Dante “ritorna” nel castello dove scrisse parte della Divina Commedia

Nella fitta programmazione di eventi dedicati alla celebrazione dei settecento anni dalla morte del celeberrimo <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-roma-dante-alighieri-vita-nova" target="_blank">poeta toscano</a>, non poteva mancare un'iniziativa promossa dalle Gallerie degli Uffizi. Concepito dalle stesse Gallerie, in collaborazione con la Fondazione CR di Firenze, il progetto espositivo Terre degli Uffizi dà il via al suo primo evento: la mostra Nel segno di Dante. Il Casentino nella Commedia, a cura di Alberta Piroci Branciaroli. Nota per essere la prima località che ospitò Dante nel suo esilio, il Casentino accoglie – fino al 30 novembre – alcuni capolavori provenienti dagli Uffizi e ispirati ai celebri canti della Divina Commedia. Il suggestivo castello dei conti Guidi (all’interno del quale Dante compose parte dell'opera) diventa così il luogo ideale per ammirare alcuni capolavori del museo fiorentino strettamente legati alle cantiche dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso.<h2>GLI UFFIZI CELEBRANO DANTE </h2> Come dichiara lo stesso direttore degli Uffizi, Eike Schmidt: “Se nella sua varietà paesaggistica questa parte d’Italia si offre quasi come una scenografia naturale delle cantiche, nella 'Divina Commedia' ritroviamo puntualmente celebrati anche la storia, i personaggi, i fiumi, le cime e i centri spirituali di questo territorio meraviglioso. Dante è il genius loci del Casentino stesso, e proprio sulle orme del Sommo Poeta i viaggiatori del Grand Tour sono arrivati qui”. Tra i capolavori in esposizione, che sottolineano l’importanza che Dante ha continuato ad avere nel corso del tempo, quattro disegni cinquecenteschi del marchigiano Federico Zuccari, le opere a pastello – datate 1903 – di Beatrice Ancillotti Goretti e l’imponente dipinto del 1810 Francesca da Rimini nell’Inferno dantesco, realizzato dal pittore romantico Nicola Monti. Un omaggio d’arte all’Alighieri esule da Firenze. [Immagine in apertura: Gallerie degli Uffizi / Fondazione CR Firenze / Stefano Casati]

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Bologna ospita l'arte sovversiva di Ai Weiwei

Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

Previsto inizialmente per la primavera del 2020, e successivamente rimandato a causa dell’emergenza sanitaria, l’ormai attesissimo Arc de Triomphe, Wrapped – primo intervento postumo di <a href="https://arte.sky.it/news/asta-sothebys-collezione-christo-jeanne-claude" target="_blank">Christo</a> a Parigi – si prepara a diventare realtà. 
Ideato insieme alla moglie Jeanne-Claude nel 1962, e pensato in collaborazione con il Centre des Monuments Nationaux e il Centre Pompidou (che al duo di land artist ha dedicato un’ampia retrospettiva), il progetto di rivestimento del monumento è partito lo scorso 16 luglio. Obiettivo dell'operazione? “Imballare”, nel corso delle prossime dodici settimane, l’iconica architettura parigina, impiegando 25mila metri quadrati di tessuto blu e argento riciclabile. L'inaugurazione del lavoro (anticipata da una <a href="https://arte.sky.it/news/call-christo-parigi-arc-de-triomphe-wrapped" target="_blank">open call rivolta a chiunque desideri contribuire al grande intervento</a>), è prevista per il 18 settembre. Il progetto rimarrà invece visibile per sedici giorni, fino al 3 ottobre 2021. <h2>I DISEGNI DI CHRISTO IN MOSTRA</h2>
Ed è proprio in questo lasso di tempo, nel quale gli occhi di tutti gli appassionati d'arte saranno rivolti a quello che si preannuncia il progetto di arte pubblica più atteso del 2021, che Sotheby's accoglierà nella sua sede parigina The Final Christo: la mostra dedicata alla storia del progetto – dalla genesi alla realizzazione postuma. <a name="firstHeading1"></a>La rassegna, ospitata negli spazi della prestigiosa casa d'aste dal 17 settembre al 3 ottobre, presenterà venticinque disegni e bozzetti preparatori compiuti dalla coppia di land artist nel corso di sessant'anni. Le opere, che come di consueto nella ricerca dei due artisti si caratterizzano per il forte approccio multimediale, comprendono mappe, interventi a pastello su stampe, schizzi e opere su carta di grandi dimensioni. I lavori saranno tutti in vendita, pronti a essere ceduti al migliore offerente. Il ricavato dei disegni preparatori sarà in parte impiegato nella realizzazione dell'installazione, mantenendo fede agli ideali di “autofinanziamento” che sempre hanno guidato la ricerca di Christo e Jeanne-Claude. [Immagine in apertura: © Sotheby’s / ArtDigital Studio. Christo, Arc de Triomphe Large #15 2020, 2020. 38 x 244 / 106 x 244 cm]

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