La mostra (virtuale) sui disegni inediti di Jean-Michel Basquiat

Sono passati trentatré anni dalla triste dipartita di <a href="https://arte.sky.it/news/jean-michel-basquiat-mostra-famiglia-new-york" target="_blank">Jean-Michel Basquiat</a>, eppure il suo nome e la sua fama continuano a brillare e a entusiasmare curiosi e appassionati d'arte. A poche settimane dall'asta del ritratto dell'artista firmato dall'amico <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-11-luglio-andy-warhol" target="_blank">Andy Warhol</a> (in vendita da <a href="https://arte.sky.it/news/asta-ritratto-basquiat-warhol-christies" target="_blank">Christie's il prossimo 11 novembre</a>), il genio ribelle dell'arte americana torna protagonista di un nuovo progetto espositivo: una mostra online che raccoglie, per la prima volta, una manciata di disegni inediti realizzati nel 1986 e regalati all'amico Randy Gun. 
E proprio il rapporto tra Samo (soprannome con il quale il pittore si firmava durante le sue scorribande urbane) e il musicista statunitense è il punto di partenza di questa esposizione virtuale. 
<h2>L'AMICIZIA TRA BASQUIAT E RANDY GUN</h2> Siamo alla fine degli anni Settanta. In una New York in rapida trasformazione, crogiolo di energie creative e nuovi impulsi pop, Basquiat e Randy Gun si incontrano tramite il fotografo e amico in comune Bobby Grossman. I due entrano subito in sintonia: frequentano le stesse discoteche, gli stessi bar, e condividono un'intensa passione per la musica (proprio in quel periodo Basquiat aveva fondato la sua band sperimentale Gray, mentre Gun si era imposto come uno dei talenti più apprezzati della scena undergound della Grande Mela). 
Menti brillanti sempre in cerca di divertimento, i due amici rafforzano il loro legame quando Randy diventa barista al Great Jones Cafe. Sono anni nei quali il pittore è già sulla cresta dell'onda. Famoso per il suo espressionismo "primitivo", Basquiat vive a pochi passi dal bar, in un loft nell’edificio di proprietà di Andy Warhol. La vicinanza stringe il rapporto tra i due, segnato da interminabili discussioni sull'arte e sulla musica, e in ultimo testimoniato da un prezioso regalo: una copia del libro Harry’s ABC of Mixing Cocktails, donata da Basquiat a Randy Gun e “customizzata” con una serie di disegni mai mostrati al pubblico. 
<h2>I DISEGNI DI JEAN-MICHEL BASQUIAT</h2> Curata da Janis Gardner e organizzata dalla galleria JGC Fine Art di New York, la mostra – dal titolo A Gift from Basquiat: Harry’s ABC of Mixing Cocktails – getta luce per la prima volta sulle sei tavole originali realizzate dal celebre pittore all'interno del volume. Si tratta di disegni minimali, ricchi di simboli, scritte e figure stilizzate che rievocano al meglio la componente espressiva e gestuale tipica delle opere di Basquiat. 
Nelle sei opere su carta (tutte realizzate a matita) abbondano riferimenti al mondo della musica e del jazz, rimandi a Beethoven e alla cultura classica, simboli pop e ovviamente dediche di Basquiat rivolte all'amico (come quella scritta di pugno nella prima pagina del volume: “To Randy, for the best bartender in New York”). 
<h2>LA MOSTRA VIRTUALE</h2> Ancora custoditi tra le pagine del libro, i disegni sono finalmente<a href="https://www.basquiatsbartendingbook.com/" target="_blank"> visibili online</a>, insieme a una serie di testi e approfondimenti che ripercorrono l'amicizia tra i due protagonisti, delineando il rapporto tra Basquiat e Randy Gun all'interno del contesto della New York degli anni Settanta e Ottanta. 
“Il libro e i suoi disegni sono un esempio unico e significativo dell'espressione di Basquiat e della sua notevole capacità di sintetizzare mondi diversi”, sottolinea la curatrice Janis Gardner. Una testimonianza al contempo curiosa e affettuosa, che esalta l'importanza delle relazioni umane lontano dai riflettori del sistema dell'arte. 
[Immagine in apertura: Jean-Michel Basquiat, Winter 1980-81, during the filming of Downtown 81. Photograph by Bobby Grossman, Courtesy of JGC Fine Art]

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Ottime notizie per gli amanti della musica jazz e dei grandi spettacoli dal vivo: tutto pronto per la nuova edizione del <a href="https://www.bolognajazzfestival.com/" target="_blank">Bologna Jazz Festival</a>. Dal prossimo 28 ottobre a risuonare saranno le note di alcuni protagonisti del panorama jazzistico nazionale e internazionale, invitati a esibirsi non solo a Bologna ma anche nelle province di Ferrara, Modena e Forlì.
<h2>IL PROGRAMMA DEL BOLOGNA JAZZ FESTIVAL </h2>
Fra concerti, attività didattiche e conferenze, sono davvero tantissime le iniziative che, fino al 16 novembre, faranno immergere il pubblico nelle suggestive atmosfere della musica jazz. Ospiti di tre club bolognesi, saranno l’Emiliano D’Auria Quartet, il trombettista Jim Rotondi e l’Ada Montellanico Quintet ad aprire le danze nella serata di giovedì 28. Il festival, inoltre, renderà omaggio al compianto Steve Grossman con tre eventi speciali che, fra venerdì 29 e domenica 31, vedranno alternarsi ensemble quali la Bentivoglio All Stars, la Steve Grossman Legacy Band e il trio di Carlo Atti. Grandi aspettative per i concerti di punta della manifestazione: ospiti d’eccezione del Bologna Jazz Festival saranno infatti alcune stelle del firmamento jazzistico. Previsto per il 1° novembre, presso il Teatro Auditorium Manzoni, il progetto Heroes celebrerà il mitico David Bowie grazie alla maestria di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/04/paolo-fresu-festival-sardegna-jazz" target="_blank">Paolo Fresu</a> e degli altri componenti della sua superband (composta, tra gli altri, da Francesco Ponticelli, Petra Magoni e Christian Meyer). Il 9 novembre, al Teatro Duse, sarà invece la volta del duo formato dal chitarrista statunitense John Scofield e dal bassista britannico Dave Holland, mentre domenica 14 toccherà al noto pianista <a href="https://arte.sky.it/news/new-conversations-vicenza-jazz-festival" target="_blank">Gonzalo Rubalcaba</a> calcare il palco del Manzoni in compagnia della cantante Aymée Nuviola.
<h2>L’IDENTITÀ VISIVA A CURA DI ALESSANDRO BARONCIANI</h2>
Così come è avvenuto anche per le edizioni precedenti, il BJF rinnova la preziosa collaborazione con i più talentuosi fumettisti e illustratori del nostro Paese: una tradizione cominciata nel 2013 con <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/05/bologna-rock-1979-una-stagione-irripetibile-da-pazienza-a-freak-antoni" target="_blank">Filippo Scozzari</a> e proseguita nel corso degli anni con gli interventi di autori del calibro di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/10/anche-unopera-site-specific-per-il-bologna-jazz-festival-2016" target="_blank">Gianluigi Toccafondo</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/05/anche-il-film-danimazione-di-lorenzo-mattotti-in-concorso-a-cannes" target="_blank">Lorenzo Mattotti</a>, e <a href="https://arte.sky.it/news/libro-altan-fumetto" target="_blank">Altan</a>. Artista scelto per tratteggiare l'identità visiva di questa edizione del festival è <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/05/carte-parati-illustrazione-alessandro-baronciani" target="_blank">Alessandro Baronciani</a> che, in sinergia con BilBOlbul – Festival Internazionale di fumetto, ha realizzato un’inedita novel story esposta sull’Autobus del Jazz e nelle bacheche di <a href="https://arte.sky.it/foto/femminismo-poster-cheap-bologna-contest" target="_blank">CHEAP on board</a>.
[Immagine in apertura: Paolo Fresu, Heroes. Photo Roberto Cifarelli]

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