I videogiochi si mettono in mostra a Trieste

Dai suoi esordi ai giorni nostri il gaming è divenuta una pratica sempre più presente nel quotidiano di tutti. Grazie alla sua capacità di creare mondi incredibili nei quali muoversi, merito soprattutto di un avanzamento tecnologico impossibile da arrestare, il settore videoludico è ormai diventato un vero e proprio pilastro dell’intrattenimento globale. Fra avvincenti tecniche di storytelling, interfacce grafiche dai risultati stupefacenti e modalità di gioco sempre più social, i <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/01/videogiochi-passato-internet-archive-web" target="_blank">videogiochi </a>hanno oramai raggiunto qualunque fascia di pubblico. Nell’ottica di analizzare il fenomeno nella maniera più esaustiva possibile, tracciando al contempo un excursus storico che va dalla sua genesi fino alle evoluzioni più spettacolari, la città di Trieste inaugurerà a breve una mostra dedicata a questo settore.
<h2>VIDEOGIOCHI A TRIESTE</h2>
Semplicemente intitolata Videogames!, la rassegna approderà il 26 novembre negli spazi espositivi del <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-cracking-art-trieste" target="_blank">Salone degli Incanti</a>: un’occasione da non perdere per tutti quegli appassionati dell’universo videoludico che non vedono l’ora di intraprendere un viaggio fatto di aneddoti e ultime novità. Concepita dal gruppo Arthemisia, e curata da Lorenzo Banci e Damiano Bordoni, la mostra catapulterà il visitatore nelle "magiche" atmosfere dei videogiochi. Attraverso un percorso che conta sulla presenza di oltre 200 dispositivi tecnologici, fino al 20 febbraio si avrà così modo di assistere a un racconto affascinante, che muove i primi passi negli anni Cinquanta del secolo scorso e approda nell'epoca attuale.<h2>LA MOSTRA AL SALONE DEGLI INCANTI</h2> Al centro dell’esposizione, quindi, non ci sono soltanto personaggi iconici entrati a pieno diritto nell’immaginario collettivo (come ad esempio il mitico <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/01/osaka-parco-divertimenti-super-mario" target="_blank">Super Mario</a> o il riccio Sonic), ma soprattutto avveniristiche sale immersive e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/02/libro-tipografia-arcade-videogame" target="_blank">macchinari storici</a> (quali cabinati Arcade e console leggendarie come l’Atari) che faranno battere il cuore ai più nostalgici. Una rassegna immaginata per i visitatori di tutte le età che, grazie al supporto di filmati interattivi, itinerari didattici e foto d’epoca, potranno accedere a un'esperienza a dir poco fantastica.
[Immagine in apertura: Cabinati Arcade originali, simbolo delle sale giochi degli anni Ottanta]

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

Il fumetto storico dedicato alla vita di Vitruvio

I fumetti dedicati alle grandi figure dell'arte e della musica del nostro tempo non sono certo una novità. Basta fare un giro in libreria per accorgersi della sempre crescente quantità di graphic novel e saggi illustrati che ripercorrono la vita e la parabola creativa di cantanti, pittori e architetti del Novecento (tra gli ultimi libri dati alle stampe ricordiamo la <a href="https://preview.arte.sky.it/news/biografia-fumetto-diego-rivera" target="_blank">biografia illustrata di Diego Rivera</a> e il coloratissimo volume di Paolo Parisi in omaggio a <a href="https://arte.sky.it/news/keith-haring-fumetto" target="_blank">Keith Haring</a>). 
<a name="firstHeading"></a>Mai prima d'oggi era però accaduto che ad attirare le attenzioni di un fumettista fosse <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/07/mostra-leonardo-vitruvio-fano" target="_blank">Marco Vitruvio Pollione</a>, l'architetto e scrittore romano attivo nella seconda metà del I secolo a.C. e considerato uno dei più importanti teorici dell'architettura di tutti i tempi. Una lacuna oggi colmata da Michele Petrucci, che ha deciso di puntare i riflettori proprio sul pensiero di questa figura dell'età augustea, punto di riferimento per maestri come <a href="https://arte.sky.it/news/cinema-documentario-louvre-mostra-leonardo-vinci" target="_blank">Leonardo da Vinci</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/raffaello-giovane-prodigio-film-cinema" target="_blank">Raffaello</a>, Bramante,<a href="https://arte.sky.it/video/palladio-645700" target="_blank"> Andrea Palladio</a> e molti altri ancora. 
<h2>IL FUMETTO SU VITRUVIO</h2> Edito da <a href="https://www.saldapress.com/" target="_blank">SaldaPress</a>, e pronto a fare il suo debutto sugli scaffali il prossimo 25 novembre, il libro – dal titolo Il sogno di Vitruvio (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) – racconta la filosofia e gli interessi del protagonista, facendo ricorso alla fantasia per compensare gli scarsi e incerti elementi biografici a noi pervenuti. 
Incluso nella collana Maèstro, dedicata al meglio del fumetto internazionale, il volume coniuga infatti con sapienza indagine archeologica e aspetti fittizi – a partire dalle questioni legate ai presunti resti della basilica di Fano, l'unico edificio progettato e costruito da Vitruvio e descritto nel suo De architectura. Tante sono le ipotesi riguardanti l’ubicazione di questa “mitica” struttura, e Livio, il protagonista della storia, dovrà confrontarsi con esse per arrivare a fondo di una personale ossessione che lo lega alla basilica e al suo costruttore. 
<h2>LE PAROLE DELL'AUTORE</h2> “'Il sogno di Vitruvio' nasce da un progetto del Centro Studi Vitruviani di Fano”, ha dichiarato Michele Petrucci, già autore di Messner. La montagna, il vuoto, la fenice e L’insaziabile, nonché autore di diverse storie brevi apparse su Internazionale e Il Corriere della Sera. 
“Mi hanno proposto di realizzare una storia a fumetti che, attraverso la fiction, raccontasse l’influenza dell’architetto romano sul pensiero occidentale. Nel libro, Livio, un giovane studioso, arrivato a Fano per fare ricerche sulla celebre Basilica di Vitruvio, inizia a fare strani sogni che sembrano volerlo indirizzare ai resti dell’edificio che da secoli in molti cercano di individuare. Il Centro Studi Vitruviani mi ha fornito il materiale storico che mi serviva per costruire l’impalcatura del racconto, ma la maggior parte del lavoro di ricerca iconografica l’ho fatto disegnando e fotografando il centro storico di Fano, la città dove vivo e dove è ambientato il libro”.

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