e variegata ricognizione sulla produzione dell'autore. 
Curata da Teresa Kittler e Chiara Mannarino, e organizzata in collaborazione con la Fondazione Costantino Nivola, la mostra alza il sipario su una selezione di circa cinquanta opere prodotte tra i primi anni Cinquanta e i Settanta – ovvero nel corso del soggiorno americano dell'artista, che a New York si trasferì nel 1939 insieme alla moglie Ruth Guggenheim. 
<h2>LE OPERE DI COSTANTINO NIVOLA</h2> È in questo periodo di ricerca e di confronto con la cultura locale che Nivola sviluppò la tecnica del cosiddetto “sand casting”, che consisteva nella creazione di stampi in grande formato fatti di sabbia, gesso e cemento. 
Collocate nello spazio del museo in maniera ariosa e geometrica, le opere condensano al meglio la poetica dell'artista, frutto del contatto tra folklore sardo e impulsi della modernità. Nei lavori di Nivola reminiscenze ancestrali e archetipi legati alla terra di origine dell'artista si incontrano con i riferimenti alla corrente modernista, dando vita a sculture capaci di parlare un linguaggio che travalica i limiti dello spazio e del tempo. 
<h2>TRA SCULTURA E ARTE PUBBLICA</h2> Ospite dell'istituzione con sede a Cold Spring, nella Hudson Valley, fino al prossimo 10 gennaio, la mostra presenta inoltre un inedito modello del 1953 realizzato per lo showroom Olivetti a Manhattan, e una serie di documenti relativi ai più importanti progetti di arte pubblica ideati da Nivola negli Stati Uniti: dall'intervento sulla facciata esterna del Janesville Gazette Building, nel Wisconsin, al grande murale per il Bolling Federal Building di Kansas City. 
[Immagine in apertura: Nivola: Sandscapes, installation view at Magazzino Italian Art, Cold Spring, New York. (May 8, 2021 – January 10, 2022). Photo by Marco Anelli. Courtesy Magazzino Italian Art]

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Il grande Frank Sinatra “rivive” in un nuovo volume fotografico

Nell'inverno del 1965, il giornalista Gay Talese – collaboratore della rivista Esquire – si avvicinò a Frank Sinatra per un'intervista: ormai cinquantenne, e prossimo al crepuscolo della sua carriera nel mondo dello spettacolo, il cantante, attore e conduttore televisivo di origine italiana rifiutò la proposta: colpita da un forte raffreddore, la celebrità declinò l'invito, lasciando il giornalista a bocca asciutta. 
Senza perdersi d’animo, Talese rimase a Los Angeles, nella speranza che Sinatra, rimettendosi, potesse cambiare idea accogliendolo nel suo mondo. Il soggiorno losangelino fu sfruttato al meglio dal giornalista: nell'attesa della guarigione della star, lo scrittore incontrò un gran numero di amici, famigliari e collaboratori stretti del cantante. Il confronto vis-à-vis con “The Voice” non avvenne mai, ma il risultato di quell'indagine intorno all'universo dell'artista è ricordato come uno degli esempi più brillanti del giornalismo culturale del Novecento. 
<h2>UN RITRATTO DI FRANK SINATRA</h2> Il nuovo volume edito da <a href="https://www.taschen.com/" target="_blank">Taschen</a> ripropone quell'esperienza, riportando alla luce il lungo reportage di Talese, caratterizzato da una narrazione vivace e ai limiti del romanzesco. Il risultato è un ritratto cristallino di Sinatra: una personalità per certi versi paradossale e fuori dagli schemi, qui “disegnata” in maniera penetrante e spesso ironica. 
Forte di oltre 250 pagine, il libro – dal titolo Frank Sinatra Has a Cold (Frank Sinatra ha il raffreddore, appunto) – è arricchito dagli scatti di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2014/12/addio-phil-stern-mito-della-fotografia" target="_blank">Phil Stern</a>, l’unico fotografo che abbia seguito l'autore di New York, New York per quattro decenni, a partire dagli anni Quaranta. Le immagini descrivono il celebre artista – icona dello showbiz del secolo scorso – in momenti di pensosa solitudine o accompagnato da personaggi del calibro di John F. Kennedy, <a href="https://arte.sky.it/news/libro-taschen-marilyn-monroe-Lawrence-Schiller" target="_blank">Marilyn Monroe</a>, Sammy Davis Jr., Count Basie e Dean Martin. Un tuffo nell'universo di Sinatra, ma anche nel mondo dell’intrattenimento americano. 
[Immagine in apertura: Frank Sinatra at John F. Kennedy’s preinaugural gala rehearsal, Washington D.C., 1961. Copyright: © Phil Stern Estate, Courtesy of the Fahey/Klein Gallery, Los Angeles]

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